Eusebio di Cesarea: differenze tra le versioni

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Nessun punto della dottrina di Eusebio è originale, tutto è rintracciabile in [[Origene]]. La mancanza di originalità del suo pensiero si rivela nel fatto che egli non ha mai presentato i suoi pensieri in forma sistematica.
 
Va tuttavia riconosciuta ad Eusebio la vera e propria “invenzione” della [[storia del cristianesimo|storia ecclesiastica]]. Eusebio fu perfettamente consapevole di scrivere un nuovo genere di storia. Ai suoi occhi i [[cristiani]] rappresentavano una nazione ed egli sapeva di scrivere una storia nazionale. Tuttavia gli era chiaro che tale nazione aveva origini trascendenti. Benché comparsa sulla terra al tempo di [[Augusto]], era nata in Cielo “con il primo decreto concernente Cristo stesso”<ref>{{Cita|Historia Ecclesiastica|3,I,8}}.</ref>. Una simile nazione non combatteva guerre ordinarie: le sue battaglie erano [[persecuzioni]] ed [[eresie]]. Dietro la nazione cristiana vi era Cristo, così come vi era il [[demonio]] dietro i suoi nemici. La storia ecclesiastica inaugurata da Eusebio era necessariamente diversa dalla storia ordinaria, in quanto storia della lotta contro il demonio che tentava di corrompere la purezza della [[Chiesa (comunità)|Chiesa]] garantita dalla [[successione apostolica]]. Eusebio trovò spunti per la sua storiografia nella storiografia ellenistico-giudaica di [[Flavio Giuseppe]] in cui già si trovano presenti l'enfasi sul passato, il tono apologetico, le digressioni dottrinali e l'esibizione di documenti.
 
Una storia della Chiesa Cristiana basata sulla nozione di [[ortodossia]] e sulle sue relazioni con un potere persecutorio necessariamente doveva risultare diversa dalle narrazioni storiche consuete. Il nuovo tipo di esposizione adottato da Eusebio dimostrò di essere adeguato al nuovo tipo di istituzione rappresentato dalla Chiesa Cristiana. Si basava sull'autorità e non sulla libertà del giudizio di cui andavano orgogliosi gli storici pagani.
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I limiti di Eusebio come fonte derivano dal fatto che fu il primo [[teologia|teologo]] [[cristianesimo|cristiano]] al servizio della corte dell'[[impero romano|imperatore romano]] [[Costantino I]]. Nonostante la grande influenza dei suoi lavori sugli altri, Eusebio non può essere considerato un grande storico<ref name="britannica">{{Cita libro |url=https://www.britannica.com/biography/Eusebius-of-Caesarea |titolo=Eusebius of Caesarea (Christian bishop and historian) |editore=Britannica Online Encyclopedia}}</ref>. Il suo trattato sulla [[eresia]], ad esempio, è inadeguato: Eusebio conosce molto poco della chiesa occidentale.
 
I suoi lavori storici sono principalmente [[apologetica|apologetici]], ma, seguendo un costume piuttosto diffuso, fu spesso incline ad alterare la realtà ("tradendo" l'[[apologetica]] propriamente detta e passando così all'[[apologia]]). Nella sua [[Storia ecclesiastica (Eusebio di Cesarea)|Storia ecclesiastica]]<ref>{{Cita|Historia Ecclesiastica|Vol. 8, cap. 2}}.</ref> afferma ad esempio: {{Citazione|Vi introdurremo a questa storia solo quegli eventi che potranno essere utili in primo luogo per voi in secondo luogo per i posteri}} nella sua ''Praeparatio evangelica''<ref>{{Cita|Praeparatio evangelica|XII, 31}}.</ref>, Eusebio tratta in una sezione dell'uso delle menzogne (''pseudos'') come una "medicina" che sarebbe stato "legale ed appropriato" utilizzare<ref name="tertulliano">{{Cita web |url=http://www.tertullian.org/rpearse/eusebius/pe_data.htm |titolo=Data for discussing the meaning of 'pseudos' as used by Eusebius in PE XII, 31}}</ref>. Tenendo a mente tutto ciò, risulta difficile accertare le conclusioni e la veridicità di Eusebio confrontandolo con i suoi predecessori e contemporanei. I testi degli scrittori precedenti di cronache, soprattutto [[Papia di Ierapoli|Papia]], che lui denigrava, ed [[Egesippo]], sul quale invece si basava, non ci sono infatti giunti, e sopravvivono principalmente sotto forma di citazioni del loro lavoro scelte da Eusebio stesso, che può benissimo avere selezionato le parti adatte per supportare le sue tesi. Di [[Egesippo]] (in realtà l'opera è attribuibile ad un certo Ambrogio milanese) cita tra l'altro una versione in lingua latina del ''Bellum Iudaicum'' dove la figura di [[Gesù]] ha una rilevanza molto maggiore di quella della versione originale: non si sa se l'interpolazione è stata aggiunta da Eusebio stesso, oppure sia stata da lui trovata e accolta acriticamente. Per molti i suoi testi sono basati su tradizioni provenienti da cronache tardive di Egesippo in libri che sono stati perduti, citati a sua volta da Eusebio nella sua storia ecclesiastica<ref>{{Cita|Historia Ecclesiastica|3,11,1}}.</ref>, che in questi ambiti non è attendibile: "Nelle narrazioni di Egesippo si notano frequenti incongruenze: è un racconto leggendario con qualche nucleo di verità storica"<ref>{{Cita libro|titolo=Storia ecclesiastica e i martiri della Palestina |autore=Eusebio di Cesarea |traduttore=e curatore Giuseppe Del Ton |città=Roma |data=1964 |capitolo=XXXVIII |p=135}}</ref>. Pensiamo al fatto che, secondo Egesippo<ref>Citato da Eusebio in {{cita|Historia Ecclesiastica|2,23,6}}.</ref>, a Giacomo, fratello di Gesù, era permesso entrare nel santuario del tempio in cui secondo la legge di Mosè poteva entrare solo il sommo sacerdote una volta l'anno. Questo è storicamente impossibile.
 
Questi e altri aspetti hanno suscitato controversie. Per esempio, [[Jacob Burckhardt]] ha liquidato Eusebio come "il primo storico interamente disonesto dell'antichità".