Al-Kindi: differenze tra le versioni
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|PostCognomeVirgola = {{arabo|ﺍﺑﻮ ﻳﻮﺳﻒ يعقوب بن اسحاق الكندي}}
|ForzaOrdinamento = Al-Kindi
|PreData = nome latinizzato '''Alchindus'''
|Sesso = M
|LuogoNascita =
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== Biografia ==
Al-Kindī nacque a [[Kufa]] da una famiglia aristocratica della tribù [[Arabi|araba]] dei [[Kinda|Banū Kinda]], originaria dello [[Yemen]],
Alla morte di al-Maʾmūn, il fratello, al-Muʿtaṣim divenne califfo. La posizione di al-Kindī migliorò sotto al-Muʿtaṣim, che lo nominò tutore del figlio. Ma con la successione di [[al-Wathiq|al-Wāthiq]], e ancor di più dopo la salita al potere di [[al-Mutawakkil]], la stella di al-Kindī si affievolì. Vi sono diverse teorie sul perché: alcuni attribuiscono la caduta di al-Kindī a rivalità all'interno della Bayt al-
Dopo la morte, il lavoro filosofico di al-Kindī fu presto dimenticato e molte delle sue opere furono perse persino per i tardi studiosi e storici islamici. Felix Klein-Franke suggerisce un certo numero di ragioni per questo fenomeno: a parte la militanza ortodossa di al-Mutawakkil, i [[Mongoli]] distrussero molte biblioteche durante le loro invasioni. Tuttavia, egli dice che la causa più probabile è che le sue opere non trovarono mai una degna accoglienza presso gli studiosi, in confronto a quelle di [[al-Farabi|al-Fārābī]] e [[Avicenna]], e infine queste lo offuscarono.<ref>Klein-Franke, p. 166.</ref>
== Opere ==
Al-Kindī era maestro in molte aree del pensiero. Anche se fu poi
<blockquote>''Il migliore del suo tempo, unico nella conoscenza di tutte le scienze antiche. È chiamato "il Filosofo degli Arabi". I suoi libri riguardano scienze differenti come la logica la filosofia la geometria l'aritmetica, l'astronomia ecc.. Lo colleghiamo ai filosofi naturali per la sua importanza nella scienza.''</blockquote>
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=== Astrologia ===
La visione del [[sistema solare]] di al-Kindi deriva da quella di [[Claudio Tolomeo|Tolomeo]], che pone la Terra al centro di una serie di sfere concentriche in cui sono contenuti i corpi celesti conosciuti (i [[pianeta|pianeti]] Luna, Mercurio, Venere, Sole, Marte, Giove e le stelle). In uno dei suoi trattati sull'argomento, dice che questi corpi sono entità razionali, il cui moto circolare è in obbedienza e in onore a Dio. Il loro ruolo, secondo la convinzione di al-Kindī, è di agire come strumenti della divina provvidenza. Egli fornisce una evidenza empirica come dimostrazione di quanto afferma; le differenti stagioni sono caratterizzate da particolari disposizioni dei pianeti e delle stelle (in particolare del Sole); l'apparenza e le maniere degli uomini varia in concordanza con la disposizione dei corpi celesti posti sopra la propria terra natale<ref>Adamson, p. 42.</ref>.
Tuttavia, resta ambiguo il modo in cui i corpi celesti influenzerebbero il mondo materiale. Una teoria, che egli postula nelle sue opere, proviene da [[Aristotele]], il quale ritiene che il movimento dei corpi celesti causi un attrito nella regione sub-lunare che rimescola gli elementi primari di terra, fuoco, aria e acqua, e che ciò produca ogni fenomeno nel mondo materiale. Una opinione alternativa che si trova nel suo trattato ''Sui raggi'' è che i pianeti esercitino la loro influenza in linea retta. In ognuno di questi egli presenta due diverse interpretazioni delle interazioni fisiche: azione da contatto e azione a distanza. Questa dicotomia si ritrova anche nei suoi scritti di [[ottica]]<ref>Adamson, p. 43.</ref>.
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