Albrecht von Bernstorff: differenze tra le versioni

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Durante la [[Prima guerra mondiale]] fece parte dell'ambasciata di [[Heinrich von Tschirschky]] a Vienna, dove fu in collaborazione con [[Alfredo di Montenuovo]] e [[Stephan Burián]], politici austriaci, negoziando con [[Albert von Mensdorff-Pouilly-Dietrichstein]] un contratto d'alleanza permanente con l'Austria. Rimase deluso dalle trattative del [[Trattato di Versailles (1919)|Concordato di Versailles]], al quale aveva pure preso parte, ma al contrario di molti politici tedeschi non sconfinò nelle righe dell'estrema destra, e invece entrò nel partito liberale diretto da [[Bernhard Dernburg]] e [[Friedrich Naumann]].
 
Durante gli anni di crisi che seguirono, la sua casa fu luogo di incontro dell'[[intellighenzia]] tedesca dell'epoca: [[Josef Redlich]], [[Hugo von Hofmannsthal]], [[Jakob Wassermann]], [[Louis Nathaniel von Rothschild]], [[Rainer Maria Rilke]], [[Erich Wolfgang Korngold]], [[Hermann Bahr]] furono assidui frequentatori del suo palazzo di Schwerin. Fu anche autore di saggi su [[Georg von Hertling]] e [[Georg Michaelis]]. Assertore di una [[monarchia parlamentare]], fu sostenitore del principe [[Maximilian di Baden]], [[Leopold von Hoesch]] e [[Wilhelm Solf]].
 
Successivamente fu ambasciatore in Romania. Durante la [[Rivoluzione di Novembre]], strinse amicizia con un ufficiale, [[Harry Kessler]], e con tale si prodigò per un riavvicinamento liberale dei Freikorps di [[Ulrich von Brockdorff-Rantzau]]. Fu membro della [[Resistenza tedesca]] al nazismo e partecipò al [[Attentato a Hitler del 20 luglio 1944|complotto di Stauffenberg del 20 luglio 1944]]; arrestato dalla [[Gestapo]], fu fucilato nel carcere di Plötzensee.