Pin Ups: differenze tra le versioni

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Poche settimane prima che cominciassero le registrazioni anche [[Bryan Ferry]] aveva iniziato a lavorare ad un album di cover, intitolato ''[[These Foolish Things]]'', che sarebbe uscito il 5 ottobre. Secondo quanto riportato in ''Bowie: Loving the Alien'' di Christopher Sandford, quando scoprì che Bowie stava facendo altrettanto chiese alla [[Island Records]] di presentare un'ingiunzione contro la RCA per impedire che ''Pin Ups'' venisse pubblicato per primo.<ref name="songs">{{Cita web|url=https://bowiesongs.wordpress.com/2010/08/04/sorrow/|titolo=Sorrow|editore=www.bowiesongs.wordpress.com|accesso=26 novembre 2016}}</ref> Nella biografia ''Stardust: The David Bowie Story'', Henry Edwards sostiene che Bowie disse a un amico che voleva "avere un vantaggio su Ferry" dopo aver appreso del suo album,<ref name="songs"/> mentre in ''Strange Fascination: David Bowie, the Definitive Story'' di David Buckley la reazione dell'ex cantante dei [[Roxy Music]] viene descritta solo leggermente "apprensiva" e a quanto pare Bowie per primo gli telefonò per risolvere eventuali problemi.<ref name="songs"/>
 
In origine l'idea di Bowie sarebbe stata quella di disseminare tra le tracce un verso alla volta di nuova versione di ''[[The London Boys]]'', uscita come lato B nel 1966 che, come dichiarò alla rivista ''Rock'', «parla di un ragazzo che arriva a Londra, si impasticca e va fuori di testa, roba del genere».<ref name=Pegg.270-272>{{Cita|Pegg (2002)|p. 270-272}}.</ref> Il progetto fu però abbandonato.
 
== Il disco ==
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Le canzoni sono rifacimenti radicali con il marchio glam della coppia Bowie/Ronson e gli interventi del pianoforte di Mike Garson e del sassofono di Ken Fordham. «Prendevamo la struttura base degli accordi e cominciavamo a lavorare su quella», spiegò in seguito il cantante, «alcune non richiesero alcun lavoro, come ''Rosalyn'' per esempio. La maggior parte degli arrangiamenti li abbiamo fatti io e Mick, e anche [[Aynsley Dunbar|Aynsley]]».<ref name="Pegg.270-272"/>
 
In effetti la prima delle due tracce incise in origine da [[The Pretty Things]], primo successo del gruppo londinese nel 1964, è allo stesso tempo energica e fedele. «David strillava persino negli stessi punti in cui lo facevo io», ha detto il cantante del gruppo Phil May al biografo Christopher Sandford.<ref name=Pegg.166>{{Cita|Pegg (2002)|p. 166}}.</ref> In Nuova Zelanda ne fu distribuito un 45 giri promozionale limitato ai membri del New Zealand RCA Victor Record Club.<ref name="5years2">{{Cita web|url=http://5years.com/rosnz.htm|titolo=Rosalyn/Where Have All The Good Times Gone! 1973 NZ Promo Single|editore=www.5years.wordpress.com|accesso=26 novembre 2016}}</ref> La seconda cover dei Pretty Things, ''Don't Bring Me Down'', vede un ritorno al sound [[R&B]] delle radici prediletto da Bowie all'epoca delle sue prime incisioni, con una pulsante linea di basso e l'armonica blues.<ref name=Pegg.64>{{Cita|Pegg (2002)|p. 64}}.</ref>
 
''I Wish You Would'' e ''Shapes of Things'', entrambe degli [[Yardbirds]], sono altre vetrine per le chitarre di Bowie e Mick Ronson. Nella prima, che a sua volta era la cover di una canzone di Billy Boy Arnold del 1955, il [[riff]] di chitarra di Ronson che sostituisce anche le parti in origine riservate all'armonica fa da contrappunto ad una parte vocale in stile R&B.<ref name=Pegg.98>{{Cita|Pegg (2002)|p. 98}}.</ref>
 
Altra band rappresentata con due brani sono gli [[Who]], con ''[[Anyway, Anyhow, Anywhere]]'' e ''[[I Can't Explain]]'', già suonata occasionalmente dal vivo da Bowie e gli [[Spiders from Mars]] nel 1972 e rielaborata con un arrangiamento basato su pianoforte e sassofono. Nell'ottobre del 1973 ne fu inserita une versione live in ''[[The 1980 Floor Show]]'' e riapparve poi nelle prime date del [[Serious Moonlight Tour]] 1983, anno in cui fu inclusa nella raccolta ''[[Golden Years (album David Bowie)|Golden Years]]''. La cover di ''Anyway, Anyhow, Anywhere'' può essere invece vista come una prova del "manierismo soul" che il cantante adotterà in ''[[Diamond Dogs]]'' e ''[[Young Americans (album)|Young Americans]]''.<ref name=Pegg.26>{{Cita|Pegg (2002)|p. 26}}.</ref> In occasione del [[Bridge School Benefit]] del 19 ottobre 1996 inserì la strofa iniziale della canzone come omaggio a [[Pete Townshend]], che nel corso della serata aveva eseguito alcuni brani degli Who.
 
{{Approfondimento
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|contenuto = «L'ho incontrato solo in un paio di occasioni», dichiarò David nel 1973 a proposito di [[Syd Barrett]], che nel 1967 aveva recensito negativamente ''[[Love You Till Tuesday]]'' su ''[[New Musical Express]]'', «e in seguito i nostri rapporti non sono mai stati tanto cordiali. Ma io sono un suo grande ammiratore».<ref name="Pegg.172"/> Qualche anno dopo andò ancora oltre, definendo Barrett «probabilmente una delle voci più languide e intense della musica pop inglese. Ho sempre pensato che fosse un poeta assolutamente magnifico e uno stupefacente performer. Questo è un aspetto del personaggio che non è mai stato realmente sottolineato, ma sul palco produceva un effetto ipnotico, carismatico. Era anche il primo componente di una rock band che vedevo salire sul palco truccato e questo mi fece una grande impressione. Sia io che [[Marc Bolan]] lo notammo subito».<ref name="Pegg.172"/>}}
 
Il garage rock di ''Friday on My Mind'' degli [[Easybeats]], a proposito della quale il coautore [[Harry Vanda]] ha dichiarato in un'intervista che la versione di Bowie è la sua preferita (aggiungendo «il che non è strano perché Bowie è una delle migliori menti pop del mondo in assoluto»)<ref name=Tait.69>{{Cita|Tait (2010)|p. 69}}.</ref> e le sfumature psichedeliche di ''[[See Emily Play]]'' mostrano l'orecchio di Bowie per la melodia e l'occhio per gli atteggiamenti della cultura pop. La cover del successo del 1967 dei [[Pink Floyd]] è stato definito dal biografo Nicholas Pegg come uno dei momenti salienti di ''Pin Ups'', dal tic-toc iniziale della chitarra alla dissolvenza finale degli archi, con una produzione in stile ''[[Sgt. Pepper]]'' fatta di linee di pianoforte e sintetizzatore e l'accompagnamento vocale un'ottava sotto alla voce solista che ricorda alcune atmosfere di ''[[Hunky Dory]]''.<ref name=Pegg.172>{{Cita|Pegg (2002)|p. 172}}.</ref>
 
La cover di ''Here Comes the Night'' dei [[Them (gruppo musicale)|Them]], secondo quanto sostiene James Perone in ''The Words and Music of David Bowie'', «anticipa in alcuni punti il suono del [[Post-punk|British post-punk]] e della [[New wave (musica)|new wave]] di fine anni settanta e inizio anni ottanta».<ref name=Perone.40>{{Cita|Perone (2005)|p. 40}}.</ref> Il successo del gruppo di [[Van Morrison]] del 1965 subisce una trasformazione nella versione di Bowie, con la voce teatrale punteggiata dalle esplosioni del sax baritono di Ken Fordham. «Ci è piaciuto particolarmente», raccontava all'epoca Bowie, «siamo riusciti ad ottenere un vero sound da sezione fiati dei mitici dischi [[Atlantic Records|Atlantic]]».<ref name=Pegg.87>{{Cita|Pegg (2002)|p. 87}}.</ref>
 
Le rimanenti tracce includono ''Everything's Alright'', con cui il gruppo [[Musica beat|beat]] The Mojos aveva ottenuto il nono posto in classifica nel 1964 e che Bowie registrò dal vivo per il ''1980 Floor Show'', ''Where Have All the Good Times Gone'' dei [[Kinks]], dominata dalla chitarra di Mick Ronson e dalla batteria di Aynsley Dunbar, e ''[[Sorrow (The McCoys)#Cover di David Bowie|Sorrow]]'', pubblicata nel 1965 dalla [[Garage rock|garage band]] americana [[The McCoys]] e portata al successo l'anno successivo dal duo inglese [[The Merseys]], che rappresentò l'unico singolo estratto da ''Pin Ups'' raggiungendo la 3ª posizione in classifica nel Regno Unito.<ref name="ukchart">{{Cita web|url=http://www.officialcharts.com/search/singles/sorrow/|titolo=Official UK Singels Chart|editore=www.officialcharts.com|accesso=23 agosto 2016}}</ref>
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''Pin Ups'' è stato ripubblicato diverse volte a partire dal 1976 e la prima versione in [[compact disc]] è del 1984, anno in cui furono ripubblicati anche i dischi precedenti di Bowie che diventò così la prima rockstar ad avere l'intera produzione in [[formato digitale]].<ref name="5years7">{{Cita web|url=http://5years.com/changes2.htm|titolo=Different Formats: From LP to CD|editore=www.5years.com|accesso=26 novembre 2016}}</ref>
 
Tra le varie riedizioni da ricordare quella rimasterizzata del 1990 distribuita dalla [[EMI]]/[[Rykodisc]] con due [[#Tracce bonus della riedizione 1990|tracce bonus]], anche in questo caso due cover: ''[[Greetings from Asbury Park, N.J.|Growin' Up]]'' di [[Bruce Springsteen]], che Bowie registrò agli Olympic Studios di Londra nel novembre 1973 durante le sessioni di ''[[Diamond Dogs]]'' e che vide il contributo alla chitarra di [[Ronnie Wood]], e ''[[The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars#Le canzoni scartate|Port of Amsterdam]]'' di [[Jacques Brel]], registrata ai [[Trident Studios]] durante le sessioni di ''[[The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars|Ziggy Stardust]]''.<ref name=Pegg.24>{{Cita|Pegg (2002)|p. 24}}.</ref>
 
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