Francesco Lana de Terzi: differenze tra le versioni
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Secondo il progetto, che intendeva "fabricare una nave, che camini sostenuta sopra l'aria a remi, & a veli", il velivolo doveva essere sollevato per mezzo di quattro sfere di rame, dalle quali doveva essere estratta tutta l'aria. La chiglia sarebbe stata appesa alle sfere di rame (di circa 7,5 metri di diametro), con un albero a cui era attaccata una vela; secondo i suoi calcoli, quando nelle sfere veniva fatto il vuoto, esse divenivano più leggere dell'aria e offrivano una spinta ascensionale sufficiente a sollevare la barca e sei passeggeri.
Oggi sappiamo che la realizzazione del progetto non è fisicamente possibile, perché la pressione dell'aria farebbe implodere le sfere e perché sfere sufficientemente resistenti avrebbero un peso superiore alla spinta fornita. Ma il grande merito dello scienziato è di aver per primo applicato alla navigazione aerea il [[principio di Archimede]], lo stesso che consente alle navi di galleggiare sull'acqua e che nel [[1783]] porterà all'[[aerostato]] dei [[fratelli Montgolfier]].
Lana non giunse infine a realizzare la sua "nave volante", non per i problemi che il progetto presentava (di cui comunque era ignaro), ma per il timore che la sua invenzione potesse essere usata per scopi militari, come egli stesso ebbe a scrivere nel ''Prodromo''.<ref>[http://www.gesuiti.it/storia/24/27/139/596/schedapersonaggio.asp Francesco Lana - Gesuiti.it] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20060109063653/http://www.gesuiti.it/storia/24/27/139/596/schedapersonaggio.asp |data=9 gennaio 2006 }}</ref>
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