Al-Kindi: differenze tra le versioni

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|PostCognomeVirgola = {{arabo|ﺍﺑﻮ ﻳﻮﺳﻒ يعقوب بن اسحاق الكندي}}
|ForzaOrdinamento = Al-Kindi
|PreData = nome latinizzato '''Alchindus'''
|Sesso = M
|LuogoNascita =
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== Biografia ==
Al-Kindī nacque a [[Kufa]] da una famiglia aristocratica della tribù [[Arabi|araba]] dei [[Kinda|Banū Kinda]], originaria dello [[Yemen]], e da qui sicui motivaderivò la sua ''[[nisba]]''. Il suo nome completo era Abū Yūsuf Yaʿqūb ibn Isḥāq ibn al-Ṣabbāḥ ibn ʿUmrān ibn Ismāʿīl al-Kindī ({{arabolang-ar|أبو يوسف يعقوب ابن اسحاق ابن الصّبّاح ابن عمران ابن اسماعيل الكندي}}). Il padre era governatore di Kufa, dove al-Kindī ricevette la sua prima educazione. Più tardi completò gli studi a [[Baghdad]] nella corte dei [[califfi]] [[Abbasidi]] [[al-Ma'mun|al-Maʾmūn]] e [[al-Mu'tasim|al-Muʿtaṣim]]. Grazie al suo apprendimento e all'attitudine agli studi, al-Maʾmūn lo destinò alla [[Bayt al-Hikma|Bayt al-Ḥikma]] (la Casa del Sapere) (insieme al matematico [[al-Khwarizmi|al-Khwārizmīi]]<ref>[http://www-history.mcs.st-andrews.ac.uk/Biographies/Al-Kindi.html] MacTutor History of Mathematics archive</ref>), un centro per la traduzione degli antichi testi filosofici e scientifici greci, da poco istituita a Baghdad. Era anche famoso per la sua [[calligrafia]], e fu per questo impiegato come calligrafo da [[al-Mutawakkil]]<ref name="Corbin, p. 154">Corbin, p. 154.</ref>.
 
Alla morte di al-Maʾmūn, il fratello, al-Muʿtaṣim divenne califfo. La posizione di al-Kindī migliorò sotto al-Muʿtaṣim, che lo nominò tutore del figlio. Ma con la successione di [[al-Wathiq|al-Wāthiq]], e ancor di più dopo la salita al potere di [[al-Mutawakkil]], la stella di al-Kindī si affievolì. Vi sono diverse teorie sul perché: alcuni attribuiscono la caduta di al-Kindī a rivalità all'interno della Bayt al-HikmaḤikma; altri mettono in evidenza le violente persecuzioni di al-Mutawakkil verso i musulmani non sunniti. A un certo punto al-Kindī cadde in disgrazia e la sua biblioteca fu temporaneamente confiscata. [[Henry Corbin]], un'autorità negli studi islamici, dice che nell'873, al-Kindī morì "in solitudine" a Baghdad durante il regno di [[Al-Mu'tamid (Abbaside di Samarra)|al-Muʿtamid]].<ref name="Corbin, p. 154"/>
 
Dopo la morte, il lavoro filosofico di al-Kindī fu presto dimenticato e molte delle sue opere furono perse persino per i tardi studiosi e storici islamici. Felix Klein-Franke suggerisce un certo numero di ragioni per questo fenomeno: a parte la militanza ortodossa di al-Mutawakkil, i [[Mongoli]] distrussero molte biblioteche durante le loro invasioni. Tuttavia, egli dice che la causa più probabile è che le sue opere non trovarono mai una degna accoglienza presso gli studiosi, in confronto a quelle di [[al-Farabi|al-Fārābī]] e [[Avicenna]], e infine queste lo offuscarono.<ref>Klein-Franke, p. 166.</ref>
 
== Opere ==
Al-Kindī era maestro in molte aree del pensiero. Anche se fu poi eclissatomesso in ombra da nomi come quelli di [[al-Farabi]] e [[Avicenna]], è considerato come uno dei più grandi filosofi [[islam]]ici dei suoi tempi. Lo storico [[Ibn al-Nadim|Ibn al-Naḍīm]] (m. 955), lo descrive come<ref>{{Cita web |url=http://www.iric.org/tabid/112/articleType/ArticleView/articleId/396/Al-Kindi-Encyclopaedic-Scholar-of-the-Baghdad-House-of-Wisdom.aspx|titolo=Al-Kindi, Encyclopaedic Scholar of the Baghdad 'House of Wisdom' |accesso=15 novembre 2017}}</ref>:
 
<blockquote>''Il migliore del suo tempo, unico nella conoscenza di tutte le scienze antiche. È chiamato "il Filosofo degli Arabi". I suoi libri riguardano scienze differenti come la logica la filosofia la geometria l'aritmetica, l'astronomia ecc.. Lo colleghiamo ai filosofi naturali per la sua importanza nella scienza.''</blockquote>
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=== Astrologia ===
La visione del [[sistema solare]] di al-Kindi deriva da quella di [[Claudio Tolomeo|Tolomeo]], che pone la Terra al centro di una serie di sfere concentriche in cui sono contenuti i corpi celesti conosciuti (i [[pianeta|pianeti]] Luna, Mercurio, Venere, Sole, Marte, Giove e le stelle). In uno dei suoi trattati sull'argomento, dice che questi corpi sono entità razionali, il cui moto circolare è in obbedienza e in onore a Dio. Il loro ruolo, secondo la convinzione di al-Kindī, è di agire come strumenti della divina provvidenza. Egli fornisce una evidenza empirica come dimostrazione di quanto afferma; le differenti stagioni sono caratterizzate da particolari disposizioni dei pianeti e delle stelle (in particolare del Sole); l'apparenza e le maniere degli uomini varia in concordanza con la disposizione dei corpi celesti posti sopra la propria terra natale<ref>Adamson, p. 42.</ref>.
 
Tuttavia, resta ambiguo il modo in cui i corpi celesti influenzerebbero il mondo materiale. Una teoria, che egli postula nelle sue opere, proviene da [[Aristotele]], il quale ritiene che il movimento dei corpi celesti causi un attrito nella regione sub-lunare che rimescola gli elementi primari di terra, fuoco, aria e acqua, e che ciò produca ogni fenomeno nel mondo materiale. Una opinione alternativa che si trova nel suo trattato ''Sui raggi'' è che i pianeti esercitino la loro influenza in linea retta. In ognuno di questi egli presenta due diverse interpretazioni delle interazioni fisiche: azione da contatto e azione a distanza. Questa dicotomia si ritrova anche nei suoi scritti di [[ottica]]<ref>Adamson, p. 43.</ref>.