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Taymur fece parte di una generazione di autori arabi particolarmente attenti ai problemi della classe media, autori che si occuparono di critica sociale trattando, nei propri scritti, dei lati più oscuri del vivere quotidiano in paesi come l'Egitto. Il leader di questo gruppo fu proprio lo stesso Mahmud, il quale sfruttò lo stile letterario del racconto breve arabo, genere ampiamente sviluppato da [[Khalil Gibran]], autore libanese trasferito negli Stati Uniti e tra i più rilevanti scrittori facenti parte dell'[[Associazione della Penna]].<ref>{{Cita web|url=https://www.britannica.com/topic/Islamic-arts#ref316479|titolo=Islamic arts- arab literatures}}</ref>
Tra il 1925 e il 1930 pubblica cinque raccolte di novelle, in cui propone alcuni personaggi già trattati dall'autore ‘Abdallah Nadim, curando però maggiormente rispetto al collega l’aspetto narrativo. Questi stessi personaggi vengono poi ripresi da altri importanti esponenti della letteratura e del teatro arabi del XX secolo, quali i fratelli ‘Ubayd. Queste figure vengono raccontate in modo critico, e i loro difetti vengono esposti da Mahmud Taymur in modo spietato, senza riserve. Tutte le sue opere sono caratterizzate infatti da uno spiccato manicheismo e da un marcato atteggiamento moralizzatore.<ref>{{Cita libro|autore=|titolo=Alla scoperta della letteratura araba contemporanea|anno=|editore=|città=|p=244|pp=|ISBN=}}</ref>
Nel periodo a cavallo tra gli anni '20 e gli anni '30 del '900, lo stile di Mahmud Taymur subisce una modifica sostanziale. Sono questi gli anni in cui abbandona lo stile distaccato, col quale narrava di eventi dall'esterno, quasi come "se fosse un turista".<ref>{{Cita libro|altri=Citazione di Jan Brugman|titolo=Essays in Arabic Literary Biography: 1850-1950|p=360}}</ref> Secondo Rotraud Wietlandt, questo cambiamento avviene già nel 1928, con la pubblicazione dell'opera ''Rajab Afandi'': per l'arabista, il cambiamento di stile è ben visibile dalla nuova sofisticata analisi che l'autore fa dei personaggi e in particolare del protagonista, cosa che precedentemente non aveva mai attutato se non in maniera blanda e quasi meccanica. Secondo Jan Brugman invece il cambiamento di stile è da ricercarsi in un'opera più recente, ''Al-Atlal'' (le rovine), del 1934: Mahmud avrebbe qui infatti definitivamente abbandonato la sua visione esotica, distorta e irreale dei personaggi che descriveva e cui dava vita nei suoi scritti. In ogni caso, quel che è certo è che in entrambe le opere si può notare un'evoluzione nello stile compositivo dell'autore arabo novecentesco, che inizia ad occuparsi delle sfere personali e dei mondi privati dei suoi personaggi, portandoci al centro delle loro esistenze e facendoceli conoscere nel profondo, il tutto senza tralasciare il loro rapporto con l'ambiente e con la società nella quale interagivano. Da quel momento i testi di Mahmud Taymur si arricchiscono e diventano mano a mano più complessi e articolati, nonché decisamente più lunghi. In questi anni Mahmud spende molto tempo in Europa e in particolare in Franca, ma non per questo perde contatto con la realtà egiziana, in continuo sviluppo ed evoluzione: gli artisti e autori locali stavano sviluppando una sempre più forte convinzione che quelli fossero gli anni in cui gettare delle fondamenta salde per una trasformazione culturale e sociale in tutto il paese. La chiave per raggiungere la modernità era vista attraverso un'analisi degli universali umani e dell'analisi psicologica.<ref>{{Cita libro|titolo=Essays in Arabic Literary Biography: 1850-1950|p=360}}</ref>
Le opere di Mahmud Taymur sono principalmente improntate sulla denuncia sociale. Lui si concentrò in particolare sulle figure dei potenti, dei ricchi, degli ecclesiastici retrogradi, che secondo il suo pensiero erano il motivo principale per il quale l'Egitto, ma i paesi arabi tutti, erano considerabili arretrati rispetto ai modelli europei. La sua critica, tutt'altro che sottile, mirava a far emergere (talvolta in modo quasi grottesco) i grandi difetti delle classi più agiate della società, spesso corrotte da potere e denaro, e sempre opposte allo sviluppo sociale che invece Mahmud sosteneva.
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