Castello di Musso: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica |
|||
Riga 46:
}}
Il '''castello di Musso''', situato nell'[[Musso (Italia)|omonima città]] [[Lombardia|lombarda]], è un [[Fortezza|fortilizio]] di origini medievali posto a guardia del [[lago di Como]]. Acquisì particolare rilevanza nel corso della prima metà del [[XVI secolo|Cinquecento]] quando divenne quartier generale di [[Gian Giacomo Medici]].
==Storia==
[[Image:Musso 3.jpg|thumb|left|250px|Lo sperone di roccia di Musso con il castello soprastante]]
Posto su uno sperone di roccia alto 300 metri sul livello del mare che si estende tra [[Dongo (Italia)|Dongo]] e
Le prime notizie storiche certe che abbiamo sul conto della fortificazione risalgono però al [[1350]] quando il castello ed il piccolo borgo presente risultano essere possedimento della famiglia Malacrida, antica famiglia [[Guelfi e ghibellini|guelfa]] di Como trasferitasi a
[[Image:Chiesetta di Sant' Eufemia.jpg|thumb|right|250px|La chiesa di Sant'Eufemia (XVII secolo) nel complesso del castello di Musso]]
Cacciati i Malacrida, [[Galeazzo Maria Sforza]] affidò i possedimenti e la rocca di Musso alla famiglia Cotignola, ai quali rimase sino al [[1493]] quando Biagio Malacrida, ottenuto il perdono da [[Ludovico il Moro]], venne restaurato nel proprio feudo. Di fonte alla frequente minaccia dell'invasione dei [[Cantone dei Grigioni|Grigioni]], Biagio Malacrida nel [[1507]] si pose sotto la protezione del [[capitano di ventura]] al [[maresciallo]] [[Gian Giacomo Trivulzio]] (alleato dei Francesci). In quello stesso periodo i Grigioni attaccarono e distruggono quasi completamente il castello ed a quel punto il Malacrida decide di cedere il controllo dell'intero feudo al Trivulzio, il quale amplierà ulteriormente la rocca con la costruzione di nuove mura atte a resistere alle nuove [[Artiglieria|artiglierie]]. Al Trivulzio verrà inoltre concesso il diritto di [[Moneta|battere moneta]], creando all'interno della rocca una [[zecca]]. Sempre sul progetto del Trivulzio venne costruito il porto annesso al borgo fortificato e venne riedificata la rocca superiore. Alla morte di Gian Giacomo Trivulzio nel [[1518]], il feudo passò a Gerolamo Squinzano per poi passare a Sebastiano da Novara.
Dopo di questi fu però la figura di
[[Image:Castello di Melegnano 0282.JPG|thumb|left|300px|Il castello di Musso affrescato nella [[Castello di Melegnano#Sala delle Battaglie|Sala delle Battaglie]] del [[Castello di Melegnano]].]]
Sotto la dominazione spagnola, tornarono al castello di Musso i Malacrida nel [[1532]], i quali ricostruirono solo in parte le mura del castello. Nel [[1617]] il castello venne acquistato dalla famiglia Bossi che vi rimase sino al [[1838]]. Nel [[1636]], durante la [[
Poco oggi è rimasto delle antiche fortificazioni, non solo per le frequenti demolizioni, ma anche per la presenza delle cave di [[marmo di Musso]] che sin dall'epoca romana vennero utilizzate come fonte di [[Roccia|pietra]] pregiata da costruzione e da decorazione.
Mentre era parroco a [[Pianello del Lario]], anche il futuro [[Luigi Guanella|San Luigi Guanella]] si interessò alla storia del castello di Musso, scrivendo una serie di articoli che vennero pubblicati sul giornale locale ''L'Ordine'' e che successivamente vennero riuniti in una pubblicazione.
===Il "Giardino del merlo"===
Nella parte inferiore alla chiesa di Sant'Eufemia un notabile locale, l'ingegner Giovanni Manzi, nel [[1858]], fece realizzare un [[orto botanico]] noto come "Giardino del merlo", nel quale fece introdurre piante esotiche provenienti da tutto il mondo. Tra i diversi esemplari qui presenti ricordiamo delle [[Arecaceae|palme]] (dei generi ''[[Trachycarpus fortunei]]'', ''[[Chamaerops humilis]]'' e ''[[Brahea armata]]''), [[Quercus petraea|rovere]], [[Laurus nobilis|alloro]], [[Buxus sempervirens|bosso comune]], ''Opuntia engelmannii'', ''[[Euphorbiaceae]]'', [[Ruta graveolens|ruta]], ''[[Citrus × aurantium]]'', ''[[Cycas revoluta]]'', ''Idesia polycarpa'', [[canfora]], [[magnolia]], ''[[Melia azedarach]]'', [[Musa basjoo|banano]], [[Cyperus papyrus|papiro]], [[Olea europaea|olivo]], [[ligustrum|ligustro]], [[Camellia|camelia]], [[Rhododendron|azalea]], [[passiflora]], [[Viburnum|viburno]], [[lagerstroemia]], [[agave americana]], [[Eucalyptus|eucalipto]], [[Cedrus|cedro]], [[Nerium oleander|oleandro]], [[Prunus laurocerasus|lauroceraso]], [[Bambuseae|bambù]], [[yucca]] e [[Pinus pinea|pino domestico]].
Lo stesso
== Note ==
Riga 73:
==Bibliografia==
*A. Gentile, ''Il castello di Musso'' estratto da ''Almanacco Provinciale di Como'', [[Como]], 1880
*I. Barbieri Lambertini (a cura di), ''Il castello di Musso: storia e natura del paese di Musso sul lago di Como'', [[Casale Monferrato]], 1993
*L. Carove, ''Il castello di Musso e le sue cave di marmo'', Como, 1929
* E. Bartolozzi, ''Episodi di storia milanese: l'assedio del Medeghino in Lecco''. - [[Lecco]], 1960 - SBN SBL0026829.
* M. E. Mallet, ''Signori e mercenari. La guerra nell'Italia del Rinascimento'', [[Bologna]], [[Il Mulino]], 1983 - ISBN 88-15-00294-4.
* C. Rendina, ''I capitani di ventura'' - [[Roma]], [[Newton Compton Editori|Newton & Compton]], 1999 - ISBN 88-8289-056-2.
* I. Bettin, ''La donazione di Pio IV a risarcimento dei danni delle guerre del Medeghino'' - [[Oggiono]], Cattaneo editore, 2005 - ISBN LO11047547.
* E. Blotto Colturri, ''Il giardino del Merlo - sui passi di don Guanella'', [[Dongo (Italia)|Dongo]], 2012
== Voci correlate ==
| |||