Classe Navigatori: differenze tra le versioni

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|Autonomia_velocità=15
|Autonomia_distanza2=800
|Autonomia_velocità2=38
|Autonomia_velocità=38
|Capacità_di_carico=
|Equipaggio=9 ufficiali, 164 sottufficiali e marinai
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[[File:RCT_Da_Recco3_Cannone_Massimo_Messina.jpg|thumb|Il complesso binato prodiero da 120/50 del ''Da Recco'']][[File:Schema_Armamento_Classe_Navigatori.jpg|thumb|left|upright=1.4|Schema dell'armamento dei cacciatorpediniere classe Navigatori dopo il primo ciclo di modifiche del 1930-1931.]]
 
L'armamento principale dei {{nave|classe|Navigatori||2}}, identico su tutte le unità e mai modificato, era costituito dai sei cannoni [[120/50 Mod. 1926|Ansaldo Mod. 1926 da 120/50]] in tre complessi binati scudati<ref>I cannoni Ansaldo 1926 &nbsp;120/50 erano assemblati in complessi "binati", cioè a due canne affiancate (ma a culla unica!) e "scudati", cioè protetti su quattro lati (anteriormente, lateralmente e superiormente) da una corazzatura per proteggere i serventi.</ref>, posti lungo l'asse di simmetria dello scafo: il primo sul castello di prora con un angolo di brandeggio<ref>Il "brandeggio" di un cannone è il movimento rotatorio del suo [[affusto]] su un piano orizzontale che permette di puntarlo nelle diverse direzioni.</ref> di 135° per lato; il secondo sopra la tuga di centro nave con un angolo di brandeggio per lato di 65° a proravia e di 45° a poppavia; il terzo era posto sulla tuga di poppa e poteva essere brandeggiato di 155° per lato. Erano in grado di sparare [[proiettile|proiettili]] a [[Granata (proiettile)|granata]] perforante da 23&nbsp;kg con una gittata utile di 19.600 m, ma erano gravati da una discreta imprecisione di tiro dovuta anche alla posizione ravvicinata delle canne. Questi cannoni, anche se non specificamente progettati per questo (avevano un [[alzo]] di soli 45° ed erano privi di apparati di punteria antiaerea), vennero usati anche per il tiro [[Armi contraerei|contraereo]] mediante fuoco di sbarramento<ref>Il fuoco o tiro di "sbarramento" consisteva nel formare una cortina di proiettili alla quota approssimativa e nella posizione in cui l'aereo presumibilmente avrebbe portato l'attacco. Si trattava di un modo impreciso ma spesso efficace di contrastare gli attacchi aerei, in alternativa al tiro diretto o "puntato" che, mirando direttamente al bersaglio, richiedeva appositi apparati di punteria antiaerea.</ref> con [[Granata (proiettile)|granate]] dirompenti.
 
[[File:Torretta telemetrica 3m Navigatori.jpg|thumb|left|Torretta telemetrica a due telemetri stereoscopici]]