Senato consulente: differenze tra le versioni
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|indirizzo =[[Palazzo del Senato (Milano)|Palazzo del Senato]], via Senato, 10 - [[Milano]]
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Il '''Senato consulente''' fu uno degli organi governativi più importanti del [[Regno d'Italia (1805-1814)|Regno d'Italia]], investito di funzioni [[Parere|consultive]], [[Normazione|legislative]] e di [[Controllo (diritto)|controllo]], che esercitò dal [[1809]] al [[1814]].<ref>{{Cita web |url=http://www.lombardiabeniculturali.it/istituzioni/storia/?unita=04.05#04.05.02 |titolo=Organizzazione istituzionale del Regno d'Italia su lombardiabeniculturali.it |accesso=1º aprile 2017 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160305142312/http://www.lombardiabeniculturali.it/istituzioni/storia/?unita=04.05#04.05.02 |dataarchivio=5 marzo 2016 |urlmorto=sì }}</ref>
== Storia ==
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== Competenze ==
Il Senato consulente mantenne le competenze del soppresso Consiglio dei consultori aggiungendone di nuove.
Ad esso dovevano essere innanzitutto presentati i progetti di statuti e di leggi; sui primi il Senato deliberava a scrutinio segreto e alla pluralità di due terzi dei voti, mentre tutte le altre deliberazioni erano prese a maggioranza assoluta. Spettava poi al Senato la registrazione degli statuti costituzionali, delle leggi, dei titoli accordati dal re e dei maggioraschi e allo stesso dovevano essere comunicati, prima della loro pubblicazione, i trattati di pace, di alleanza, di commercio, le dichiarazioni di guerra, le convenzioni relative alla cessione o al cambio di qualche parte del territorio e i conti dei ministri. Sopra taluni progetti di legge il Senato poteva presentare al re le sue osservazioni e dietro commissione del sovrano poteva pronunziarsi sulla costituzionalità degli atti dei collegi elettorali, su ricorsi per eccesso o abuso della giurisdizione ecclesiastica, sulla rimozione di giudici inamovibili. Ogni anno il Senato era inoltre autorizzato a presentare al re le sue osservazioni sul conto dei ministri e a comunicargli i bisogni e voti della nazione.
All’interno del Senato venne istituita una Commissione della libertà individuale, per reprimere gli abusi relativi alla libertà civile; un certo numero di senatori doveva poi formare un’Alta corte reale, residente nel palazzo del Senato. Due senatori erano inoltre ammessi nel consiglio privato del re per gli affari di grazia.<ref name="OP2"/>
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[[Categoria:Istituzioni storiche d'Italia]]
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