Arte sacra: differenze tra le versioni

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Anche per l’[[Islam]], Dio è un’artista.<ref name="Titus 10">{{cita |Titus Burckhardt|p. 10}}.</ref>
{{Citazione|L’arte divina è anzitutto la manifestazione dell’unità divina nella bellezza e regolarità del cosmo.Risalire dalla bellezza del mondo all'unità, questa è la saggezza|Titus Burckhardt}}
Ed è proprio per questo motivo che per il [[musulmano]] l’arte è fondata sulla saggezza, o sulla scienza, che non è altro il deposito della saggezza stessa. Lo scopo dell’arte è quello di aiutare lo spirito a distaccarsi dalle cose per risalire verso l’infinito. Ma l’Islam pone il divieto di rappresentare Dio, in quanto esso non può essere rappresentato, essendo astratto. L’unica eccezione è l’immagine piena come arte profana che però non rappresenti né Dio e né il viso del profeta. Anche nelle moschee non c’è alcuna immagine che rappresenti Dio, questo però può avere un aspetto positivo perché sottolinea la trascendenza di Dio che è assoluta e non può essere paragonato. Ma ha anche un aspetto negativo perché si elimina una “presenza” che<ref>{{cita |Titus Burckhardt|p. 92}}.</ref> {{Citazione|rischia di contrapporsi a quella invisibile di Dio e, a causa della imperfezione di ogni simbolo, di essere una fonte di errori|Titus Burckhardt}}. Questo rifiuto della rappresentazione figurata naturale, non è dato dal Corano, ma bensì dall'artista islamico stesso, il quale non vuole sostituirsi a Dio nel tentativo di imitare le forme naturali. <ref>{{cita |Storia On line| Istituto italiano Edizioni Atlas}}.</ref>.
{{Citazione|rischia di contrapporsi a quella invisibile di Dio e, a causa della imperfezione di ogni simbolo, di essere una fonte di errori|Titus Burckhardt}}
Secondo il pensiero musulmano l’immagine dell’arte figurativa sposta un ordine di realtà in un altro. Soluzione a tutto ciò è la saggezza che pone ogni cosa al loro posto. Ma nell'[[arte figurativa]] si traduce nell'idea che ogni creazione artistica deve seguire e rendere accessibile le leggi della sua sfera di esistenza. Per esempio nell'architettura, grazie alla forma regolare del cristallo, viene espresso l’equilibrio statico e lo stato perfetto dei corpi immobili. Una creazione tipica dell’Islam è l’[[arabesco]], dove, come dice Burckhardt<ref>{{cita |Titus Burckhardt|p. 100}}.</ref>
{{Citazione|il genio geometrico si combina con il genio nomade|Titus Burckhardt}}
Esso è un modo per fare arte, senza riprodurre l’immagine, o più precisamente, di dissolvere l’immagine. L’arabesco costituisce una specie di dialettica dell’ornamento che implica due elementi fondamentali: il primo è l’intreccio, che si ricollega alla speculazione geometrica, il secondo elemento è il motivo vegetale che è una specie di grafica del ritmo, composta da forme a spirale.<ref>{{cita |Titus Burckhardt| pp-92-100}}.</ref>.
Per l'artista islamico, l'arte non era un dono ma una conoscenza da acquisire. Le opere erano anonime, in quanto l'artista stesso era in secondo piano rispetto all'opera, che invece era il risultato finale e ciò che contava maggiormente. Lo scopo dell'artista era il conseguimento della bellezza. Questo deriva dal Corano che dava importanza alla bontà e alla verità e enfatizzava i Begli Atti. Ma anche dai novantanove Sacri Attributi di Dio che in arabo sono detti i Più Beli Nomi di Dio.
L'arte islamica, inizialmente, lavorava con tecniche e vecchi motivi conosciuti dai loro predecessori semiti, bizantini e sassanidi. Nei secoli seguenti il mondo musulmano, rimase la sola cultura in stretto contatto con le altre civiltà e le altre culture.<ref>{{cita |Storia On line| Istituto italiano Edizioni Atlas}}.</ref>.
 
===Taosimo===