Aldo Bricco: differenze tra le versioni

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|Ref =dati tratti da ''Generale C.A. Michele Fornaris''<ref name=T3p8>{{Cita|Tranta Sold n.1, marzo 2013|p. 8}}.</ref>
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{{Bio
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Promosso [[Capitano]] partì per il [[Fronte orientale (1941-1945)|fronte orientale]]<ref name="T3p8"/> al comando della 6ª Compagnia<ref name=T3p8/> del [[battaglione alpini "Tolmezzo"|battaglione "Tolmezzo"]],<ref name=T3p8/> inquadrato nell'[[8º Reggimento alpini|8°]] [[Reggimento]] della [[3ª Divisione alpina "Julia"]].<ref name=T3p8/> Tra il dicembre [[1942]] e il gennaio [[1943]] fu insignito di una [[Medaglia d'argento al valor militare|Medaglia d'argento]] “sul campo”<ref name=T3p8/> e una di [[Valor militare|Medaglia di bronzo al valor militare]] per essersi distinto durante la [[seconda battaglia difensiva del Don]]<ref name=stampa1992>Cesare Martinetti, ''{{collegamento interrotto|1=[http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=898477 «Sarei stato la diciottesima vittima»] |date=febbraio 2018 |bot=InternetArchiveBot }}'', in ''La Stampa'', 9 febbraio 1992.</ref>.
 
Rientrato in Italia, maturò sentimenti antifascisti e dopo l'[[Proclama Badoglio dell'8 settembre 1943|8 settembre 1943]]<ref name=C4p29>{{Cita|Ceolin 2014|p. 29}}.</ref> si unì alla [[Resistenza italiana|Resistenza]], entrando insieme ad altri ufficiali degli alpini a far parte delle [[Brigata Osoppo|Brigate Osoppo]], formazioni di ispirazione cattolica e liberale operanti in [[Friuli]].<ref name=C4p29/> Agli inizi del febbraio [[1945]] fu incaricato di sostituire il capitano [[Francesco De Gregori (partigiano)|Francesco De Gregori]] "Bolla"<ref name=R6p433>{{Cita|Roggero 2006|p. 433}}.</ref> al comando del Gruppo Brigate Osoppo dell'Est, dislocato in un gruppo di [[malga|malghe]] sul monte Topli Uork, nei pressi del confine con la [[Slovenia]]. Accompagnato da un gruppo di partigiani – tra cui il giovane [[Guido Pasolini]] "Ermes" – raggiunse la località la sera del 6 febbraio, trovandosi quindi coinvolto il giorno successivo nell'eccidio di Porzûs, allorché circa cento partigiani comunisti, guidati dal comandante [[Gruppi di Azione Patriottica|gappista]] [[Mario Toffanin]] "Giacca",<ref name=R6p433/> si introdussero con l'inganno nelle malghe e attaccarono gli osovani ivi stanziati.
 
In base alle sue dichiarazioni<ref name=stampa1992/><ref name=relazione>''Relazione sull'eccidio avvenuto nel pomeriggio del 7/2/1945 alle Malghe site sul Topli Uorc'', stilata il 25 febbraio 1945 dagli osovani del Secondo Gruppo Brigate dell'Est, integralmente riportata in {{cita|Oliva 2002|pp. 194-197}}.</ref><ref name=stampa1950>''La pietosa fine del Bolla'', in ''La Stampa'', 19 gennaio 1950.</ref><ref name=stampa1951>''L'eccidio di Porzus nel racconto di un superstite'', in ''La Stampa'', 6 ottobre 1951.</ref>, al momento dell'arrivo della colonna di Toffanin, Bricco si trovava alla "malga comando" insieme a De Gregori, con il quale ebbe appena il tempo di effettuare lo scambio di consegne. Incontro a Toffanin e ai suoi uomini – che, divisi in gruppi, si fingevano partigiani [[Divisione Garibaldi "Natisone"|garibaldini]] e osovani scampati a un rastrellamento e civili in difficoltà – De Gregori inviò il [[commissario politico|delegato politico]] [[Partito d'Azione|azionista]] Gastone Valente "Enea" che, giunto dai gappisti, fece consegnare al comandante un biglietto con scritto che quegli uomini gli avevano fatto «una pessima impressione»<ref name=relazione/>. A quel punto, Toffanin fece disarmare e arrestare Valente e gli altri osovani presenti e poi attese De Gregori, che arrivò in un secondo momento insieme a Bricco e altri partigiani. Avvicinatosi ai gappisti, anche il gruppo di De Gregori fu disarmato da tre o quattro uomini armati di mitra, uno dei quali si avventò contro Bricco insultandolo e colpendolo al volto. Spinto contro la parete di una malga, Bricco intravide un varco tra i gappisti e si lanciò nella fuga inseguito da raffiche di mitra, venendo colpito da sei proiettili alla schiena. Continuò a correre finché, giunto di fronte a un dirupo,<ref name=R6p433/> si gettò rimanendo illeso dalla caduta di circa sette-otto metri grazie alla neve depositata sul fondo. Molti anni dopo, rievocò quei momenti con queste parole: