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== Declino e scomparsa della Fortezza ==
Nel [[1797]] Asola entrò a far parte della [[Repubblica Cisalpina]] e nel [[1815]], in seguito al [[Congresso di Vienna]], fu annessa all'[[Austria]]. Infine il territorio asolano fu definitivamente accorpato alla [[Provincia di Mantova (Lombardia austriaca)|provincia di Mantova]], confermando l'ormai esaurita valenza strategica della fortezza.
 
= Palazzo Municipale (Asola) =
Escluso ormai da tempo qualsiasi progetto di aggiornamento, ma anche un sistematico piano di interventi manutentivi, alcune partì della fortezza furono affittate, come per esempio la '''''Rocca''''', considerata ''<nowiki>''di cattiva vecchia architettura per la quale il difetto è massimo ed irrimediabile''</nowiki>'', all'interno della quale fu richiesta la possibilità di coltivare viti e gelsi.
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! colspan="2" |Palazzo Municipale
di Asola
|-
| colspan="2" |
|-
! colspan="2" |Localizzazione
|-
!Stato
|[[Italia]]
|-
!Località
|[[Asola]]
|-
!Indirizzo
|Piazza XX Settembre
|-
! colspan="2" |Informazioni generali
|-
!Condizioni
|in uso
|-
!Costruzione
|XVII secolo
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!Uso
|civile
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! colspan="2" |Realizzazione
|-
!Proprietario
|Comune di Asola
|-
| colspan="2" |Modifica dati su Wikidata '''·''' [[Template:Edificio civile/man|Manuale]]
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Situato nella Piazza XX Settembre, il '''Palazzo Municipale''' è la sede del comune di [[Asola (Italia)|Asola]].
 
== Indice ==
Nel [[1803]] si assistette al crollo dì un tratto di mura di ragione comunale ''<nowiki>''a monte della fortezza''</nowiki>'', e la decisione dell Comune di autorizzare lavori di demolizione nella '''''Rocca''''' fu rimandata in seguito alle decisioni superiori che dichiaravano ''<nowiki>''nazionali tutti i forti e posti militari''</nowiki>''. La fortezza di Asola fu però, poco dopo, definita ''<nowiki>''incapace di difesa e fuori dal novero delle piazze e posti militari da conservarsi per la sicurezza dello stato''</nowiki>.''
 
* [[Palazzo Municipale (Asola)#Storia|1Storia]]
Considerata l'intenzione del governo di procedere all'alienazione, il Comune ne chiese il possesso per poter garantire la conservazione del fossato, degli spalti e delle mura, oggetto di continuo asporto di materiali che ne comprometteva la stabilità. Pur prive di qualsiasi valore militare, le strutture risultavano fondamentali per preservare e proteggere l'abitato dalle frequenti esondazioni del [[Chiese (fiume)|Chiese]].
* [[Palazzo Municipale (Asola)#Esterno|2Esterno]]
* [[Palazzo Municipale (Asola)#Interno|3Interno]]
* [[Palazzo Municipale (Asola)#Note|4Note]]
* [[Palazzo Municipale (Asola)#Bibliografia|5Bibliografia]]
* [[Palazzo Municipale (Asola)#Voci%20correlate|6Voci correlate]]
 
== Storia[modifica | modifica wikitesto] ==
La fortezza fu acquisita, ma con il vincolo di non poter apportare alcuna alterazione in assenza di autorizzazione statale e di dover cedere tali opere senza alcun corrispettivo nel caso si fosse presentata la necessità di dover erigere una quale opera di fortificazione. La '''''Rocca''''', in parte demolita, fu invece venduta già nel [[1804]], a ''Galeazzo Daina''.
Grazie a un dipinto datato [[1792]] si può notare che il Palazzo Municipale si componeva di tre edifici, rispettivamente il ''Palazzo Pubblico'', il ''Palazzo Pretorio'' (la parte più antica) e l'''Archivio''.
 
Il ''Palazzo Pubblico'' era costituito al piano superiore dalla Sala per i Consigli, Generale e Speciale, e dagli uffici della Comunità; al pianterreno vi era il magazzino dell'artiglieria, dal [[1761]] ridotto a ''Caffè dei Nobili''.
Negli anni successivi le nuove destinazioni d'uso dei torrioni, del fossato, l'abbattimento di tratti di cortina ma anche la lottizzazione e la definizione di aree verdi con pubblici passeggi, furono i temi di un dibattito che trovava ragione nelle nuove esigenze di decoro urbano.
 
Il ''Palazzo Pretorio'', nel mezzo, comprendeva gli uffici del Podestà e al piano terra le ''prigioni'', spostate poi nel [[1830]] in Via Piave.
La ridefinizione dei tracciati d'accesso alla città determinò invece la demolizione delle opere poste a difesa delle porte. Si inserisce in questo contesto il progetto del [[1817]] di ampliamento di '''''Porta Fuori''''' e la realizzazione di una piazza semicircolare, delimitata e contornata da alberature, posta all'esterno della porta stessa, così come qualche anno più tardi, sistemato il ponte sul [[Chiese (fiume)|Chiese]] e realizzato il rettifilo stradale, il progetto di rifacimento di '''''Porta Chiese''''', in parte demolita per ragioni di pubblica sicurezza, sospeso però nel [[1823]]
Asola, Palazzo Municipale (1792). A sinistra Palazzo Pubblico, al centro Palazzo Pretorio, a destra l'Archivio.
L'''Archivio'', forse in origine abitazione del podestà, divenne in seguito sede della ''Cancelleria''.
 
Con la ristrutturazione del [[1794]] i tre edifici furono ridotti a un unico fabbricato. Fu costruito inoltre il ''Teatro'' nella parte del ''Palazzo Pubblico'' e ''Pretorio'', che poi verrà smantellato nel [[1887]] per ragioni di sicurezza.
L'asporto non autorizzato dei materiali dalle mura e i contratti d'affitto degli spalti tracciano la storia degli anni successivi. Nel [[1839]] era in atto un contenzioso tra l'amministrazione comunale e ''Don'' ''Giovan Battista Osma'', proprietario della '''''Rocca''''', per una serie di scavi da lui eseguiti all'interno del complesso e la demolizione di tre contrafforti delle mura di proprietà del comune che cingevano la rocca sui versanti nord ed est, in contrasto con gli accordi stipulati al momento della vendita della rocca e che crearono gravi problemi di stabilità.
 
Successivamente, nel [[1915]], il Palazzo Municipale fu ampliato e sistemato nella fisionomia attuale.
I cambiamenti politici e amministrativi che seguirono l'annessione al [[Regno di Sardegna]] (poi [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]]) affrettarono la definitiva scomparsa dell'antica fortezza.
 
== Esterno[modifica | modifica wikitesto] ==
All'inizio degli anni Sessanta del [[XIX secolo]] la difficile situazione economica e in particolare il bisogno di fornire ''<nowiki>''lavoro e pane ai poveri''</nowiki>,'' indusse l'amministrazione comunale a deliberare, per ragioni di pubblica utilità, lavori di abbassamento degli spalti inferni ''<nowiki>''a mezzogiorno della città''</nowiki>.'' Interventi giustificati dalla volontà di garantire una maggiore ventilazione all'abitato e di realizzare un comodo e ameno passeggio per la popolazione.
La facciata è caratterizzata da un porticato sormontato da finestroni neoclassici. Sul [[frontone]] dell'attico è riportata la scritta ''Maioris Auspicium Italiae auctae aedes anno MCMXV'' in memoria del restauro e ampliamento del [[1915]] che ne hanno determinato la fisionomia attuale.
 
Nell'angolo nord dell'edificio si apre un'elegante ''Loggia Veneta'' costruita nel [[1610]] su progetto dell'architetto [[Giovanni Battista Lantana|Lantana]], in origine ornata con otto dipinti del [[Il Moretto|Moretto]], poi traslati nella [[Cattedrale di Sant'Andrea (Asola)|Cattedrale]] (nell'area del [[presbiterio]]) nel [[1620]] per impedirne il degrado.
Qualche anno più tardi si deliberava la demolizione e ricostruzione delle porte cittadine a causa del loro ''<nowiki>''indecoroso aspetto''</nowiki>.'' Indetto un libero concorso, pervennero due soli progetti, uno dei quali successivamente ritirato. La commissione giudicatrice non espresse alcun giudizio e, iniziata la demolizione delle porte e la vendita dei materiali, fu dato l'incarico all'architetto ''Carlo Visioli'' di [[Cremona]] per un progetto dì ricostruzione. Il [[29 luglio]] [[1873]] il perito agrimensore ''Giovanni Torreggiani'' si presentava il disegno di due ''<nowiki>''barriere''</nowiki>.''
Asola - Loggia Veneta
Oggi è ornata da una lapide con bassorilievo a ricordo del <nowiki>''re galantuomo e guerriero''</nowiki> [[Vittorio Emanuele II di Savoia|Vittorio Emanuele II]] e da una curiosa annotazione relativa al livello sul mare (m. 40,727).
 
== Interno[modifica | modifica wikitesto] ==
Alla fine del [[XIX secolo]] quello che rimaneva della quattrocentesca cinta difensiva divenne sempre più elemento di ostacolo alla crescita, allo viluppo e all'espansione urbana. Le esigenze del disegno della città moderna presero il sopravvento. Il ridisegno della rete viaria, l'arrivo della [[Tranvia|tramvia]] e la necessità di nuove costruzioni portarono progressivamente alla demolizione e alla conseguente definitiva cancellazione di quanto rimaneva delle antiche mura, del fossato, dei torrioni, della rocca e delle porte che per secoli avevano caratterizzato il disegno della fortezza.
Salendo al piano superiore per un ampio e solenne scalone di marmo, si può ammirare una bella vetrata policroma in [[Art Nouveau|stile liberty]] e due lapidi alle pareti che ricordano quanti insigni asolani hanno sacrificato la loro vita per la Patria. Sopra la porta d'ingresso della Sala del Consiglio in una piccola lapide nera si ricorda il motivo dell'orgoglio asolano, il ''nulli subdita'' se non a [[Venezia]].
 
All'interno del ''Salone del Consiglio Maggiore'' pregevoli stucchi e diversi quadri contribuiscono a dare solennità a questo ambiente, oggi come un tempo, luogo della massima assemblea cittadina. Vi sono infatti raffigurati in cornici ovali lignee dogi e personaggi ragguardevoli del panorama politico asolano dal [[XVII secolo|XVII]] al [[XVIII secolo]]. Al centro della parete principale spicca il ritratto del provveditore ''Gasparo de Luca'' ([[1688]]); sul lato che si affaccia alla piazza un ritratto del [[Doge]] con il caratteristico copricapo; sulla parete alle spalle del pubblico trovano posto il ritratto di un nobile personaggio, un [[Doge]] e l'elegante provveditore ''Giovanni Marco Michele'' con armatura e nell'atto di appoggiare un elmo con [[celata]], dipinto nel [[1686]] da [[Francesco Paglia]]. Dello stesso autore infine abbiamo il dipinto di considerevoli dimensioni che raffigura il provveditore ''Alberto Gozzi'' mentre riceve dal suo cancelliere ''Marco Nascivera'' una busta con sigillo su cui si legge ''Al saggio nobil homo Alberto Gozi Provveditore di Asola'' ([[1687]]).
Percorrendo le vie della città si possono ancora riconoscere, accanto a evidenti dislivelli del terreno, alcuni tratti di mura inglobati in più recenti costruzioni assieme all'imponente ''torrione'' di viale Brescia e alle ''chiavi di volta'' delle porte d'ingresso alla città. Frammenti che, assieme alla memoria conservata nelle carte d'archivio, ricompongono la storia della fortezza di Asola, nel periodo di massimo splendore definita ''<nowiki>''terra tanto grossa, forte, et tanto bene munita et de arteglieria et gente''</nowiki>.''<br />
 
Nel ''Salone del Consiglio dei Dieci'' degni di nota sono gli arredi lignei con motivi vegetali a rilievo dorato e un bel quadro in testa di ''Casimiro Jodi'' sull'interno della Cattedrale ([[1927]]). L'elemento pittorico decorativo delle pareti (probabilmente di fine [[XIX secolo|Ottocento]]) riporta negli ovali che si susseguono date e nomi della storia asolana: ''anno 1276'' (la data a cui la tradizione fa risalire la prima traccia storicamente documentata di uno stendardo con leone rampante); ''1516 Riz.Daynus'' (assedio di [[Massimiliano I d'Asburgo|Massimiliano I]]); ''1402 Bet.Zanone'' (uccisione di ''Giovanni Visconti'' e fuga del ''Carcano''); ''1843 P.Tosio'' (anno di morte del nobile asolano) per ricordarne solo alcune.<sup>[[Palazzo Municipale (Asola)#cite%20note-1|[1]]]</sup>
 
== Note[modifica | modifica wikitesto] ==
 
# [[Palazzo Municipale (Asola)#cite%20ref-1|'''^''']] ''Pro Loco Asola, Benvenuti ad Asola ''rustica e signora'', Guida, Asola 2006 pag.43''.
 
== Bibliografia[modifica | modifica wikitesto] ==
 
* Lions Club-Chiese Mantovano, ''Appunti per una storia di Asola / a cura di M. Monteverdi,'' Asola, 1991
* Pro Loco Asola, ''Benvenuti ad Asola <nowiki>''rustica e signora''</nowiki>, Guida'', Asola, 2006
 
== Voci correlate[modifica | modifica wikitesto] ==
 
* [[Asola (Italia)|Asola]]
* [[Giovanni Battista Lantana]]
 
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|'''[[Portale:Architettura|Portale Architettura]]'''
|'''[[Portale:Lombardia|Portale Lombardia]]'''
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