Site Rigel: differenze tra le versioni

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precisazioni sull'addestramento
piccole precisazioni da vecchi ricordi di chi li dentro c'è stato per sei mesi, sono anni che piano piano ricostruisco quelle verità, se non ci avessi passato tutto quel tempo non avrei potuto ricordarmele
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In realtà i membri di tali unità appartenevano ad una élite delle forze di fanteria, chi vi faceva parte era inquadrato nella specialità d'Arma di "Fanteria per gruppo missili superficie/superficie", formate da quattro compagnie autonome da combattimento d'assalto, attive dal 1962 al 1992.
 
Dovendo operare sia dietro ma pure sul fronte, i fucilieri dell'"Aquileia", erano assaltatori particolarmente addestrati al controllo del campo di battaglia, al contra attacco, alla controinterdizione, e quindi all'individuazione e annientamento di reparti d'élite quali incursori o acquisitori obiettivi. Il loro addestramento comprendeva molti campi di addestramento in simulazione di ipotetiche situazioni di guerra coordinata con altri reparti della NATO di stanza in Europa della durata anche bisettimanale, meta compagnia rimaneva in all'interno del sito Rigel a tutela della sua sicurezza e l'altra metà era in contemporanea ai campi Nato.
 
L'addestramento della 4 Compagnia era severo e continuo, se non si rispettavano le consegne si finiva a Gaeta, se la consegna era di sparare non c'era dubbio che l'ordine se legittimo nella scala di comando e nelle circostanze sarebbe stato eseguito dai soldati anche contro l'ufficiale che aveva dato l'ordine, se violava per sfida o per valutare l'efficienza della sicurezza, l'ordine da lui dato; l'ufficiale era certo e cosciente dei rischi alla sua incolumità che correva nelle ispezioni notturne se non seguiva una ben precisa procedura di controllo.
 
Una procedura base per i tempi di reazione per un pronti al lancio, in caso di allarme anche notturno per potenziale minaccia missilistica, erano negli anni ottanta, ottimizzati e coordinati tra i Comandi e le varie specializzazioni d'artighieriaartiglieria italiane e americane tra i tredici e diciassette minuti, o si lanciava o si era già stati colpiti.
[[File:Sito Rigel Corpo di Guardia Principale.jpg|alt=Immagine parziale anteriore del Corpo di Guardia Principale, prima che venisse demolito, con Ufficiale attento nel controllo dell'efficienza dell'arma in dotazione già scaricata delle munizioni|miniatura|Immagine parziale anteriore del Corpo di Guardia Principale del sito Rigel, prima che venisse demolito, con Ufficiale attento nel controllo dell'efficienza dell'arma in dotazione già scaricata delle munizioni in dotazione nel giorno del passaggio delle consegne, il venerdì mattina.]]
Il controllo esterno del sito era sotto l'esclusiva responsabilità di un nucleo di otto Carabinieri, i quali quotidianamente e ad orari prestabiliti verificavano con l'autovettura in dotazione lo stato di sicurezza perimetrale e controllavano le zone adiacenti. I Carabinieri erano alloggiati in una casermetta logisticamente indipendente all'interno del corpo di guardia principale.
Il corpo di guardia principale della polveriera, ospitava le due squadre di guardia smontanti, i fanti di turno responsabili della sicurezza del sito erano più ottantadi fantiottanta, più i graduati di truppa, suddivisi in quattro squadre armate di [[Beretta BM 59|F.A.L]] e [[MG 42|M.G.]], pronti, in caso di allarme, a posizionarsi anche in postazioni mimetizzate interrate situate tra la recinzione esterna e quella interna, dei depositi USA e quello Nazionale. Il capannone denominato zona di deposito munizioni "Nazionale" conteneva dal centro al soffitto e fino al limite del suo perimetro interno, stivato su file multiple e in piani multipli, un'importante quantitativo di granateogive per obici e spolette made in USA per obice. Le postazioni fisse, murate e interrate, coperte da una botola in ferro e distribuite lungo tutto il perimetro del sito Rigel, erano pronte per accogliere in contrattacco difensivo di consolidamento nuclei di pronto intervento dotati di F.A.L. e fucili mitragliatori M.G. 42 in dotazione. Queste postazioni fisse erano posizionate in modo da dare completa e continua copertura di fuoco con fucile mitragliatore M.G. in tutto il perimetro del sito.
 
Il comando del sito fu affidato fino al 1975 agli "Ufficiali subalterni di Complemento", provenienti dalla "Scuola AUC di Fanteria" di Ascoli Piceno (sciolta poi nell'autunno del 1975 nell'ambito di una ristrutturazione dell'esercito). Con la vecchia normativa si usciva dal Corso AUC come Sergente AUC ed assegnati ad un reggimento per una prima esperienza formativa, dopodiché solo alla nomina a Sottotenente si veniva trasferiti ad altro reparto operativo. Successivamente il comando fu affidato agli A.U.C. provenienti dalla nuova "Scuola di Fanteria" di Cesano di Roma, dove si formavano i nuovi Ufficiali con specializzazione "Fanteria d'assalto Motorizzata".
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Il corpo di guardia principale, rialzato di sette gradini dal livello della strada, e, ora completamente demolito, era posto sulla strada provinciale Naz-sciaves per controllare la strada d'accesso al deposito ed ospitava le due squadre di guardia smontanti di circa cinquanta fanti, ed era così suddiviso: all'ingresso a sinistra l'ufficio del comandante di servizio in cui era posto una stazione radio ricetrasmittente, a destra il locale di guardia alla strada d'accesso alla polveriera, in cui erano installati gli apparecchi telefonici con linee dirette alla Casema Ruazzi, ai due corpi di guardia interni al deposito, (uno situato a sinistra accanto al deposito italiano e l'altro situato a destra della garitta n.5 e posto al fianco dei cancelli d'ingresso della zona bunker americana). Poi più avanti due camerate, in una, a sinistra la più grande, vi alloggiavano i fanti, a destra, a lato del corridoio, nella stanza più piccola, con finestra sulla strada comunale di [[Naz-Sciaves]], i caporali e caporal maggiori, poi di fronte una cameretta singola con i servizi per l'ufficiale, in fondo a destra la sala refettorio, a sinistra il locale cucina, i servizi igienici della truppa erano al centro del corridoio dell'ingresso principale e dividevano la stanza dell'ufficiale con la grande camerata dei fanti.
 
Attraverso una scala interna situata di fronte a quella di comando dell'ufficiale si accedeva nel seminterrato dove c'era al primo livello lo spaccio per la truppa a destra delle scale e a un livello più basso, dopo un'altra rampa di scale, la zona armeria, situata alla sinistra di un lungo corridoio, protetta in accesso da una robusta cancellata in ferro con vista interna della disposizione delle armi, vi erano custodite molte armi e, munizioni, anchebazooka anticarro, mitragliatrici, bombe a mano, tutte sotto il controllo ispettivo diretto dell'ufficiale, il quale era anche il custode delle chiavi per l'accesso all'armeria, solo l'ufficiale di guardia aveva in consegna le chiavi per l'accesso al magazzino del deposito Nazionale contenente le ogive per gli obici, nel retro del corpo di guardia a cui si accedeva dal locale cucina, c'era sotto la camerata dei fanti un grande locale con due gruppi elettrogeni d'emergenza automatici insieme alla zona caldaie, sul lato strada sotto e vicino al refettorio postazione fissa di controllo a supporto sicurezza di chi si avvicinava alla sbarra per effettuare il controllo dei pass di accesso, e scaletta per accedere al locale controllo e gestione pompe antincendio di tutto il "Rigel", all'esterno del refettorio sul lato "sbarra" c'erano sotterrate le cisterne di carburante, nella parte retrostante la cucina c'era anche un cortile, utilizzato per lezioni all'aperto di addestramento, manutenzione e ordinaria pulizia delle armi, che divideva il Corpo di Guardia Principale dal Corpo di Guardia con alloggi dei Carabinieri dell'Aquileia, infine un'altana con posto di guardia notturna in cima alla torre riserva acqua per i sistemi antincendio di cui la polveriera era dotata, questa era sulla destra, sull'angolo lato polveriera e dietro la caserma dei carabinieri, tutti i tetti dei corpi di guardia avevano i sistemi di protezione dai fulmini.
[[File:Site Rigel 12.jpg|upright=1.6|thumb|sinistra|Interno della torretta ovest]]
Al deposito si accede da una stradina asfaltata in leggera salita (che fiancheggiava il corpo di guardia principale all'epoca chiusa da una sbarra) dalla statale Naz-Sciaves che porta dopo circa 200 metri al cancello di una prima recinzione. Superato il cancello si trova una sbarra e la garitta nº 5 (ora demolita) alla sinistra, dietro la zona scarico e carico armi, a sinistra un campo da calcio e a fianco dietro c'era il deposito "italiano" e il corpo di guardia, chiamato anche "Polveriera Nazionale". Composto da un corpo di guardia a fianco del deposito munizioni, un capannone circondato da una doppia recinzione a rete spinata con quattro garitte a vista agli angoli. Mentre a destra dell'ingresso principale, la parte "americana", denominata anche come polveriera "NATO", era anch'essa circondata con doppia rete di recinzione con passaggio interno per i cambi guardia alle garitte. Tutte le reti avevano lungo tutti i perimetri concertine di filo spinato posizionate in alto e sistemi di sicurezza per l'ancoraggio della medesima al terreno, al fine di evitare facili intrusioni. Un camminamento interno alle reti univa le quattro garitte che anch'esse a vista si autocontrollavano, all'ingresso bunker americano c'era l'altro corpo di guardia,