Epicuro: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
Nato nel [[342 a.C.]], probabilmente il ventesimo giorno<ref>Gli epicurei il giorno 20 di [[Gamelione]] festeggiavano il compleanno del maestro, come ricordato anche da Filodemo di Gadara in un epigramma, ''Invito a cena rivolto a Pisone''</ref> del mese di [[Gamelione]] (10 febbraio), del terzo anno della 109ª [[Olimpiade]], sotto l'[[Arconte|arcontato]] di Sosigene<ref>Epicuro, ''Opere, Frammenti, testimonianze sulla vita'', Bari 1989.</ref> (342-[[341 a.C.|341]]) sull'[[Samo (isola)|isola di Samo]], figlio di Neocle, un [[Docente|maestro]] di [[scuola]], e di Cherestrata, una [[maga]]<ref>Diogene Laerzio, ''Vite e dottrine dei più celebri filosofi'', Libro X, "Epicuro"; [http://www.filosofico.net/Antologia_file/AntologiaD/dioglaerzioep3.htm testo]</ref>, fu chiamato Epicuro (che significa pressappoco "soccorritore") in onore di [[Apollo]] (questo era uno degli epiteti del dio<ref>cfr. il [[Tempio di Apollo Epicurio]]</ref>). Frequentò la scuola di Panfilo seguace del [[Platonismo|pensiero platonico]]<ref>''Enciclopedia Treccani'' alla voce "Epicuro"</ref>, e successivamente quella del [[Democrito|democriteo]] [[Nausifane]] a [[Teo (Asia Minore)|Teo]], località sulle coste dell'[[Asia Minore]].
 
All'età di 32 anni, dopo avere elaborato una sua dottrina, fondò la sua scuola, prima a [[Mitilene]] e a [[Lampsaco]], e infine nel [[306 a.C.]] ad [[Atene]], dove aveva già vissuto per il [[servizio militare]], il cosiddetto periodo di "[[efebo|efebato]]", richiesto anche agli abitanti di Samo. L'isola era infatti stata parte integrante della vecchia [[lega delio-attica]], e inoltre il padre era originario proprio di Atene, essendo uno dei coloni mandati nel [[352 a.C.]], il che faceva di Epicuro un [[antica Atene|cittadino ateniese]] a tutti gli effetti. Pochi anni dopo gli ateniesi di Samo saranno tutti cacciati ad opera dei vecchi abitanti, che avevano perso la loro isola dopo una guerra contro Atene.<ref name="DeCrescenzo">{{cita web|url=http://monacoantonio.altervista.org/Epicuro.htm|autore=Luciano De Crescenzo|titolo=Storia della filosofia greca|accesso=21 dicembre 2013}}</ref> Epicuro, i fratelli e il fedele schiavo dovettero viaggiare per avere un luogo dove risiedere in pace, al riparo dalle persecuzioni che i platonici avrebbero fomentato.<ref name="DeCrescenzo" />
 
Acquistò quindi una casa ad Atene, per ottanta [[mina (peso)|mine]], dove istituì la scuola. La casa era dotata di un [[giardino]] (in greco κῆπος; da cui il nome di "filosofia del giardino" dato all'epicureismo, "filosofi del giardino" i seguaci) dove i discepoli, tra i quali anche donne, come la famosa [[etera]] [[Leonzia (filosofa)|Leonzio]], e persino schiavi, seguivano le lezioni del maestro e ne studiavano gli scritti, vivendo, come lui stesso, in maniera semplice e frugale, trattati come compagni e in maniera [[democratica]], qualunque fosse la condizione sociale. Fu uno dei primi filosofi a teorizzare un [[egualitarismo]] sostanziale fra gli esseri umani.<ref name="DeCrescenzo" /> Anche i suoi tre fratelli si dedicarono con lui alla filosofia.<ref>Diogene Laerzio, ''op. cit.''</ref> Sebbene fosse assertore della non partecipazione alla vita sociale e politica, sostenne il governo [[Impero macedone|macedone]].<ref>{{Cita web|url =http://www.filosofico.net/epicuro.html|titolo = Epicuro|autore = Diego Fusaro (a cura di)|accesso = 16 dicembre 2013}}</ref>
 
La filosofia della scuola del "[[giardino]]" era in polemica con le dottrine [[Socrate|socratico]]-[[platonismo|platoniche]] e con l'[[Aristotele|aristotelismo]], ma anche con le scuole minori come i [[cinici]], i [[Scuola megarica|megarici]], i [[cirenaici]] e con lo [[stoicismo]], l'altra grande scuola ellenistica, che stava iniziando a diffondersi proprio in quel periodo. Secondo Diogene Laerzio, lo stoico Diotimo mise in circolazione false lettere per diffamarlo, così come lo diffamarono anche [[Plutarco]] e molti altri esponenti delle scuole rivali.<ref>Diogene Laaerzio, ''op. cit.'', X, 3.</ref>
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Saranno il [[Rinascimento]] [[umanesimo|umanistico]], tranne le correnti neoplatoniche, e l'abate [[Pierre Gassendi]] nel [[XVII secolo]], a rivalutare il suo pensiero.
In particolare Gassendi nel ''Syntagma philosophiae Epicuri'' del [[1649]] ("Compendio della filosofia di Epicuro"), interpretava la filosofia epicurea in senso [[cristianesimo|cristiano]] e se ne serviva per respingere l'astratta [[metafisica]] [[Cartesio|cartesiana]]. Proponendolo come maestro di vita e di [[morale]], attingeva al suo pensiero nella polemica anti-[[scolastica (filosofia)|scolastica]] e anti-[[platonismo|platonica]]. Nelle discussioni circa la nuova [[metodo scientifico|visione scientifica]] dell'universo affermava che l'[[atomismo]] epicureo, ponendo il ''[[vuoto (filosofia)|vuoto]]'', fosse l'unica filosofia compatibile con la realtà [[scienza|scientifica]] che si andava allora delineando.<ref>''Enciclopedia Garzanti di Filosofia'', alla voce "Gassendi"</ref><ref>[http://www.sapere.it/enciclopedia/Gassendi,+Pierre.html Cfr. ''Sapere.it'' alla voce "Gassendi"]</ref> Epicuro è stato considerato come uno dei precursori anche dall'[[utilitarismo]].<ref>[http://www.filosofico.net/Antologia_file/AntologiaM/MILL_%20IN%20DIFESA%20DELL%20UTILITARISM.htm ''Nota a J.S. Mill, In difesa dell'utilitarismo'']</ref>
 
L'epicureismo fu, poi, stimato anche da vari intellettuali dell'illuminismo, come il [[barone d'Holbach]]<ref>''Il buon senso'', 57</ref>, e in epoca successiva da [[Ugo Foscolo]]<ref>[http://maspo.altervista.org/mate.htm Il materialismo di Foscolo]</ref>, [[Giacomo Leopardi]]<ref>[http://www.filosofico.net/epicuro.html Epicuro<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>, [[Percy Bysshe Shelley]]<ref>[http://terpconnect.umd.edu/~djb/shelley/christianity1880.html ''Essay on Christianity'']</ref>, [[Karl Marx]]<ref>[http://www.filosofico.net/marxepicuro.htm Due materialisti a confronto: Epicuro e Marx]</ref>, [[Arthur Schopenhauer]]<ref>''Consigli sulla felicità'' da ''Aforismi sulla saggezza del vivere'', in ''Parerga e paralipomena''; edizione Mondadori dei ''Consigli'', pag. 17-18</ref>, [[Friedrich Nietzsche]]<ref>[http://www.filosofico.net/Antologia_file/AntologiaN/nietzsche65hg5hsdb.htm L'Epicuro di Nietzsche]</ref>, [[Emil Cioran]].<ref>Emil Cioran, Quaderni 1957-1972, Milano, Adelphi, 2001, pag. 179</ref>
 
== Note ==