Furto del Black Code: differenze tra le versioni

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La chiave fu poi riprodotta e provata con successo. A questo punto intervennero due carabinieri della ''Sezione "P"'' (Prelevamento), comandata dal colonnello [[Manfredi Talamo]], che nottetempo e con la complicità degli uscieri (uno si chiamava ''Loris Gherardi'') entrarono nell'ambasciata, prelevarono il codice, lo portarono nel quartier generale del SIM per fotografarlo e quindi lo riposero nuovamente al suo posto.
 
Il tutto avvenne nel settembre 1941<ref name= "PistaVolpe166" >{{cita libro|cognome=Irving|nome=David|anno=1978|titolo=La pista della volpe|editore=Mondadori|città=Milano|p=166}}</ref>, cioè quando gli Stati Uniti non erano ancora entrati in guerra e quindi erano una nazione neutrale.
 
Le informazioni così carpite divennero molto interessanti soprattutto quando, con l'entrata in guerra degli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]], il colonnello statunitense [[Frank Bonner Fellers]] fu trasferito al [[Il Cairo|Cairo]] come ufficiale di collegamento con il comando britannico e cominciò ad utilizzare il codice per inviare informazioni dettagliate sulla situazione delle truppe e le intenzioni dei comandanti<ref name="PistaVolpe166"/>. Il codice, infatti, non fu cambiato con l'entrata in guerra degli Stati Uniti e così Feller, a sua insaputa, divenne una preziosa fonte di informazioni per le forze dell'Asse, contribuendo non poco ai successi di Rommel che quotidianamente riceveva un bollettino con quanto intercettato. Il SIM infatti passava ai tedeschi solo le trascrizioni e non condivise mai con gli alleati tedeschi le chiavi del codice stesso.
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Feller fu posto sotto inchiesta ma fu prosciolto.
 
La conferma della falla gli inglesi la ottennero il 10 luglio quando la compagnia intercettazioni del ''621º battaglione trasmissioni'' dell'[[Africa Korps]], comandata dal capitano [[Alfred Seebohm]] si trovò suo malgrado a dover tappare una falla nelle linee dell'Asse; Seebohm morì insieme con parte del suo personale altamente addestrato e parte dei documenti cadde in mano nemica<ref name= "PistaVolpe208" >{{cita libro|cognome=Irving|nome=David|anno=1978|titolo=La pista della volpe|editore=Mondadori|città=Milano|p=208}}</ref>. Gli inglesi quando esaminarono le carte sequestrate vi trovarono le trascrizioni dei messaggi di Feller<ref name="PistaVolpe208"/>.
 
==Note==
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==Collegamenti esterni==
* {{cita web|1=http://www.historynet.com/wwii/blerwin-rommel-2/|2=historynet.com|lingua=en|accesso=1º giugno 2006|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060529044504/http://www.historynet.com/wwii/blerwin-rommel-2/|dataarchivio=29 maggio 2006|urlmorto=sì}}
 
{{portale|guerra|seconda guerra mondiale}}