San Servolo: differenze tra le versioni
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== Storia ==
=== Origini ===
La prima notizia certa sull'isola di San Servolo è dell'[[819]], quando già il suo monastero era in piena attività. Sul periodo precedente, mancano notizie certe<ref>{{Cita|Vanzan Marchini|p. 16}}.</ref>.
Secondo alcuni, prima della fondazione del monastero di San Servolo esisteva sull'isola una cappella intitolata a San Cristoforo. Questa notizia non sembra veritiera: infatti il primo a riportarla è [[Ermolao Paoletti]] in epoca molto tarda ([[1839]])<ref name=vanzan13>{{Cita|Vanzan Marchini|p. 13}}.</ref>.
Di sicuro infondate sono le tradizioni che collocano l'arrivo dei [[Benedettini]] verso la fine del [[VII secolo]], in fuga dai [[Franchi]] che avevano distrutto il loro monastero di Santo Stefano di [[Altino (città romana)|Altino]]. I Franchi, infatti, scesero in Italia solo un secolo più tardi; inoltre il monastero di Santo Stefano risultava in piena attività ancora nel [[IX secolo]]<ref name=vanzan13/>.
Per [[Vincenzo Coronelli]], il monastero di San Servolo fu edificato su iniziativa delle famiglie dal Fianco e Galbaio, quest'ultima nota nel [[VIII secolo]] per aver dato i dogi [[Maurizio Galbaio]] e [[Giovanni Galbaio]]. Per [[Luigi Lanfranchi]] si spiega così l'inconsueta dedica a san Servolo (o Servilio) di [[Trieste]], in quanto i Galbaio sarebbero stati originari di [[Capodistria]]<ref>{{Cita|Vanzan Marchini|pp. 13-16}}.</ref>.
Quel che è certo, è che San Servolo è uno degli insediamenti monastici più antichi della laguna, sorto forse poco dopo quello di [[Brondolo]] ([[727]]). A differenza di altri cenobi, tuttavia, fu costruito in una zona periferica, che tuttavia assunse grande importanza strategica quando la capitale del [[Ducato di Venezia]] fu spostata da [[Heraclia|Cittanova]] a [[Malamocco]]<ref>{{Cita|Vanzan Marchini|pp. 16-20}}.</ref>.
=== Fondazione di Sant'Ilario ===
Nell'[[819]] il doge [[Agnello Partecipazio]] e il co-reggente [[Giustiniano Partecipazio]], suo figlio, donarono ai monaci di San Servolo una nuova sede presso la cappella di Sant'Ilario. Il monastero, allora, godeva di grande prestigio: rivestiva il ruolo di abate [[Giovanni V (patriarca di Grado)|Giovanni]] che, negli anni precedenti, era stato [[patriarca di Grado]], giocando un ruolo da protagonista negli eventi politici che avevano investito il Ducato. È evidente che l'isola è ormai divenuta uno spazio inadeguato ad ospitare un'istituzione di tale importanza.
È questo l'atto di fondazione dell'[[abbazia di Sant'Ilario]], ma non la fine di San Servolo. Consci della sua fortunata posizione lungo la principale via d'acqua che immette a [[Rialto (Venezia)|Rialto]], i dogi impegnarono l'abate a preservare il vecchio monastero, mantenendovi una comunità di religiosi che vi celebrassero i riti<ref>{{Cita|Vanzan Marchini|pp. 23-26}}.</ref>.
=== Monache ===
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