Klemens von Metternich: differenze tra le versioni
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Dal momento che il padre prestava servizio come ambasciatore imperiale presso le corti degli arcivescovi di Treviri, Colonia e Magonza<ref name="palmer5" />, l'educazione del giovane Klemens fu gestita dalla madre e risentì della vicinanza all'ambiente culturale francese, tanto che per molti anni Metternich stesso si sentì più a suo agio nel comunicare in francese rispetto al tedesco; in seguito, tuttavia, il padre affidò il figlio alle cure di un precettore protestante che lo istruì nelle materie accademiche e gli insegnò il nuoto e l'equitazione, e decise di portarlo con sé nelle sue visite ufficiali alla corte<ref name = "palmer10">{{Cita|Palmer|pp. 10-12|Palmer}}.</ref>.
Nell'estate del [[1788]] Metternich iniziò a studiare giurisprudenza presso l'[[Università di Strasburgo]] dove, per qualche tempo, fu ospitato dal [[Massimiliano I Giuseppe di Baviera|principe di Zweibrücken]]<ref name = "palmer10" />. In questi anni, il tutore lo descrisse come persona "di bell'aspetto, felice ed amabile" ma i contemporanei sottolinearono anche la tendenza ad essere un fanfarone ed un bugiardo<ref name = "palmer12 ">{{Cita|Palmer|pp. 12-16|Palmer}}.</ref>. Nel settembre [[1790]], Metternich lasciò Strasburgo per partecipare all'incoronazione di [[Leopoldo II d'Asburgo-Lorena|Leopoldo II]] a Sacro Romano Imperatore che si sarebbe tenuta il mese seguente a Francoforte: in tale occasione, ricoprì il ruolo di maestro delle cerimonie per conto del collegio comitale cattolico di [[
Tra la fine del 1790 e l'estate del 1792, Metternich studiò giurisprudenza all'[[università di Magonza]] (il cambio di università fu dovuto al fatto che Strasburgo era troppo vicina al confine francese e dunque alla minaccia della [[rivoluzione francese|rivoluzione]]); inoltre, nelle pause estive di studio, seguì il padre che era stato nominato [[plenipotenziario]] per i [[Paesi Bassi austriaci]]<ref name = "sauvignyxiii">{{Cita|de Sauvigny|pp. xiii-xvii|de Sauvigny}}.</ref>.
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=== Congresso di Rastatt ===
{{vedi anche|Congresso di Rastatt}}
Rimasto a Vienna insieme alla moglie, Metternich riprese gli studi; nel gennaio 1797 nacque sua figlia Maria<ref name = "palmer27" />; nel settembre dello stesso anno morì il suocero, quindi egli poté partecipare al [[congresso di Rastatt]] prima come segretario del padre e poi come rappresentante del collegio comitale della Westfalia<ref name = "cecil78" />. Rimase a Rastatt fino allo scioglimento del congresso, nell'aprile dell'anno successivo; Eleonore decise di seguire il marito ed a Rastatt diede alla luce due figli, Franz (febbraio 1798) e Klemens (giugno 1799): Klemens però morì pochi giorni dopo la nascita e Franz contrasse
=== Ambasciatore ===
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Poco prima dell'inizio dei colloqui di pace, precisamente il 22 dicembre, gli alleati attraversarono il [[Reno]] e Metternich, dopo una breve visita alla moglie e alla famiglia per il Natale, partì per [[Basilea]] per incontrare gli altri rappresentanti dei paesi della coalizione. Le trattative furono estremamente combattute: lo Zar premeva per garantire la corona svedese a [[Carlo XIV di Svezia|Jean Bernadotte]] e per restaurare i Borboni sul trono di Francia; Metternich, al contrario, favoriva il mantenimento della dinastia Bonaparte-Asburgo, se non sotto Napoleone, almeno sotto il figlio; poi, incontratosi con il ministro degli esteri inglese Castlereagh, cercò di concordare una posizione comune<ref name = "palmer107">{{Cita|Palmer|pp. 107-117|Palmer}}.</ref>.
Dopo i colloqui con Castlreagh, Metternich incontrò nuovamente lo Zar il quale, pur chiedendo
A metà marzo del 1814, a seguito della [[battaglia di Laon]], riprese l'avanzata degli eserciti della coalizione e con essa le trattative: in assenza di prussiani e francesi, fu stabilito che dopo la fine di Napoleone la Francia sarebbe tornata ai Borbone<ref name = "ford257" />; il 30 marzo, Parigi capitolò nelle mani russe e agli inizi di aprile Napoleone decise di abdicare<ref name = "palmer107" />.
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Riprese le trattative, Metternich fu impegnato nella discussione della assai spinosa questione del [[Granducato di Varsavia]] ormai interamente occupato dalla Russia la quale anelava alla sua completa annessione: deluso e stressato dagli eventi mondani del Congresso, Metternich, poco dopo aver concluso una discussione con [[Robert Stewart, II marchese di Londonderry|Lord Castlereagh]] in merito alla necessità di contenere l'espansione russa in Polonia, irritò grandemente lo Zar [[Alessandro I di Russia|Alessandro I]] ed arrivò quasi al punto di rompere le relazioni diplomatiche e di minacciare una guerra<ref name = "palmer133" />.
Nonostante l'errore, l'Imperatore Francesco I rifiutò di licenziare il cancelliere e, dopo un mese di serrate trattative, fu convenuto che parte del Granducato di Varsavia sarebbe stata restituita ad Austria e Prussia (la quale avrebbe rinunciato
Nel febbraio del 1815, dopo aver risolto le questioni riguardanti le cessioni territoriali in Polonia e Germania sia pure a prezzo di accettare il dominio russo su Varsavia e la crescente influenza prussiana, Metternich volse la sua attenzione alla costituzione di una nuova [[Confederazione Tedesca]] avente lo scopo di bilanciare l'espansione prussiana: fu dunque convenuto di garantire la libera navigazione sul Reno, l'indipendenza e la neutralità della [[Svizzera]] ed, infine, si stabilì che ciascun stato tedesco, nel rispetto della propria autonomia, avrebbe partecipato
Risolte tali questioni, la restante parte del mese di febbraio fu trascorsa ad esaminare il problema del re di Napoli [[Gioacchino Murat]]<ref name = "palmer139">{{Cita|Palmer|pp. 139-146|Palmer}}.</ref> finché, il 7 marzo, Metternich ricevette la notizia della fuga di [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]] dall'[[Isola d'Elba]]<ref name = "cecil169">{{Cita|Cecil|pp. 169-175|Cecil}}.</ref>: dopo una discussione con lo Zar ed il Re di Prussia, fu convenuto che non vi sarebbero stati cambiamenti al Congresso; poi, il 13 marzo, si decise di iniziare i preparativi per una nuova [[settima coalizione|campagna militare]] ed infine furono ratificate gli accordi assunti sulla Polonia, la Germania e la Svizzera e furono fissati i confini olandesi<ref name = "palmer139" />.
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=== Parigi e viaggio in Italia ===
Dopo la sconfitta di Napoleone e la restaurazione dei Borboni, Metternich fu costretto a trasferirsi a Parigi insieme al figlio e a due figlie (che rischiarono quasi di morire per il crollo di un ponte): dopo 133 giorni di negoziati, fu stipulato, il 20 novembre, il secondo [[Trattato di Parigi (1815)|trattato di Parigi]] a seguito del quale la Francia avrebbe dovuto cedere alcuni territori di frontiera, pagare
Frattanto, il 26 settembre fu stipulato un documento separato, proposto dallo Zar e riformulato da Metternich stesso che istituiva la [[Santa Alleanza]] alla quale avrebbero aderito tutti gli stati europei con l'eccezione del Papa, del Regno Unito e dell'Impero Ottomano<ref>{{Cita|de Sauvigny|pp. 129-131|Bertier de Sauvigny}}.</ref>; poco dopo, un secondo trattato istituiva la Quadruplice Alleanza. In conclusione, con l'Europa in pace, Metternich aveva ottenuto il risultato di raddoppiare l'estensione dell'impero austriaco rispetto all'anno in cui era divenuto ministro degli esteri<ref name = "palmer150">{{Cita|Palmer|pp. 150-156|Palmer}}.</ref>.
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=== 1817-1822 ===
[[File:Europa 1815.svg|miniatura|upright=1.8|L'Europa nel 1818.]]
Dopo il congresso di Vienna ed il trattato di Parigi, Metternich ebbe due obbiettivi fondamentali: la conservazione dell'equilibrio e dell'accordo tra le grandi potenze europee ed il mantenimento dell'ordine costituito; inoltre, negli anni tra il 1817 ed il 1820, fu estremamente preoccupato dalla politica russa e dal timore che [[Giovanni Capodistria]], principale consigliere dello Zar, di origini greche e di note idee liberali, potesse indirizzare la politica russa verso
Nello stesso periodo, tuttavia, Metternich soffrì di gravi problemi di salute alla schiena e fu costretto nella città termale di [[Karlovy Vary|Karlsbad]] ove risiedette per un mese; dopo aver ricevuto la notizia della morte del padre<ref>{{Cita|Cecil|p. 182|Cecil}}.</ref>, visitò la tenuta di famiglia a [[Lázně Kynžvart|Königswart]], poi la dieta federale tedesca riunita a [[Francoforte sul Meno]] nella speranza di strappare un accordo sulle questioni procedurali che dividevano i principi tedeschi della Confederazione; infine, si recò a [[Coblenza]] ed alla nuova tenuta di [[Johannesberg]]<ref name = "palmer169" />-
Da Johannesberg, accompagnò l'imperatore Francesco al [[Congresso di Aquisgrana (1818)|Congresso di pace di Aquisgrana]] ove perorò ed ottenne il ritiro delle truppe di occupazione dalla Francia ma poco altro dal momento che la Gran Bretagna non poteva sostenere le sue posizioni contrarie alla liberà di stampa e le altre potenze, salvo la Russia, non intendevano consolidare ulteriormente la Quadruplice Alleanza<ref name = "palmer169" />.
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Dopo lo scioglimento del congresso, Metternich intrecciò una relazione con [[Dorothea von Benckendorff]], con la quale raggiunse Bruxelles: sebbene si incontrassero assai raramente, la coppia ebbe un fitto scambio epistolare per i successivi otto anni.
Tornato a Vienna, l'11 dicembre [[1818]], passò del tempo con i figli, intrattenne lo Zar per il periodo natalizio prima di accompagnare l'imperatore per un nuovo viaggio in Italia; il viaggio, però, fu interrotto dall'assassinio del drammaturgo tedesco [[August von Kotzebue]] per mano di uno studente liberale: Metternich fece pressioni per indurre i governi tedeschi ad aumentare l'attenzione contro le fazioni liberali o nazionaliste e, dopo aver sondato il consenso prussiano, convocò una conferenza informale a [[
L'anno seguente, Metternich promosse la Conferenza di Vienna ma le trattative non furono un successo: i [[Regno di Württemberg|re del Württemberg]] e della [[Regno di Baviera|Baviera]] si opposero ferocemente ai progetti di riforma della Confederazione Germanica e Metternich dovette abbandonarli; in ogni caso, riuscì comunque a garantire un rafforzamento della repressione dei movimenti liberali<ref>{{Cita|Cecil|p. 197|Cecil}}.</ref>.
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=== Cancelliere ===
==== Hannover, Verona e
{{vedi anche|Guerra d'indipendenza greca|Spedizione di Spagna}}
Nel [[1821]], mentre Metternich era ancora a
Nel periodo di Natale lo Zar tentennò sulle sue posizioni e decise di inviare a Vienna, nel febbraio del 1822, [[
Ad aprile, tuttavia, i russi annunciarono che avrebbero inviato un corpo di spedizione in [[Spagna]] per restaurare il governo assoluto di re [[Ferdinando VII di Spagna|Ferdinando VII]]: Metternich, che riteneva la spedizione spagnola un'azione sciocca e sostanzialmente inutile<ref name = "palmer203" />, giocò d'anticipo chiedendo a Castlereagh di venire a Vienna per un incontro informale prima del Congresso, in programma, che si sarebbe tenuto a Verona ma tale incontro non ebbe luogo a causa del suicidio di [[Robert Stewart, II marchese di Londonderry|Castlereagh]] stesso<ref name = "palmer212">{{Cita|Palmer|pp. 212-219|Palmer}}.</ref>. Con la morte di Castlereagh, Metternich perse un utile alleato e, di riflesso, indebolì la posizione del cancelliere al [[Congresso di Verona (1822)|Congresso di Verona]] tanto che non poté discutere della situazione italiana e fu costretto ad accettare la proposta di compromesso francese che prevedeva una forza di invasione congiunta della Spagna composta da truppe francesi, prussiane e russe; Metternich, che della spedizione spagnola, restava avversario si limitò a fornire supporto morale<ref name = "palmer212" /><ref name = "cecil211">. {{Cita|Cecil|pp. 211-212|Cecil}}.</ref>.
Dopo aver indugiato a Verona fino al 18 dicembre e aver passato alcuni giorni con lo Zar a Venezia, Metternich si recò a Monaco di Baviera e poi a Vienna ove rimase da gennaio a settembre del 1823 e ove fu raggiunto dalla famiglia; da questo momento in poi, il cancelliere diradò i viaggi diplomatici sia perché trattenuto dalle questioni politiche sia perché la sua salute lentamente iniziò a declinare; l'anno 1823 fu disastroso per Metternich<ref name = "palmer218">. {{Cita|Palmer|pp. 218-224|Palmer}}.</ref>: a marzo, i francesi attraversarono unilateralmente i [[Pirenei]], poi fu eletto [[papa Leone XII]], candidato estremamente vicino a Parigi, vi furono problemi diplomatici con diversi stati tedeschi ed, infine, mentre accompagnava l'imperatore Francesco ad un incontro con lo Zar Alessandro a [[Černivci]], si ammalò gravemente e dovette limitarsi a partecipare a brevi incontri con il ministro degli esteri russo [[Karl Nesselrode]]. Il colloquio, in ogni caso, fu inconcludente poiché lo zar, impaziente, richiese che si tenesse a [[San Pietroburgo]] un congresso in merito alla situazione balcanica e
Fortunatamente per Metternich le proposte dello Zar furono ampiamente osteggiate dalle altre potenze europee (in particolare la Gran Bretagna) e la Russia fu costretta a rinunciarvi; in questo periodo Metternich rinnovò il programma conservatore che aveva delineato a Karlsbad cinque anni prima e cercò di aumentare ulteriormente l'influenza austriaca sopra la dieta federale tedesca e sulla corte russa; nel gennaio del 1825, però, il peggioramento della salute della moglie Eleonore lo costrinse ad un viaggio a Parigi ma riuscì ad arrivare solo pochi giorni prima che ella morisse, il 19 marzo; il 21 aprile lasciò definitivamente Parigi, raggiunse l'imperatore a Milano il 7 maggio e poi fece tappa a Genova; ai primi di luglio fece visita alle figlie Leontine (quattordicenne) e Hermine (di nove anni) nella tranquilla cittadina di [[Bad Ischl]]<ref>{{Cita|Palmer|p. 225|Palmer}}.</ref>.
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==== Ungheria, la morte di Alessandro I ed i problemi in Italia ====
{{vedi anche|Rivoluzione di Luglio|Moti del 1830-1831}}Nei primi anni venti, Metternich aveva ripetutamente consigliato all'imperatore Francesco di convocare la dieta ungherese in modo da approvare la riforma amministrativa e fiscale che limitavano fortemente i privilegi storici accordati alla nobiltà ungherese; finalmente, tra il 1825 ed il 1827 tale organismo si riunì non meno di 300 volte per esaminare ed approvare le riforme ancorché Metternich, per superare le opposizioni dovette ripetutamente recarsi a [[Bratislava|Presburgo]] per svolgere funzioni cerimoniali
Nel dicembre del 1825, morì lo zar Alessandro I al quale successe il fratello, [[Nicola I di Russia|Nicola I]]; Metternich, per stabilire i primi contatti con il nuovo zar, inviò il principe [[Ferdinando I d'Austria|Ferdinando]] ma non ottenne alcun successo: ormai gli inglesi propendevano per uno stato greco autonomo ed anche i francesi si stavano allineando sulle stesse posizioni e questo limitava fortemente l'influenza austriaca<ref>{{Cita|Palmer|pp. 236-237|Palmer}}.</ref>. L'anno seguente, inoltre, il ministro degli esteri russo, Nesselrode, respinse la proposta di Metternich di convocare un consesso internazionale per discutere gli eventi del Portogallo che si stava avviando alla [[guerre liberali|guerra civile]]<ref name = "palmer232" />.
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{{Citazione|Il mio lavoro di una vita è distrutto|Metternich riferendosi alla [[rivoluzione di Luglio]]<ref>{{Cita|Palmer|p. 246|Palmer}}.</ref>}}
L'anno seguente, infatti, i focolai liberali divennero progressivamente sempre più forti mentre al contempo declinava la capacità e l'influenza del cancelliere: infatti, a fine luglio decise di incontrarsi con Nesslerode nella città termale di Karlsbad ma, solo pochi giorni dopo l'incontro, scoppiò la [[rivoluzione di Luglio]] che portò alla fine della monarchia borbonica di [[Carlo X di Francia|Carlo X]] e la sua sostituzione con un regime più liberale guidato dal [[Luigi Filippo I|duca di Orleans]]: scioccato dall'evento, Metternich cercò, senza esito, di convocare un congresso della Quadruplice Alleanza mentre
Nel febbraio del 1831, scoppiarono delle [[Moti del 1831|sollevazioni nell'Italia Centrale]]
Se la vita privata fu tranquilla, quella pubblica fu segnata dalle rivalità con il ministro degli esteri inglese, [[Lord Palmerston]]: nel giro di poco tempo, i due si scontrarono su qualunque questione e lo stesso Metternich scrisse nelle memorie "In breve, Palmerston si sbaglia su tutto"; tale rivalità fu inasprita dalla volontà di Palmerston di opporsi ad ogni inasprimento sulle università in Germania e di tenere i congressi diplomatici in Gran Bretagna, fatto che avrebbe ridotto l'influenza austriaca<ref name = "palmer255" />.
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[[File:Metternich (c. 1835-40).jpg|miniatura|Metternich in un dipinto datato tra il 1835 ed il 1840.]]
Nel [[1831]], scoppiò la [[prima guerra ottomano-egiziana]] e Metternich, temendo un ulteriore indebolimento dell'[[Impero Ottomano]] propose un nuovo congresso a Vienna ed un supporto internazionale ma i francesi furono evasivi e gli inglesi rifiutarono di sostenere qualunque congresso si fosse tenuto a Vienna. Con le relazioni con la Gran Bretagna al minimo, il cancelliere cercò di rinsaldare i rapporti con Prussia e Russia: la Prussia, nonostante la sua ascesa economica, confermò l'alleanza con l'Austria e lo Zar Nicola I, in cambio di un rafforzamento del controllo nelle province polacche dell'Impero Austriaco, accettò
Nel [[1834]], tuttavia, su iniziativa di Palmerston fu siglata la [[Quadruplice Alleanza (1834)|Quadruplice Alleanza]] tra i governi liberali di Gran Bretagna, Francia, Spagna e Portogallo, fatto che fu aspramente criticato da Metternich quale focolaio di guerra; a questo punto, onde ridurre l'intraprendenza del ministro inglese, il cancelliere cercò invano di creare un blocco alternativo; in ogni caso, la momentanea rimozione di Palmerston dal ministero e la nascita di contrasti tra le potenze firmatarie provocarono la disintegrazione della coalizione liberale<ref name = "palmer255" />.
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Intanto, l'influenza del cancelliere sulla corte declinava ancor di più: infatti, la morte del suo principale alleato, [[Karel Clam-Martinic]], acuì la paralisi del governo austriaco tanto da rendere precaria l'esecuzione delle normative in materia di censura; in ogni caso, se il regime poté proseguire, fu solo per la tranquillità della situazione internazionale (nonostante la successione di [[Federico Guglielmo IV di Prussia|Federico Guglielmo IV]] in Prussia e della Regina [[Vittoria del Regno Unito|Vittoria]] nel Regno Unito)<ref name = "palmer286" />.
Anche le relazioni con la Russia, sebbene piuttosto fredde, furono sostanzialmente tranquille: nel 1845, lo zar Nicola I soggiornò a Vienna e poco dopo Russia
=== La Primavera dei Popoli ===
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{{Citazione|Io non sono più nessuno.... non ho nulla da fare, nulla da discutere.|Metternich dopo le dimissioni<ref>{{Cita|Palmer|p. 313|Palmer}}.</ref>}}
Dopo il 1845, la situazione economica europea iniziò a dare segnali di affaticamento e di indebolimento e ben presto le tensioni sociali latenti si fecero via via sempre più forte; in Austria, in particolare, gli scarsi raccolti provocarono penuria di generi alimentari, disoccupazione
Nel gennaio del 1848, Metternich, finalmente, riconobbe che la situazione italiana si stava rapidamente deteriorando (di fatti nel giro di poco tempo sarebbe scoppiata la [[rivoluzione siciliana del 1848|rivoluzione siciliana]]) ma Metternich individuò in Roma l'epicentro dei problemi e si limitò a rafforzare i presidi austriaci nel Lombardo-Veneto, a garantire ulteriori poteri al governatore militare, [[Josef Radetzky]] ed a concertare azioni comuni d'emergenza con i francesi<ref name = "palmer298" />.
A febbraio, la [[rivoluzione francese del 1848|rivoluzione scoppiò in Francia]]: l'alleato su cui più di tutti Metternich contava, il primo ministro francese Guizot, fu costretto a dimettersi e poco dopo anche il re Luigi Filippo fu costretto all'esilio mentre la nazione restaurava la Repubblica<ref>Mike Rapport, "1848 L'Anno della Rivoluzione", Laterza, Roma-Bari 2011, p. 64 e seguenti</ref>. Il 3 marzo, Kossuth, in un discorso di fuoco alla Dieta ungherese, chiese una costituzione<ref name="musulin305"/>; il 10 marzo a Vienna gli studenti raccolsero le firme per due petizioni in cui chiedevano il riconoscimento delle libertà fondamentali ed un parlamento: le petizioni ebbero notevole successo e la città, per diversi giorni, fu percorsa da manifestazioni popolari che si conclusero il 13 marzo con
[[File:1848 vienna students.jpg|miniatura|Studenti viennesi prendono il controllo delle strade.]]
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[[File:Metternich Klemens Fst.jpg|miniatura|Il Principe Metternich in età avanzata.]]
Dopo un viaggio ansioso di nove giorni, Metternich, la moglie ed il figlio raggiunsero la città olandese di [[Arnhem]] ove sostarono diversi giorni, dato che gli eventi
Negando di aver commesso errori, affermò che le turbolenze in Europa confermassero la necessità della sua politica; a Vienna, la stampa, libera dalla censura, lo accusò di appropriazione indebita e di tangenti, ma da tali accuse fu assolto in sede di indagini; nel frattempo, il governo gli negò la pensione e Metternich dovette fare affidamento sui prestiti<ref name = "palmer312" />.
A metà settembre, la famiglia si trasferì al 42 Brunswick Terrace, [[Brighton]], sulla costa sud dell'Inghilterra dove la tranquillità della vita contrastava fortemente con il clima rivoluzionario dell'Europa lasciato alle spalle; continuò a ricevere visite dal parlamento inglese, grazie alla mediazione di Melanie, si riconciliò con [[Dorothea von Benckendorff|Dorothea Lieven]], incontrò il compositore [[Johann Strauss (figlio)|Johann Strauss]] e Dorothea de Dino, sorella di Wilhemine di Sagan, e [[Ekaterina Pavlovna Bagration|Katharina Bagration]]<ref>{{Cita|Palmer|pp. 319-322|Palmer}}.</ref>.
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=== Metternich e l'Italia ===
Il 2 agosto [[1847]] Metternich scrisse, in una nota inviata al conte Dietrichstein, la famosa e controversa frase:{{Citazione|La parola "Italia" è
Tale frase venne ripresa l'[[1848|anno successivo]] dal quotidiano [[Napoli|napoletano]] ''Il Nazionale'', riportandola però in senso dispregiativo: «L'Italia non è che un'espressione geografica»; nel pieno dei [[Risorgimento|moti del '48]] i liberali italiani si appropriarono polemicamente di questa interpretazione («L'Italia non è che una mera espressione geografica») utilizzandola in chiave patriottica per risvegliare il sentimento anti-austriaco negli italiani.
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Nel corso dei secoli la figura di Metternich fu oggetto di un intenso dibattito storico che generalmente viene riassunto nella divisione tra coloro i quali considerarono la sua politica interna repressiva come un inutile tentativo di impedire il progresso storico e, invece, coloro che lodarono le abilità politiche e diplomatiche del cancelliere.
In particolare, nel corso del XIX secolo, Metternich fu pesantemente denigrato come quell'uomo che soffocò la nascita di realtà costituzionali e liberali tanto nell'Impero Austriaco tanto in Germania e nell'Europa centrale e che, reprimendo ogni moto riformatore mediante l'istituzione di un rigido apparato poliziesco e di una rete di spionaggio dei gruppi di opposizione, non fece altro che accentuare gli odi ed i risentimenti tra le varie nazionalità che componevano l'impero asburgico: in altri termini, secondo questi storici, la mancata nascita di un regime liberale rappresentativo non fece altro che alimentare le pulsioni nazionalistiche che avrebbero portato alla caduta dell'impero<ref name="sked43">{{Cita|Sked|p.43|Sked}}.</ref><ref name="okey98">{{Cita|Okey|p. 98}}.</ref><ref name="palmer225">{{Cita|Palmer|p. 225|Palmer}}.</ref>. Secondo alcuni storici, la sua opposizione al [[Reform Act 1832|Reform Bill]] del 1832 non è una dimostrazione del fatto che la sua politica si fosse arenata
Al contrario, nel XX secolo la sua opera fu in parte rivalutata (in particolare dopo gli studi di [[Heinrich von Srbik]]) e dopo la [[Seconda guerra mondiale]] quando la dottrina storica prese a considerare i suoi tentativi di costruire un assetto europeo stabile e pacifico ed il fatto che, mediante una sapiente rete di alleanze, fosse riuscito
Di recente, infine, parte della dottrina storica ha sottolineato che Metternich aveva in realtà
== Discendenza ==
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