Chenopodium: differenze tra le versioni

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==Sistematica==
La [[famiglia (tassonomia)|famiglia]] delle [[Amaranthaceae]] è abbastanza numerosa con 170 [[Genere (tassonomia)|generi]] e circa 2400 [[specie]]<ref name="ReferenceA">{{cita|Strasburger|vol. 2 - pag. 821}}.</ref>; mentre il [[Genere (tassonomia)|genere]] ''Chenopodium'' comprende oltre 150 [[specie]], abbondantemente presenti nelle zone temperate dell'emisfero boreale e australe. Sul territorio italiano sono una ventina le [[specie]] presenti spontaneamente di questo [[Genere (tassonomia)|genere]].
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La [[Tassonomia|classificazione tassonomica]] di questo [[Genere (tassonomia)|genere]] è in via di definizione in quanto fino a poco tempo fa apparteneva alla [[Famiglia (tassonomia)|famiglia]] delle [[Chenopodiaceae]] (secondo la [[Classificazione scientifica|classificazione]] ormai classica di [[Sistema Cronquist|Cronquist]]), mentre ora con i nuovi sistemi di [[Angiosperm Phylogeny Group|classificazione filogenetica]] ([[Classificazione APG II]]) tutte le specie delle [[Chenopodiaceae]] sono state incluse nella [[famiglia (tassonomia)|famiglia]] delle [[Amaranthaceae]] in quanto le differenze tra i due gruppi sono molto poco marcate<ref name="ReferenceA"/>.
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Tutto il [[Genere (tassonomia)|genere]] viene considerato di difficile [[Classificazione scientifica|classificazione]] ed è ancora superficialmente capito. [[Sandro Pignatti|Pignatti]] a proposito del ''Gruppo Chenopodium album'' lo definisce “un groviglio di forme quasi inestricabile”<ref>{{cita|Pignatti|vol. 1 - pag. 164}}.</ref> (ne è la prova il recente spostamento da un punto di vista [[Tassonomia|tassonomico]] dell'intera [[Famiglia (tassonomia)|famiglia]]).
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Non tutti gli autori sono concordi sulla consistenza numerica del [[Genere (tassonomia)|genere]]. Ad esempio alcuni testi considerano le seguenti due [[specie]]: ''[[Chenopodium capitatum]]'' (L.) Asch. e ''[[Chenopodium foliosum]]'' Asch. comprese nel [[Genere (tassonomia)|genere]] ''Blitum''<ref>{{cita|Flora Alpina|vol. 1 - pag. 246}}.</ref>. Mentre altri autori hanno spostato al [[Genere (tassonomia)|genere]] ''Dysphania'' le seguenti [[specie]]: ''[[Chenopodium ambrosioides]]'' L. e ''[[Chenopodium anthelminticum]]'' L.
Qui di seguito viene proposta la [[classificazione scientifica]] di questo [[Genere (tassonomia)|genere]]<ref>{{cita web|url=http://www.crescentbloom.com/Plants/Genus/C/H/Chenopodium.htm |titolo=Crescent Bloom|accesso=GG-MM-AAAA}}</ref>:
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===Specie spontanee della flora italiana===
Per meglio comprendere ed individuare le varie [[specie]] del [[Genere (tassonomia)|genere]] (solamente per le [[specie]] spontanee della flora italiana) l'elenco che segue utilizza in parte il sistema delle chiavi analitiche<ref>{{cita|Pignatti|vol. 1 - pag. 159}}.</ref>.
 
*'''SEZIONE A''' : gruppo di piante [[Glossario botanico#P|pubescenti]]-vischiose con odore aromatico;
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==Etimologia==
Il nome generico (''Chenopodium'') deriva dalla particolare conformazione delle foglie simile al piede dell'oca : dal greco ''”chen”'' (= oca) e ''”pous”'' (= piede) oppure ''”podion”'' (= piccolo piede)<ref>{{cita web|url=http://www.calflora.net/botanicalnames/pageCA-CH.html |titolo=Botanical names|accesso=6 ottobre 2009}}</ref> È stato il botanico francese [[Joseph Pitton de Tournefort]] ([[Aix-en-Provence]], 5 giugno 1656 – [[Parigi]], 28 dicembre 1708) che per primo pensò ad una tale allusione per il nome di queste piante<ref>{{cita|Motta|vol. 1 - pag. 561}}.</ref>. In effetti la forma delle foglie di queste piante hanno da sempre colpito la fantasia delle varie popolazioni: sia gli inglesi che i francesi o i tedeschi mantengono la stessa etimologia, ad esempio ''Goosefood'' per gli inglesi oppure ''Gänsefuss'' per i tedeschi.
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Il nome scientifico attualmente accettato di questo genere (''Chenopodium'') è stato proposto da [[Carl von Linné]] (Rashult, 23 maggio 1707 –[[Uppsala]], 10 gennaio 1778), biologo e scrittore svedese, considerato il padre della moderna [[classificazione scientifica]] degli organismi viventi, nella pubblicazione [[Species Plantarum]] del 1753.
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===Infiorescenza===
[[File:Chenopodium bonus-henricus ENBLA03.jpg|thumb|Infiorescenza<br/><small>Località : Giardino Botanico Alpino "Giangio Lorenzoni", Pian Cansiglio, Tambre d'Alpago (BL), 1000 m s.l.m. - 13/06/2009</small>]]
L'[[infiorescenza]] è priva di [[Brattea|brattee]] ma in genere è fogliosa nella parte basale; la forma è quella di una spiga di densi glomeruli informi interrotta o continua. Ogni glomerulo contiene diversi fiori globosi [[Sessilità|sessili]] verdastri o di altri colori (rossastri). L'[[infiorescenza]] è principalmente terminale; sono comunque presenti dei brevi glomeruli di fiori all'ascella delle foglie inferiori. A volte la parte terminale dell'[[infiorescenza]] può essere piegata dal proprio peso.
===Fiore===
I fiori sono [[Glossario botanico#E|ermafroditi]] (raramente unisessuali : in questo caso i fiori terminali sono maschili, mentre quelli laterali sono femminili), tetrameri o pentameri (i vari [[Glossario botanico#V|verticilli]] – [[Calice (botanica)|calice]] e [[stami]] - sono formati da 4 - 5 parti) e [[Glossario botanico#A|attinomorfi]]. Il colore dei fiori è verde, biancastro o rossiccio. Il [[perianzio]] è [[Glossario botanico#P|persistente]] alla fruttificazione.
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===Frutti===
[[File:Rode ganzenvoet zaden (Chenopodium rubrum seeds).jpg|thumb|I semi(''Chenopodium rubrum'')]]
Il [[frutto]] è una [[Glossario botanico#C|capsula]] (ma in alcuni casi è una bacca) che alla maturità diventa carnosa e succosa e con [[Glossario botanico#I|indeiscenza]] irregolare. Ogni [[frutto]] contiene un solo [[seme]] bruno-lucente (o opaco) rotondeggiante in posizione verticale o orizzontale. L'[[Embrione#Embrioni negli eucarioti pluricellulari|embrione]] è rotondeggiante a ferro di cavallo. Il [[Glossario botanico#P|pericarpo]] (parte esterna del [[frutto]]) è aderente oppure no.
 
==Distribuzione e habitat==
Le piante di questo genere sono ampiamente diffuse nelle regioni temperate di tutto il globo. Se introdotte in una certa zona facilmente s'insediano lungo i margine delle strade, fra le macerie e i luoghi ruderali, ma anche nei centri cittadini. Sui rilievi vegetano fra la zona mediterranea dell'[[Olea europaea|ulivo]] e quella submontana del [[Castanea sativa|castagno]]. Possono giungere fino al limite delle [[Pinophyta|conifere]] e delle [[Fagus|faggete]].
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Della ventina di [[specie]] spontanee della flora italiana 16 vivono sull'arco alpino. La tabella seguente mette in evidenza alcuni dati relativi all'[[habitat]], al [[Substrato (ecologia)|substrato]] e alla diffusione delle [[specie]] alpine<ref>{{cita|Flora Alpina|vol. 1 - pag. 238-246}}.</ref>.
{| class="wikitable" style="width:99%;"
|- bgcolor="#EFEFEF"
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{{Disclaimer|medico}}
===Farmacia===
Molte [[specie]] hanno delle proprietà usate dalla medicina popolare come quelle antiscorbutiche (combatte lo scorbuto con la presenza di vitamine) del ''[[Chenopodium bonus-henricus]]'', oppure antelmintica (elimina svariati tipi di vermi o elminti parassiti) proprietà derivata soprattutto dall'[[olio essenziale]] chiamato “essenza di chenopodio”. Altre proprietà sono sempre secondo la medicina popolare : carminative (favorisce la fuoriuscita dei gas intestinali), stomachiche (agevola la funzione digestiva), antiflogistiche (guarisce dagli stati infiammatori) e digestive in generale. Altre piante come il ''[[Chenopodium foetidum]]'' sono antispasmodiche (attenua gli spasmi muscolari, e rilassa anche il sistema nervoso) e antireumatiche; mentre il ''[[Chenopodium chilense]]'' ha proprietà vermifughe (elimina i vermi intestinali)<ref name="cita|Motta|vol. 1 - pag. 562">{{cita|Motta|vol. 1 - pag. 562}}.</ref>.
===Cucina===
Queste piante sono sempre state utilizzate come alimentazione umana. Ad esempio la [[specie]] ''[[Chenopodium quinoa]]'' era chiamata “riso minore” dalle popolazioni [[Perù|peruviane]]. In certi periodi è stato uno dei cibi di base dell'alimentazione nelle zone montane dell'[[America del sud]] prima che gli europei introdussero in quelle zone i cereali eurasiatici. Per lungo tempo la [[specie]] ''[[Chenopodium bonus-henricus]]'' ha sostituito validamente lo [[spinacio]]. Un'altra pianta alimentare è il ''[[Chenopodium capitatum]]'' conosciuto tra l'altro anche nell'emisfero australe. Conosciuto è anche il ''[[Chenopodium virgatum]]'' i cui frutti sono simili alla fragola (ma solo morfologicamente). Il ''[[Chenopodium album]]'' è coltivato (o veniva coltivato) nell'[[Americhe|America]] boreale dagli indiani del [[Nuovo Messico]] e dalle tribù abitatrici dell'[[Arizona]]. In certi casi i minuti semi possono essere usati come il “riso” oppure macinati per produrre della farina; altrimenti si consumano le giovani foglie come insalata o in minestra o cotte come gli [[Spinacia oleracea|spinaci]]. Anche dall'altra parte del mondo ([[India]] e zone temperate del'[[Himalaya]]) questa pianta è usata in cucina<ref name="cita|Motta|vol. 1 - pag. 562"/>. L'uso culinario di queste piante è molto antico, da ricerche fatte sembra che gli uomini se ne cibassero già 6000 anni fa.