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Soprattutto se si tiene conto che in questi 17 anni proprio grazie ai documenti OCSE e dell'Unione Euroepea il termine si è precisato meglio nel contenuto ma soprattutto del modo in cui le informazioni relative al modo in cui un'azienda rispetta i diritti umani, la salute e sicurezza e l'ambiente sono raccolte presso un'azienda produttrice (es.: una scarpa prodotta in India) e sono veicolate al consumatore finale (es.: un ragazzo in Italia).
La decisione di una cancellazione assume i contorni di un arbitrio intellettualmente difficile da capire.
Il termine "certificazione" non si può usare perchè esprime la nozione di "attestazione di conformità a uno standard". Vi è in uso il termine di "certificazione etica" ma esprime l'idea di conformità a uno standard per esempio di social accountability (SA 8000).
L'OCSE non a caso utilizzare il termine "Due Diligence" perchè fissa alcuni principi di Responsabilità Sociale da valutare in termini di "rischio" (e non di conformità). Qual'è il rischio che in una fabbrica in Pakistan si usino bambini?" "Qual'è il rischio di crollo di una palazzina a Dhaka per evitare un nuovo Rana Plaza?".
L'attività di valutazione dei rischi sui singoli aspetti della social responsibility viene comunemente indicata come "social audit" ma anche in questo caso vi sono elementi di parzialità. Un Social Audit esprime la nozione di una valutazione dei soli rischi sugli aspetti "sociali" ma le guide OCSE e la ISO 26000 considerano TUTTI gli aspetti che afferiscono la Responsabilità Sociale: diritti umani, salute e sicurezza, ambiente, etica del business.
Al termine di un audit su tutti questi aspetti non può essere rilasciato un certificato perchè l'oggetto della valutazione non è un insieme di requisiti ma una valutazione dei rischi di impatti avversi sull'organizzazione che possono riverberarsi sui suoi stakeholders: clienti e personale su tutti ma anche società, ambiente fisico, etc.
Poichè i criteri considerati nella valutazione sono molteplici e prendono in considerazione tutti gli aspetti della responsabilità sociale il mezzo per affermare che una valutazione è stata condotta non può essere un certificato di conformità.
Per questo nel 2002 l'Unione Europea aveva introdotto la nozione di Etichettatura Sociale e Ambientale che ora, dopo 17 anni di maturazione ha preso i contorni precisi di Etichettatura Responsabile (perchè le informazioni da passare al consumatore finale riguardano lo stato di tutti i rischi a cui un fabbricante è esposto in relazione a tutti gli aspetti della Responsabilità Sociale.
Ecco perchè emerge il termine di Etichettatura sociale o meglio ancora di Etichettatura Responsabile.
In lingua inglese nell'accezzione corrente si parla di "Responsible Labelling" esprimendo con la massima precisione una nozione che ha assunto significato sempre più ricco e completo nel corso di un lungo periodo dal 2002 ai giorni nostri.
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