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In [[informatica]] il problema di trattare le [[risorsa condivisa|risorse condivise]] è molto importante. Ad esempio il [[time-sharing]] è un approccio nel quale un singolo [[computer]] viene utilizzato per fornire apparentemente più processi a molteplici utenti. La condivisione di risorse tra [[processo (informatica)|processi]] e [[Thread (informatica)|thread]] è uno dei principali problemi della [[programmazione concorrente]]. La parola "''sharing''" è utilizzata da qualche comunità di programmatori di [[linguaggio funzionale|linguaggi funzionali]] per riferirsi in maniera specifica alla [[memoria condivisa|condivisione di memoria]] tra diversi dati per salvare spazio, pratica chiamata anche [[hash consing]].
==La condivisione nel dibattito filosofico==
{{Vedi anche|Filosofia della condivisione}}
{{W|economia|filosofia|gennaio 2015|commento=insufficiente strutturazione in sezioni. Insufficienti i collegamenti ad altre voci, comprese quelle degli autori}}
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[[File:Slavoj Zizek in Liverpool 2.jpg|thumb|[[Slavoj Žižek]]]]
Il filosofo e psicanalista [[Slavoj Žižek]], che si inserisce nella tradizione filosofica marxista rivisitata in chiave psicanalitica secondo la prospettiva di Jacques Lacan<ref>''Looking Awry. An introduction to Jacques Lacan through popular culture'', Cambridge, The MIT Press, 1991; ''Enjoy Your Symptom! Jacques Lacan in Hollywood and Out'', New York-London, Routledge, 1992.</ref>, affronta temi quali la tolleranza, l'etica politica, la globalizzazione e i diritti umani, arrivando a considerare possibile il vivere una vita più soddisfacente e ricca di emozioni positive a partire da nuove categorie di pensiero con le quali interpretare le relazioni interpersonali e la vita sociale. La condivisione può essere una di queste categorie, favorendo la rottura di vecchi modi di pensare e una proiezione verso il futuro capace di tenere conto della dimensione collettiva e non solo quella individuale<ref>''In difesa delle cause perse. Materiali per la rivoluzione globale'', Milano, Ponte alle Grazie, 2009; ''Dalla Tragedia alla farsa. Ideologia della crisi e superamento del capitalismo'', Milano, Ponte alle Grazie, 2010, ''Vivere alla fine dei tempi'', Milano, Ponte alle Grazie, 2011.</ref>
{{citazione|La sola cosa veramente sorprendente rispetto al collasso finanziario del 2008 è la facilità con cui è stata accettata l’idea che il suo accadimento fosse una sorpresa imprevedibile che ha lasciato di sasso i mercati. Si pensi alle manifestazioni che, per tutto il primo decennio del nuovo millennio, hanno accompagnato regolarmente le riunioni dell’FMI e della Banca Mondiale: le proteste dei dimostranti non contenevano solo gli abituali temi anti-globalizzazione (lo sfruttamento crescente dei paesi del Terzo Mondo, e così via), ma anche il fatto che le banche stavano creando l’illusione della crescita giocando con il denaro fittizio, e che questo avrebbe portato a un crollo. Non erano solo economisti come Paul Krugman e Joseph Stiglitz a mettere in guardia contro i pericoli imminenti e a rendere chiaro che coloro che promettevano una crescita continua non comprendevano realmente cosa stava accadendo sotto il loro naso|[[Slavoj Žižek]], ''Dalla Tragedia alla farsa'', p.17}}
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Questa sostituzione di valori da rivendicare, che dovrebbero avere la meglio sui valori (o, come sostiene Latouche, sulla ''mancanza di valori'') oggi dominanti, rientrano nella prima delle otto «R» principali, indicanti gli otto cambiamenti od obiettivi teorici<ref>differenti dalle fasi concrete, esaminate più ampiamente in Serge Latouche, ''La scommessa della decrescita'', Feltrinelli, Milano, 2007.</ref> interdipendenti che si rafforzano reciprocamente e che insieme costituiscono il circolo virtuoso che può innescare «un processo di decrescita serena, conviviale e sostenibile»: rivalutare, riconcettualizzare, ristrutturare, ridistribuire, rilocalizzare, ridurre, riutilizzare, riciclare<ref>Serge Latouche, ''Breve trattato sulla decrescita serena'', Bollati Boringhieri, 2008, p.44.</ref>.<br />
Pur presentandosi come un'utopia, il progetto politico della decrescita tenta di esplorare le possibilità oggettive della sua realizzazione. Esso «presume un progetto fondato su un'analisi realistica della situazione, anche se questo progetto non è immediatamente traducibile in obiettivi realizzabili. Quello che si ricerca è la coerenza teorica generale. Se per comodità di esposizione si indicano delle tappe, queste non devono essere considerate come una sorta di agenda. Il calendario viene dopo. È in questo modo che va inteso il circolo delle otto «R» e le prospettive che ne derivano»<ref>Ibidem, p.43.</ref>.<br />
Il petrolio e gli altri combustibili fossili, le fonti energetiche su cui si basa l'odierno stile di vita nei paesi dell'Occidente, sono in via di esaurimento, e le tecnologie da essi alimentate stanno diventando obsolete. Intanto, i mali che affliggono il mondo globalizzato – crisi economica, disoccupazione, povertà, fame e guerre – sembrano aggravarsi anziché risolversi. A peggiorare le cose, si profila all'orizzonte un cambiamento climatico provocato dalle attività industriali e commerciali ad alte emissioni di gas serra, che potrebbe molto presto mettere a repentaglio la vita dell'uomo sul pianeta. Secondo Latouche, gli uomini devono scegliere al più presto se continuare sulla strada che li ha portati a un passo dal baratro, o
[[File:Jeremy Rifkin 2009 by Stephan Röhl.jpg|thumb|[[Jeremy Rifkin]] (2009)]]
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[[File:Raj Patel.jpg|thumb|upright=0.6|Raj Patel]]
In linea con il pensiero della giornalista e scrittrice Naomi Klein<ref>''No Logo. Economia globale e nuova contestazione'', Milano, Baldini & Castaldi, 2001; ''Shock economy. L'ascesa del capitalismo dei disastri'', Milano, Rizzoli, 2007.</ref>, l'economista, accademico e attivista [[Raj Patel]] esamina in modo critico i dogmi dell'economia liberista e vede nella presente crisi finanziaria la naturale continuazione della lotta per le risorse, per la proprietà e per il potere politico, che risale alla privatizzazione delle terre comuni nei primi decenni della rivoluzione industriale inglese. Nonostante l'opinione diffusa sia che prima o poi l'economia mondiale tornerà alla normalità, la realtà è che la crisi finanziaria è la normalità di un sistema che non può funzionare così come è strutturato. Secondo lo studioso della crisi alimentare mondiale<ref>''I padroni del cibo'', (''Stuffed and Starved: The Hidden Battle for the World Food System''), Feltrinelli, 2008.</ref>
La condivisione ha inoltre interessato coloro che hanno creato le premesse per un discorso di ecologia spirituale ([[spiritual ecology]])<ref>University of Florida, Boston Theological Institute, University of Hawaii.</ref>. Nel superamento della diffusa mentalità consumistica, la condivisione è infatti vista in prospettiva ambientalista come una modalità concreta di vita che consiste nell'avere a cuore le sorti della natura tutelandola.
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