Lessinia: differenze tra le versioni
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Con la [[caduta dell'Impero romano d'Occidente]] si assistette ad un decremento della popolazione in Lessinia e delle attività economiche che qui vi si svolgevano. In [[longobardi|epoca longobarda]] molti appezzamenti della Lessinia erano dati come beneficio feudale agli [[Arimanno|arimanni]], uomini liberi e in grado di portare le armi.<ref>{{cita|Bodini, 2005|p. 346}}.</ref> Con la fine del regno longobardo e l'avvento dell'[[età carolingia]] essi divennero dei semplici [[Gastaldato|gastaldi]], ovverosia dei funzionari civili delegati a sovraintendere alle terre dei nuovi feudatari che qui furono per la maggior parte enti ecclesiastici di Verona, ed in particolare il [[Capitolo (cristianesimo)|capitolo]] della [[cattedrale di Verona|cattedrale]], il [[basilica di San Zeno|monastero di San Zeno]], [[Chiesa di Santa Maria in Organo|quello di Santa Maria in Organo]] e [[chiesa dei Santi Nazaro e Celso (Verona)|dei Santi Nazaro e Celso]]. Verso la fine dell'[[alto medioevo]] il territorio risultava organizzato in [[pieve|pievi]], tra cui le più importati erano quelle di [[Grezzana]], di [[pieve di San Floriano|San Floriano]], di San Martino a [[Negrar]], di [[Chiesa di San Pietro Apostolo (Arbizzano)|Arbizzano]] e di [[Montorio (Verona)|Montorio]], di [[Chiesa di Santa Maria Assunta (Tregnago)|Santa Maria a Tregnago]] e di [[Chiesa di San Giovanni in Loffa|San Giovanni in Loffa]] quest'ultima probabilmente la più antica della Lessinia occidentale. Nel [[X secolo]] vi erano almeno tre [[Sculdascio|sculdasci]] posti a sovraintendere ad aree di particolare interesse strategico.<ref group =N>Uno sovraintendeva alla ''valle Pruvinianense'', uno al fiume Fibbio e uno alla valle di Illasi. In In {{cita|Sauro et al., 2017|p. 38}}.</ref><ref>{{cita|Sauro et al., 2017|p. 38}}.</ref> Un documento datato 7 maggio 814 nomina per la prima volta il termine “Lessinia”.<ref name="Bodini347" />
Il nome [[Valpolicella]] (''Valle Pulliscella''), la zona che comprende la parte sud-ovest della Lessinia, compare invece per la prima volta in un decreto di [[Federico Barbarossa]] del 24 agosto 1177 in cui l'imperatore concede alla Congregazione del Clero le terre intorno al ''Castrum Rotaris'' nei ditorni dell'odierno [[Castelrotto]]: nulla a che vedere con l'omonima località dolomitica, trattandosi invece di frazione di S. Pietro in Cariano (VR).<ref name="Bodini325">{{cita|Bodini, 2005|p. 325}}.</ref> Sempre il Barbarossa l'anno seguente attribuisce i [[contea (feudo)|diritti comitali]] su terreni e ville della zona al conte Sauro della famiglia dei [[Sambonifacio]].<ref name="Bodini325" /> Tuttavia, amministrativamente la Valpolicella non ebbe nessun riconoscimento fino all'età comunale quando venne istituito un “colonnello”<ref>{{cita|Bodini, 2005|pp. 328-329}}.</ref> dotato di parziale autonomia, dovendo accettare un capitano da Verona quando se ne fosse resa necessità. Nel 1311 con [[Federico della Scala]] nasce la [[contea della Valpolicella]] che godrà di maggior libertà e diversi sgravi fiscali, prerrogative che manterrà per diversi secoli anche dopo la fine della dominazione [[della Scala|scaligera]].<ref>{{cita|Bodini, 2005|p. 329}}.</ref>
Il territorio della [[Valpantena]] erano in gran parte dei canonici del duomo. Grazie al testaemtno del 921 del [[diocesi di Verona|vescovo di Verona]] [[Nokterio]] si apprende che a [[Marzana (Verona)|Marzana]] vi fosse un castello ''cum turribus et omnibus in circuito municionibus suis'' e che un altro sorgesse a Grezzana.<ref>{{cita|Bodini, 2005|p. 38}}.</ref> Altri ne vennero edificati negli anni successivi, tra il X e l'[[XI secolo]] sono documentati ''castrum'' a [[Poiano (Verona)|Poiano]] (edificato prima del 968), a Rocca di Lugo, ad Azzago, a Romagnano, a Montorio e ad ''Arbetu'' (l'attuale [[Erbezzo]], citato nel 1014).<ref name=B358>{{cita|Bodini, 2005|p. 358}}.</ref> Negli stessi anni il capitolo della cattedrale acquisisce sempre più potere in loco: un diploma di [[Ottone II]] del 983 gli assegna alcuni castelli, mentre nel 1027 [[Enrico II il Santo|Enrico II]] gli concede la possibilità di riscuotere tasse.<ref name=B358/>
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