Partito Radicale (Italia): differenze tra le versioni
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Durante i suoi oltre 60 anni di storia il Partito radicale ha cambiato più volte il proprio emblema identificativo e la storia di ciascuno dei suoi simboli ha un valore prettamente politico legato al momento storico in cui viene adottato. Il primo simbolo è quello della donna con il berretto frigio, talvolta identificata con la [[Minerva]], divinità romana della lealtà in lotta, delle virtù eroiche, della guerra giusta (guerra per giuste cause o per difesa), della saggezza. La donna con il berretto frigiio viene comunemente chiamata la [[Marianne (allegoria)|Marianna]] in ricordo dell'allegoria simbolo della [[Rivoluzione francese]].
La scelta di questo simbolo, la cui rappresentazione grafica adottata dal Partito si dice essere uscita dalla matita dello stesso [[Mario Pannunzio]]<ref name=":3">{{Cita web|url=http://www.isimbolidelladiscordia.it/2016/09/la-marianna-laica-e-radicale-di-negri.html|titolo=La Marianna (laica e radicale) di Negri, un simbolo che parla|autore=Gabriele Maestri|citazione=Un simbolo "molto bello, che ricorda storia radicale e secolo dei lumi", come ha detto ancora Negri a Radio Radicale: non a caso, la "testa di donna con berretto frigio" nota anche come "dea della Libertà", disegnata forse da Mario Pannunzio (così scriveva Fabio Morabito nel 1977), fu emblema del primo partito radicale - già dal 1956 - e nel 1967, in occasione del 3
[[File:Partito Radicale.svg|alt=Simbolo elettorale del Partito Radicale|miniatura|Il simbolo elettorale del Partito radicale in uso dal 1976 al 1989]]
Il secondo simbolo del partito è quello con cui il partito fu noto durante tutto il suo periodo elettorale, ovvero la '''rosa nel pugno''', o se si preferisce "il simbolo col pugno e la rosa" - così scriveva nel 1976 ''Notizie Radicali'' - per oltre vent'anni consecutivi è stato l'emblema grafico che più di tutti ha riassunto il credo e le battaglie del '''Partito radicale''' in Italia<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Gabriele Maestri|anno=2006|titolo=SENZA ROSA E SENZA PUGNO? CONSIDERAZIONI GIURIDICO- SIMBOLICHE SULLA PRESENZA ELETTORALE DEI RADICALI IN ITALIA|rivista=Nomos - Le attualità del diritto|volume=1|accesso=1º luglio 2019|url=http://www.nomos-leattualitaneldiritto.it/wp-content/uploads/2016/05/Maestri_Nomos1-2016.pdf}}</ref> e verrà utilizzato anche dopo il periodo elettorale dalle liste variamente riconducibili alla figura di Marco Pannella.
Abbastanza paradossalmente la [[Rosa nel Pugno]] non era un simbolo che si rifaceva alla tradizione storica radicale, ma era piuttosto un simbolo socialista.
Il simbolo della [[Rosa nel Pugno]] in una forma molto simile a quello dell'emblema delle liste radicali fu per la prima volta utilizzato in Francia nel 1969 nella campagna di affissioni del "nuovo" [[Partito Socialista Francese]] (Psf) e conquistò nel giro di un paio di anni il ruolo di simbolo ufficiale del partito profondamente rinnovato dal [[Congresso di Épinay]] che vide l'elezione di [[François Mitterrand]] come segretario. L'autore del simbolo era il grafico e illustratore [[Marc Bonnet]].
[[File:Radicalparty.jpg|alt=Emblema attuale del Partito Radicale|miniatura|L'attuale emblema del Partito radicale rappresentante la faccia di Gandhi stilizzata realizzata dalla scritta Partito radicale in molteplici idiomi e lingue nazionali|sinistra]]
Una versione diversamente stilizzata della Rosa nel Pugno, ad opera dell'illustratore '''Piergiorgio Maoloni''' sarà effettivamente utilizzata in area radicale ancor prima di quella di Bonnet. A seguito di un accordo ''politico'' con Mitterrand, Marco Pannella ottenne la facoltà di utilizzare il simbolo (sebbene il legittimo autore contesterà quest'accordo ottenendone soddisfazione in una successiva causa del 1981). Dalle elezioni del 1976 in poi, il Partito radicale prima. e dopo le liste variamente riconducibili all'[[Lista Marco Pannella]] poi, utilizzarono sempre la grafica di Bonnet anche se variamente ristilizzata.
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== Mezzi e obiettivi ==
Il Partito radicale si definisce come:<blockquote>''«un'associazione di cittadini, parlamentari e membri di governo di differenti nazionalità che intendono utilizzare mezzi nonviolenti per creare un corpo effettivo di legge internazionale in merito agli individui e l'affermazione della democrazia e della libertà nel mondo.»''</blockquote>Il
== Le campagne recenti (2016-) ==
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Fu nel [[1959]] che questo accento prese la piega di una vera e propria campagna antidemocristiana, accusando il partito di maggioranza, la [[Democrazia Cristiana|DC]], di aver costruito un regime in seno ad un sistema di democrazia repubblicana. Vi fu un importante dissenso all'interno del partito, cominciando a manifestarsi la frattura che ne avrebbe di lì a poco allontanato [[Leo Valiani]] e [[Giovanni Ferrara (repubblicano)|Giovanni Ferrara]].
=== Gli anni sessanta
Sul principio degli [[Anni 1960|anni sessanta]], si unirono al partito altri nomi illustri, fra i quali lo scrittore [[Elio Vittorini]], l'attore [[Arnoldo Foà]], [[Stefano Rodotà]], [[Lino Jannuzzi]], ed [[Antonio Cederna]]. Mentre l'arrivo di nomi noti anche ad un pubblico non solo elitario consentiva di migliorare le strategie di [[comunicazione]] del partito, al suo interno maturava però una contrapposizione che vide consolidarsi la "sinistra radicale", capeggiata da [[Bruno Villabruna]] ed [[Ernesto Rossi]].
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=== Consiglio generale ===
Il XLI Congresso ha eletto al Consiglio Generale i primi 25 dei 75 membri:
[[Rita Bernardini]], [[Sergio D'Elia]], [[Valter Vecellio]], [[Carla Rossi]],
== Risultati elettorali ==
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