Casellina e Torri: differenze tra le versioni
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Il 15 marzo 1860 gli abitanti di Casellina e Torri sono stati chiamati ad esprimersi con un plebiscito circa l'adesione o meno al Regno di Sardegna: gli abitanti erano 9.579; su 1.857 aventi diritto di voto, ben 1.587 si espressero per l'annessione e 194 per l'indipendenza. 76 schede furono dichiarate nulle.<ref
Una lapide, posta nella vecchia sede del Comune, in piazza Matteotti, realizzata un anno dopo il plebiscito da Francesco Mattei, commemora tale evento. Per diversi anni furono programmati festeggiamenti per l'unità nazionale (inclusa la ricorrenza della festa dello Statuto). Una delle celebrazioni più famose si festeggiò domenica 2 giugno 1861 a Pieve a Settimo<ref name="mg" />.
Nel 1865 il comune di Casellina e Torri si annetté una parte del soppresso comune di [[Legnaia]] con le frazioni di [[Cintoia (Firenze)|San Bartolo]] e [[Cintoia (Firenze)|Santa Maria a Cintoia]], Marignolle, [[San Lorenzo a Greve]], Mosciano, Casignano e [[Scandicci]] ma allo stesso tempo perse la frazione de La Romola a vantaggio del comune di [[San Casciano in Val di Pesa]]. Dopo queste modifiche, il territorio comunale raggiunse i 70 km²<ref>''Legge per l'unificazione amministrativa del Regno d'Italia'' del 20 marzo 1865, Marco Gamannossi, cit.</ref>.
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Proprio la nuova frazione di [[Scandicci]] fu scelta nel 1868 come nuova sede del palazzo municipale (in un luogo chiamato "Tabernacolo del marchese Baglioni") anche se il comune mantenne la vecchia duplice denominazione. La giunta comunale si riuniva a [[Villa Il Platano|Villa Poccianti]], prima della costruzione del [[Comune vecchio (Scandicci)|vecchio palazzo comunale]], costruito nell'area dell'attuale [[Piazza Matteotti (Scandicci)|piazza Matteotti]] da Francesco Martelli nel 1870<ref>Francesco G. Romeo, cit.</ref> in stile neorinascimentale. I lavori li diresse Matteo Cocchini, un impresario di [[Signa]] e costarono 44.288,62 lire dell'epoca<ref>Il 27 giugno 1870 fu bocciata una proposta di voler collocare sulla facciata dell'edificio un "orologio da torre", Marco Gamannossi, ''150 anni di Fiera...'',cit.</ref>.
La giunta tenne la sua prima seduta nel nuovo palazzo nel maggio del 1871<ref
Secondo un progetto rimasto "ideale" datato 1869, Francesco Montelaciti, giardiniere, su consiglio dell'ing. Martelli, in una lettera indirizzata al sindaco dell'epoca, la piazza l'aveva delineata "in modo analogo per le corse dei cavalli" e l'esperto di piante propose di piantare platani, lecci, acacie ombrellifere, castagni d'India e varie siepi<ref>Mila Guidi, op. cit., pag. 57</ref>.
La piazza venne lottizzata e alcuni appezzamenti di terreno vennero acquistati da personaggi di rilievo “esterni” alla comunità (due attori ritiratisi dalle scene, un generale in pensione, un ingegnere dello Stato e un impresario edile); altri terreni se li aggiudicarono degli esponenti della piccola borghesia locale (Puccioni, Cherici, Michelassi, Zani, Del Pino). La qualità delle abitazioni è migliore per quanto riguarda quelle collocate sul lato destro della piazza civica (si tratta di eleganti villini di fine Ottocento- inizi Novecento, accompagnati da giardini, dalle facciate decorate in “stile antico”); più modesta è invece la qualità dei terratetti costruiti sul lato sinistro (eccezion fatta per il grande edificio posto sull’angolo di Via di Scandicci Basso).<ref> Roberto Aiazzi, Marco Jaff, '' Scandicci: da borgo a città. Un profilo di storia urbana: 1866- 1996'', Firenze, 1997, Alinea editrice s.r.l., pag. 21,</ref><ref> ''Scandicci, Itinerari storico-artistici nei dintorni di Firenze'', a cura di Daniela Lamberini, Firenze, 1990, Ponte Alle Grazie, pag. 26.</ref>
Nei decenni successivi, iniziò a svilupparsi il tessuto associativo: nel 1874 venne istituita la Filodrammatica Manzoni, nel 1883 la Società di mutuo soccorso e nel 1897 sorse la [[Pubblica Assistenza Humanitas Scandicci|Pubblica Assistenza Humanitas]], il cui primo presidente fu l'avvocato Dionisio Martinati<ref>[https://www.comune.scandicci.fi.it
La sera del 28 agosto 1878 fu inaugurato il [[Piazza Matteotti (Scandicci)#Cinema Cabiria|Teatro Manzoni]] (oggi Cinema Cabiria), progettato dall'architetto Micheli di Modena<ref name="mg" />.
Intorno al 1880 venne istituita la ''Filarmonica "Vincenzo Bellini"''(nome assunto nel secondo dopoguerra) ed era solita riunirsi nei locali della Società di Mutuo Soccorso (via dei Rossi, 26), tant'è che quell'edificio finì per essere chiamato "Il Coro".<ref> Ibidem, pag 62</ref>.
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