Politeismo: differenze tra le versioni
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Con il termine '''politeismo''' si individuano e si classificano nella [[storia delle religioni]] quelle dottrine che ammettono l'esistenza di più divinità destinatarie di un culto
[[File:Raffaello, concilio degli dei 02.jpg|upright=2.1|thumb|''[[Concilio divino|Concilio degli dei]]'', opera di [[Raffaello]] nella [[Loggia di Psiche]], [[Villa Farnesina]], [[Roma]]]]
==Politeismo e enoteismo==
Nel politeismo può accadere che la pluralità delle divinità che lo rappresentano si riferiscano in forme di subordinazione a un'unica divinità, un ''[[numen]]'' dai superiori poteri diffusi negli elementi naturali e non necessariamente personificata in un dio preciso, come per esempio nel "padre degli dei"
È infatti da tenere presente che «''Le pretese "tendenze monoteistiche" che si sono volute trovare in seno a varie religioni politeistiche — egizia, babilonese, assira, cinese, greca, ecc. — rappresentano tutt'al più uno pseudo-monoteismo, in quanto si riducono sia alla supremazia di una divinità sulle altre, sia all'assorbimento di varie divinità in una sola, ma sempre in modo che accanto alla divinità suprema ne sussistono altre (inferiori), e con ciò il politeismo non si può certo dire superato.''»
Si tratta in questo caso dell'[[enoteismo]], una forma di culto intermedia tra politeismo e monoteismo, in cui è venerata in particolar modo una singola divinità, senza tuttavia negare l'esistenza di altri dei, di cui però di solito è sottolineata l'estraneità e/o l'inferiorità.
== Etimologia ==
Il termine "politeismo" è attestato nelle lingue moderne per la prima volta nel francese (''polythéisme'') a partire dal [[XVI secolo]]
Il termine ''polythéisme'' è formato da termini derivati dal greco antico: πολύς (''polys'') + θεοί (''theoi'') ad indicare "molti dèi"; quindi da ''polytheia'', termine coniato dal filosofo giudaico di lingua greca [[Filone di Alessandria]] (20 a.C.-50 d.C.) per indicare la differenza tra l'unicità di Dio nell'Ebraismo rispetto alla nozione pluralistica dello stesso propria di molte religioni antiche<ref>[[Gabriella Pironti]], ''Il "linguaggio" del politeismo'' in ''Grecia: mito e religione'' vol.6 della ''Grande Storia dell'antichità'' (a cura di [[Umberto Eco]]). Milano, Encyclomedia Publishers/RCS, 2011, pag.22.</ref>, tale termine fu poi ripreso dagli scrittori cristiani (ad esempio da [[Origene]] in ''Contra Celsum'').
== La nozione di politeismo nella storia delle religioni ==
{{S sezione|religione}}
Nella storia delle religioni del [[XIX secolo]], in particolare nella scuola [[Evoluzionismo (scienze etno-antropologiche)|evoluzionistica]], il politeismo è stato considerato come preceduto da forme di religiosità arcaica che si esprimevamo non nei confronti di divinità, ma verso oggetti inanimati ([[feticismo]]) o generici spiriti ([[animismo]]) o demoni ([[polidemonismo]])
La teoria elaborata dalla "scuola dell'Ur-monotheismus" (fondata da [[Wilhelm Schmidt]], e per questo indicata anche come Scuola di Vienna), sostenne invece che la religiosità antica era rappresentata inizialmente dal [[monoteismo]] che si alterò successivamente in un politeismo dove i vari dèi rappresentavano o le caratteristiche principali dell'unica divinità iniziale o uomini illustri divinizzati, o la personificazione di fenomeni naturali divinizzati
Rispetto alle altre forme religiose pluraliste, con il politeismo si afferma l'esigenza di una maggiore caratterizzazione e precisione dell'entità spirituale, tale che ciascuna divinità si riferisca a un particolare aspetto del mondo terreno e che sia collegata ad altre divinità, in modo
{{Citazione|La pluralità dei campi d'azione giustifica la pluralità degli dei, così come l'armonizzazione dei diversi campi d'azione porta a collegare in un pantheon armonico i vari dei.<ref>[http://www.sapere.it/enciclopedia/politeismo.html ''Sapere.it'' alla voce "Politeismo"]</ref>}}
Un microcosmo, quello della società umana, che cerca corrispondenza con l'universo ordinato, con il macrocosmo divino.
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