Giosuè (condottiero biblico): differenze tra le versioni
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In passato si pensava di collocare le conquiste bibliche di Giosuè in periodi precedenti, in particolare durante la [[XVIII dinastia egizia]] nel periodo in cui le città-stato di Canaan, come ad esempio [[Tell es-Sultan|Gerico]], furono disturbate da saccheggi e incursioni da parte degli [[habiru]], tribù semi-nomadi assimilabili, secondo alcune ipotesi, ai progenitori degli antichi ebrei del [[Età del bronzo|Medio Bronzo]]. Tutto ciò è attestato dalle [[Lettere di Amarna|Lettere di Tell el-Amarna]] redatte e inviate in Egitto in tale periodo.
Attualmente, invece, la maggioranza<ref>Il quotidiano israeliano "[[Haaretz]]", nell'ottobre 2017, riportava nella sua sezione archeologica le considerazioni sullo stato attuale della ricerca, inclusi i commenti del sotto citato archeologo israeliano Ze'ev Herzog: "la maggior parte di coloro che sono impegnati in un lavoro scientifico nei campi connessi alla Bibbia, all'archeologia e alla storia del popolo ebraico - e che una volta cercavano sul campo le prove per corroborare la storia della Bibbia - ora concordano che gli eventi storici relativi al popolo ebraico sono radicalmente diversi da ciò che racconta la storia [biblica]" e "anche se non tutti gli studiosi accettano i singoli argomenti che formano gli esempi che ho citato, la maggioranza concorda sui loro punti principali"; "in ogni caso, la maggior parte degli archeologi ora concorda sul fatto che l'identità ebraico-israelita sia nata da tradizioni sviluppatesi tra gli abitanti di Canaan. Non è stato portato da invasori esterni [la conquista ebraica di Canaan]".</ref> degli studiosi considera non storici molti degli eventi narrati nella Bibbia relativi a Giosuè e alla conquista israelita della terra di Canaan. Si ritiene, infatti, che l'occupazione di tali territori avvenne come graduale e pacifico inserimento, amalgamandosi con le popolazioni locali e molti popoli vinti dagli Ebrei, citati nella Bibbia, non sono esistiti o non erano stanziati in quelle zone<ref>Inesistenti risultano i popoli Perizziti, Gebusei, Refaiti, Hiwiti, Girgashiti e Amorrei (i quali - a differenza dei precedenti nomi, che furono semplicemente inventati - sono citati in modo anacronistico, in quanto furono una popolazione pastorale della Siria scomparsa già nel 1800 a.C., di cui gli Ebrei avevano verosimilmente sentito parlare durante l'esilio in Babilonia del VI secolo a.C.), mentre invece gli [[Ittiti|Hittiti]] non si sono mai stabiliti in Palestina. Osserva, in merito, lo storico e archeologo [[Mario Liverani]]: "Si stermina chi non c'è - e il fatto che non ci sia dimostra che lo si è sterminato".</ref>, mentre alcune città conquistate erano già abbandonate da secoli; inoltre i territori di Canaan erano sotto controllo Egiziano<ref>L'enorme massa di ebrei dell'Esodo non sarebbe riuscita a passare inosservata attraverso le maglie delle numerose fortificazioni egizie presenti al confine tra l'Egitto e Canaan (oltre che a quelle nella stessa Canaan) e di tale passaggio, infatti, non è pervenuta traccia in alcun documento. Come osserva ancora l'archeologo Ze'ev Herzog: "Un altro intoppo è che l'Egitto stesso governava la Terra di Israele nel momento del presunto Esodo. Anche se i Figli di Israele fossero fuggiti dall'Egitto, avrebbero comunque raggiunto un altro territorio sotto il controllo Egiziano. È difficile trovare un archeologo della corrente di maggioranza che difenda la descrizione biblica degli eventi. Qui, in 18 anni [anno 2017], nulla è cambiato".</ref>. Ad evidenziare tali osservazioni sono gli stessi archeologi israeliani, molto attivi nel campo della ricerca storico-biblica, come [[Israel Finkelstein]]<ref>Finkelstein, direttore dell'Istituto di archeologia dell'università di Tel Aviv, afferma che "il testo biblico va solo considerato una guida della fede" e non come testo storico.</ref> e Ze'ev Herzog, il quale afferma che "questo è ciò che gli archeologi hanno scoperto dai loro scavi nella Terra di Israele: gli Israeliti non sono mai stati in Egitto, non hanno vagato nel deserto, non hanno conquistato i territori in una campagna militare e non li hanno dati alle 12 tribù di Israele"<ref>Lo storico e archeologo [[Mario Liverani]] aggiunge: "Due filoni della ricerca, da una parte l'analisi filologica dei testi biblici, dall'altra l'archeologia arrivano alle stesse conclusioni. E le conclusioni sono che non possono essere considerati storici i racconti più celebri del Vecchio Testamento, come le vicende di Abramo e dei Patriarchi, la schiavitù in Egitto, l'Esodo e la peregrinazione nel deserto, la conquista della Terra Promessa, la magnificenza del regno di Salomone".</ref>.<ref>[https://archive.li/YKCNL "Is The Bible a true story?" - Haaretz URL consultato il 25 settembre 2018]</ref><ref>Mario Liverani, Oltre la Bibbia. Storia antica di Israele, Laterza, 2007, pp. VII, 275-321, ISBN 978-88-420-7060-3.</ref><ref>[https://archive.li/SP3xn "Deconstructing the walls of Jericho" - Ze'ev Herzog URL consultato il 25 settembre 2018]</ref><ref>Ivana Zingariello e Giorgio Gabbi, La Bibbia è piena di bugie?, in Quark, n° 50, marzo 2005, pp. 79-87.</ref><ref>Israel Finkelstein e Neil Asher Silberman, Le tracce di Mosé. La Bibbia tra storia e mito, Carocci, 2002, pp. 71-136, ISBN 978-88-430-6011-5.</ref> <br>Anche gli esegeti del cattolico ''Nuovo Grande Commentario Biblico'' precisano che "pochi, ammesso che ce ne siano, sono gli episodi importanti di Giosuè che possono essere considerati storici. Per esempio, né Gerico né Ai né Gabaon erano abitate nel periodo in cui la maggior parte degli studiosi colloca l'emergere di Israele in Canaan (ca. 1200). [...] Per lo più, quindi, i reperti archeologici contraddicono la narrazione. Il che è vero anche a livello di piccoli dettagli: non ci sono usanze, elementi geopolitici o manufatti specifici menzionati in Giosuè che possono essere datati solo alla fine del secondo millennio, e molti di essi sono ancora presenti nel primo. D'altra parte, Giosuè riflette il tempo in cui fu composto. Così, la lista delle città levitiche del c. 21, non poté essere compilata prima del sec. VIII, perché è questo il periodo in cui la maggior parte di esse esisteva"; analogamente gli studiosi della [[École biblique et archéologique française]] (i curatori della cattolica [[Bibbia di Gerusalemme]]) commentano come "il libro di Giosuè ha riallacciato a Giosuè fatti ai quali egli era estraneo o che furono a lui posteriori, per dare un quadro d'insieme della conquista"<ref>Anche gli esegeti della interconfessionale [[Bibbia TOB]] concordano come "l'idea proposta in questo documento [Il Libro di Giosuè], che la conquista completa di Canaan sia stata opera della lega di tutte le tribù, non resiste di fronte alla critica storica." (Bibbia TOB, Elle Di Ci Leumann, 1997, p. 397, ISBN 88-01-10612-2).</ref>.<ref>{{Cita|Brown, 2002|p. 145}}.</ref><ref>Bibbia di Gerusalemme, EDB, 2011, pp. 446-447, ISBN 978-88-10-82031-5.</ref> <br>Anche in merito al crollo delle mura di [[Gerico]], uno degli episodi più noti della storia di Giosuè, gli studiosi del citato Commentario - concordemente a quelli della Bibbia di Gerusalemme, della Bibbia Edizioni Paoline e della interconfessionale [[Bibbia TOB]]<ref>La Bibbia di Gerusalemme commenta che "l'archeologia non offre alcun indizio di una distruzione di Gerico verso la fine del XIII sec. a.C." e la Bibbia Edizioni Paoline riporta come "grande imbarazzo crea il fatto che secondo gli scavi archeologici Gerico non esisteva come città nel sec. 13°", mentre la Bibbia TOB conclude come "nel caso di Gerico, i risultati archeologici si sono rivelati molto deludenti per questo periodo e il racconto Gs 6 si presenta piuttosto come una liturgia di guerra e non tanto come un rapporto circostanziato sulla presa della città. Bisogna pur ammettere che non sempre il testo biblico fornisce una risposta alle domande che gli poniamo." (Bibbia di Gerusalemme, EDB, 2011, p. 437, ISBN 978-88-10-82031-5 ; La Bibbia, Edizioni Paoline, 1991, p. 273, ISBN 88-215-1068-9 ; Bibbia TOB, Elle Di Ci Leumann, 1997, p. 399, ISBN 88-01-10612-2.).</ref> - precisano che "tutto questo è racconto, non storia, conclusione questa che trova un sostegno anche nei risultati degli scavi di Gerico (Tell es-Sultàn, a circa 16 km dalla confluenza del Giordano e del Mar Morto). L'ultima occupazione del luogo durante il Tardo Bronzo è del XIV secolo e, da allora fino al secolo IX, non si verificarono ulteriori stanziamenti. Quindi, al tempo di Giosuè, nessuno viveva a Gerico".<ref>{{Cita|Brown, 2002|p. 150}}.</ref>
== Esegesi ebraica ==
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