Gino Arias: differenze tra le versioni

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|Sesso = M
|LuogoNascita = Firenze
|GiornoMeseNascita = 1º ottobre
|AnnoNascita = 1879
|LuogoMorte = Córdoba
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=== L'espatrio in Argentina ===
Costretto all'espatrio, si trasferisce con la famiglia in [[Argentina]], dove insegna Economia politica all'università di [[Córdoba (Argentina)|Cordoba]]. Non condannerà mai esplicitamente il fascismo, limitandosi a qualche allusione negli scambi epistolari con i familiari rimasti in Italia, probabilmente per non metterne a repentaglio la sicurezza<ref>{{Cita|Omar Ottonelli|p. 42-43}}.</ref>. Muore nel 1940 senza sapere che la sua domanda di essere confermato alla cattedra in Italia è stata personalmente accolta da [[Mussolini]]<ref>{{cita|Paolo Simoncelli|p. 40}}.</ref>.
 
==Pensiero economico==
 
=== Gli studi di storia del diritto ===
Agli inizi della sua carriera accademica si occupa prevalentemente di temi di storia del diritto, inserendosi in quella tradizione storico-giuridica, che ha come capostipite [[Pasquale Villari]], che studia in modo particolare i cambiamenti dei [[sistemi economici]]<nowiki/> e degli [[Istituto giuridico|istituti giuridici]]. Considera suo maestro [[Achille Loria]] con cui intrattiene una relazione epistolare tra il 1902 e il 1940<ref>{{Cita web|url=http://archiviodistatotorino.beniculturali.it/work/elemdetot.php?uid=511226|titolo=Loria, Achille|sito=Archivio di stato di Torino|accesso=31/1/ gennaio 2018}}</ref><ref>La trascrizione delle lettere è consultabile in {{Cita|Omar Ottonelli|p. 313-416}}.</ref>. Il rapporto tra i due si indebolisce dopo le prese di posizione di orientamento nazionalista e l'adesione al fascismo non condivise da Loria<ref>{{Cita|Omar Ottonelli|p.6 e 64}}.</ref>. Le sue prime opere riguardano la storia del pensiero giuridico medievale. Molti degli studi di quegli anni confluiscono ne ''Il sistema della costituzione italiana nell'età dei Comuni'', che esce nel 1905. Definisce "naturalismo storico sociale" il suo approccio di stampo [[Positivismo|positivista]]<ref>{{cita|Omar Ottonelli|p. 81-82}}.</ref>. Il presupposto di partenza è un'analogia tra fenomeni naturali e sociali, entrambi dominati da [[Evoluzione|leggi evolutive]]. Come un embrione può crescere nel ventre materno, ambiente ideale di sviluppo della vita, così, nel Medio Evo, l'economia ha potuto svilupparsi grazie agli scambi commerciali, alla divisione in [[Classe sociale|ceti sociali]], all'organizzazione produttiva il cui centro si è spostato dalle campagne alle città<ref>''"Nel suo complesso, nel suo coordinamento, il sistema delle energie comunali può paragonarsi all'insieme dei processi [...] pei quali le infinite sostanze che l'embrione circondano tutte sono impegnate a dargli vita''". Gino Arias. Il sistema della costituzione italiana nei Comuni. Torino ; Roma : Roux e Viarengo, 1905, p. 385. Cit. in Ottonelli, p. 81.</ref>. La vita economica medievale è quindi finalizzata alla tutela della produzione e questo influisce ed orienta il funzionamento della società. Successivamente affronta problemi di tipo teorico relativi allo studio dell'economia: ogni verità ricavata in modo deduttivo, dovrà essere verificata dal riscontro con i fatti, in maniera induttiva; le tesi potranno quindi essere utilizzate per formulare nuove verità<ref>{{cita|Omar Ottonelli|p. 109}}.</ref>. Un'opera fondamentale per gli sviluppi successivi della sua riflessione esce nel 1917. Si tratta dei ''Principii di economia commerciale;'' il testo, che si inserisce nel dibattito sul [[nazionalismo]]<nowiki/> economico di quegli anni<ref>{{cita|Omar Ottonelli|p. 125}}.</ref>, è suddiviso in sette parti: la storia dello scambio economico, le teorie riguardanti le variabili economiche del valore e dei [[Prezzo|prezzi]], l'[[impresa]], il [[commercio]]. L'economia deve misurarsi con la vita quotidiana e l'economista deve misurare la sua analisi con la realtà delle cose, non limitandosi a rimanere solo su un piano astratto. Nel contesto economico e sociale lo [[Stato]] svolge un ruolo di regolazione e armonizzazione che preesiste ai cittadini, ruolo fondamentale specialmente nell'ambito delle [[relazioni internazionali]]<ref>{{cita|Omar Ottonelli|p.144-145}}.</ref>.
 
=== La questione meridionale ===
Un'altra opera che richiede grande impegno e diversi viaggi di ricerca è ''La questione meridionale''. È organizzata in due volumi, il primo dei quali riguarda la storia del [[Mezzogiorno (Italia)|meridione]], anche dal punto di vista [[Geografia|geografico]] e [[Clima italiano#Centro e Sud|climatico]]. Il secondo libro tratta degli aspetti economici e [[Tributo|tributari]]. Tra le risposte viene indicata la [[migrazione]] dal settentrione<ref>Il termine utilizzato è quello di "colonizzazione interna". Sul tema era vivo il dibattito. Cfr Ottonelli p. 169.</ref> di lavoratori e capitali oltre ad una serie di interventi statali di riforma degli enti pubblici, della [[Amministrazione finanziaria|fiscalità]], fortemente iniqua, la lotta alla [[malaria]] e alla [[Criminalità organizzata|criminalità]]. È fondamentale il sostegno alla [[Ceto medio|classe media]] sia agricola che urbana. Non viene affrontato, invece, il tema della [[riforma agraria]]. Il testo si inserisce idealmente nel dibattito sul [[Questione meridionale|meridione italiano]] avviatosi intorno alla fine dell'Ottocento. L'opera vince il Premio Villari nel 1919<ref>{{cita|Omar Ottonelli|p. 164-172}}.</ref>.
 
=== Il corporativismo fascista ===