Wikipedia:Pagine da cancellare/Responsible Labelling: differenze tra le versioni

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Argomentazioni a difesa dalla proposta di cancellazione della voce Responsible Labelling
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:{{ping|Legurotmi}} Qui nessuno sta farfugliando nulla, ti invito ad evitare di usare termini offensivi. Vedo che è il tuo primo contributo qui dentro, prima di lanciarsi nella scrittura di voci sarebbe il caso di approfondire meglio il funzionamento di Wikipedia comprese le linee guida, i criteri, un minimo sindacale di tecnicismi, cosa si intende per fonte attendibile e in generale quali sono gli scopi del progetto (no, non è uno spazio di discussione, per quello esistono i forum). Ripeto la domanda che ti è già stata fatta, esiste una solida bibliografia (libri, studi, paper ecc) che attesti l'uso consolidato del termine? Un incipit che inizia con "'''xys''' si può definire" non ha alcun senso. O esiste una definizione precisa (anche più di una) e consolidata nell'uso con tanto di citazione di riferimenti bibliografici oppure siamo nel campo delle proposte e dei progetti futuri e allora se ne riparlerà quando tutto ciò davvero esisterà e altri avranno scritto, pubblicato ed emanato cosicché potremo citarli. --<span style="font-family:Linux_Libertine;">'''[[Utente:Civvì|<span style="color:purple;">Civvì</span>]]''' <small><span style="color:blue;">([[Discussioni utente:Civvì|Parliamone...]])</span></small></span> 20:42, 23 lug 2019 (CEST)
 
 
Concordo con voi su un punto: essendo la prima volta che lavoro alla scrittura di una voce e sebbene abbia studiato a fondo i documenti disponibili su come scrivere una voce, non nego la presenza di espetti formali non in linea con le regole di Wikipedia e sui quali sto cercando di intervenire in modo proattivo.
Ma ritengo che gli aspetti sostanziali che caratterizzano la proposta di creazione di una nuova voce debbano essere trattati con rispetto e confutati con competenza e conoscenza della materia.
 
Tuttavia nella sostanza, occupandomi da 30 anni di questa materia, ritengo che le osservazioni mosse a confutare la legittimità di una nuova voce debbano essere circostanziate e non supeficiali (tanto meno soggettive).
 
Il termine Etichettatura Sociale è stato inserito in un documento ufficiale della Commissione Europea, il Libro Vedere "Promuovere un quadro europeo per la responsabilità sociale delle imprese" nel lontano 2001.
A pagina 22 comma 83 di tale documento si legge
"Vi è un sempre maggiore bisogno di dibattito riguardante il valore e l’auspicabilità – nel contesto del mercato interno e degli obblighi internazionali – di azioni pubbliche volte a rendere più efficaci le etichette sociali ed ecologiche. Esempi di tali azioni comprendono il sostegno all’informazione e alla sensibilizzazione ai temi delle condizioni di lavoro, la promozione delle migliori prassi attraverso la sponsorizzazione di premi alle imprese, la facilitazione dello sviluppo delle partnership coinvolgenti tutti i soggetti che hanno un interesse all’impresa, lo sviluppo di standard di ETICHETTATURA SOCIALE e il ricorso a forniture pubbliche e a incentivi fiscali nella promozione di prodotti etichettati."
http://www.europarl.europa.eu/meetdocs/committees/deve/20020122/com(2001)366_it.pdf
 
Quando un termine entra in un LIBRO VERDE (non un documento qualsiasi) vuol dire che per anni si è discusso sul concetto e sul termine ed è stato accolto da un comitato di esperti di ogni nazionalità.
Stiamo parlando di un termine presentato 18 anni orsono, non "siamo nel campo delle proposte e dei progetti futuri".
 
Un'Etichettatura (analogamente a quanto accade per la certificazione) esprime una valutazione rispetto a un insieme di criteri (multi-criteria) che non possono essere soggettivi e personali ma devono essere condivisi come minimo a livello nazionale ma meglio a livello internazionale per rendere comparabili quei programmi di Etichettatura fornendo loro una base di riferimento comune.
 
Nel 2001 la Commissione dell'Unione Europea aveva auspicato che in futuro si sviluppassero norme e linee guida a a cui riferire un'Etichettatura Sociale ma il suo significato è chiaro da 18 anni.
 
Questi Standard e riferimenti hanno richiesto effettivamente anni di lavoro per essere sviluppati e condivisi.
Il primo ambito in cui si è ottenuto un consenso internazionale è stato l'ISO (International Standaridazion Organization) quando è stato approvata la norma ISO 26000: nel 2010
Tale norma avente per oggetto le linee guida per la responsabilità sociale di un'organizzazione allargava in modo consistente il significato di "sociale" espresso nel documento della Commissione del 2001.
La norma ISO 26000 ha per titolo Guida per la Responsabilità Sociale e comprende diritti umani e condizioni di lavoro, salute e sicurezza, ambiente e correttezza dei rapporti di affari con clienti, fornitori e altri stakeholders.
Nel 2017 l'OCSE conferma le linee di indirizzo ISO e pubblica delle linee guida generali per la condotta d'impresa RESPONSABILE.
https://pcnitalia.mise.gov.it/index.php/it/linee-guida-ocse-2
Su questo tema l'OCSE ha sviluppato diversi documenti e linee guida più specifiche:
https://pcnitalia.mise.gov.it/index.php/it/strumenti-per-le-imprese/guide-del-pcn
Uno studio specifico sul tema Misurare per Gestire e Creare Valore per gli Stakeholder: Lo Stato dell’Arte e le Prospettive Future nella Valutazione della Responsabilità Sociale d’Impresa
https://pcnitalia.mise.gov.it/attachments/article/2035843/misurare-per-gestire-e-creare-valore-per-gli-stakeholder-lo-stato-dell2019arte-e-le-prospettive-future-nella-valutazione-della-responsabilita-sociale-d2019impresa_1.pdf
(ho già provveduto ad aggiungerlo alla voce).
 
Le linee Guida OCSE sono state predisposte con l'obiettivo di fornire ai Governi delle indicazioni utili SU COME introdurre le VALUTAZIONI su tutti gli aspetti della Responsabilità Sociale nelle legislazioni.
Per quanto siano delle Raccomandazioni è qualcosa di più alto rispetto a un articolo su una rivista scientifica o un documento di discussione.
Ma le linee guida OCSE sono anche raccomandazioni indirizzate a chi deve valutare lo stato dell'arte e rilasciare un'informazione alle parti interessate che tale valutazione è stata effettuata positivamente: la nozione di ETICHETTATURA SOCIALE espressa nel Libro Verde del 2001 assume i contorni, per restare nel linguaggio OCSE, di una ETICHETTATURA RESPONSABILE.
 
Alla vostra domanda
"Esiste una solida bibliografia (libri studi paper) che attesti l'uso consolidato del termine?"
Rispondo che non solo esistono studi, libri e articoli ma esiste molto di più.
Esistono atti di organizzazioni internazionali (che su studi, libri e articoli poggiano le fondamenta) tra cui:
a) il Libero Verde dell'Unione Europea (2001) che auspicava la definizione di standard per supportare l'etichettatura sociale
http://www.europarl.europa.eu/meetdocs/committees/deve/20020122/com(2001)366_it.pdf
b) uno standard ISO (ISO 26000)
c) linee guida OCSE settoriali contenenti delle raccomandazioni sui criteri da considerare e sul modo di valutare gli aspetti di responsabilità sociale di un'organizzazione;
https://www.oecd.org/daf/inv/mne/
d) un documento ufficiale ISO che mette in evidenza i collegamenti espliciti tra la norma ISO 26000 e le linee guida OCSE
https://www.iso.org/files/live/sites/isoorg/files/store/en/PUB100418.pdf
e) una Risoluzione del Parlamento europeo del 27 aprile 2017 sull'iniziativa faro dell'UE nel settore dell'abbigliamento nella quale si propone (Punto 15) "lo sviluppo di norme di etichettatura a livello UE in materia di "abbigliamento equo", cui possano accedere le società multinazionali e le PMI, per indicare che sono state rispettate le condizioni di lavoro eque e per assistere i clienti nelle loro decisioni di acquisto attraverso una informazione più efficace";
http://www.europarl.europa.eu/doceo/document/TA-8-2017-0196_IT.html?redirect
f) una Conclusione del Consiglio dell'Unione Europea del 19 Maggio 2017 in sui si legge:
"Closer cooperation between existing multi-stakeholder initiatives at the European level is needed in order to foster broader commitment for CSR/RBC (ndr: notare che CSR e Responsible Business Conduct sono utilizzati come sinonimi)in the garment sector to avoid discriminating effects for businesses that already act in a sustainable way, including through voluntary schemes such as the EU Ecolabel." (punto 3) Il termine "come per esempio Ecolabel" evoca l'uso di strumenti analoghi all'Ecolabel il cui ambito di applicazione è limitato alle sole caratteristiche ambientali del prodotto. Etichettatura Responsabile esprime meglio il concetto legato alla valutazione della Social Responsibility di un fornitore.
"The Council supports actions to promote and disseminate social and environmental best practices on responsible management of garment value chains" (Punto 6)
"The Council encourages the Commission and EU Member States to strengthen efforts to raise awareness of consumers and public procurers to promote sustainable and responsible consumption" (Punto 6). Si parla ormai diffusamente di RESPONSIBLE CONSUMPTION
"The Council encourages the Commission to support moves to increase transparency and traceability in garment supply chains, for example through coordination with ongoing activities within Member States and international initiatives by the industry, and welcomes the new OECD due diligence guidance for the RESPONSIBLE supply chains in the garment and footwear sector." (Punto 10) Importante perchè richiama il riferimento alle Linee Guida OCSE
https://www.consilium.europa.eu/media/24008/garment-value-chains-st09381en17.pdf
"... efforts will also contribute to increase information and transparency throughout the different stages of the garment supply chain including on social and environmental conditions. Consumer awareness of such information is an important step towards improved sustainable value chains in the garment sector." (Punto 10)
 
Quale altro termine diverso da ETICHETTATURA RESPONSABILE (o Responsible Labelling) consente di dare al consumatore finale la possibilità di esercitare il diritto di acquisto in modo informato sullo stato della Responsabilità Sociale comprensivo di tutti gli aspetti (sociale, sicurezza, ambiente e corrette pratiche commerciali) delle fabbriche che hanno realizzato un prodotto.
 
Esistono delle prassi consolidate che riguardano un approccio Responsabile alle politiche di approvvigionamento?
SI, il termine consolidato è "Responsible Sourcing":
https://www.gsb.stanford.edu/faculty-research/publications/responsible-sourcing-supply-chains
https://iccwbo.org/publication/icc-guide-to-responsible-sourcing/
 
In Wikipedia non ho trovato una voce specifica per il Responsible Sourcing tuttavia esiste la voce Sustainable Procurement: https://en.wikipedia.org/wiki/Sustainable_procurement
Alla luce della terminologia usata dall'OCSE e dalla norma ISO 26000 il termine più diffuso nelle strategie di acquisto delle imprese è Responsible Sourcing.
Provate a fare una ricerca su Google alla voce Responsible Sourcing
https://www.google.com/search?client=firefox-b-d&channel=trow&q=Responsible+sourcing
e vi accorgerete che un gran numero di imprese dichiara di adottare strategie di Responsible Sourcing.
 
ETICHETTATURA RESPONSABILE (Responsible Labelling) è il mezzo di comunicazione che supporta le strategie di Responsible Sourcing.
Quale altro termine si può utilizzare per definire il "mezzo" attraverso il quale l'informazione sulla Responsabilità Sociale di una fabbrica viene veicolata al consumatore finale?
 
Non siamo nella sfera di progetti futuri ma del presente che affonda le radici nel passato.
 
Per inciso la voce "Sustainable Procuremente" (come altre inserite in Wikipedia) confuta la Vostra affermazione "O esiste una definizione precisa (anche più di una) e consolidata nell'uso con tanto di citazione di riferimenti bibliografici oppure siamo nel campo delle proposte e dei progetti futuri e allora se ne riparlerà quando tutto ciò davvero esisterà e altri avranno scritto"
Restando nel solo ambito delle strategie d'impresa ci sono molte voci su Wikipedia per le quali non esiste alcuna definizione precisa e presentano dei riferimenti bibliografici deboli.
Ecco una serie di esempi:
"Sustainable Procurement" (https://en.wikipedia.org/wiki/Sustainable_procurement): oggi tra le altre cose questo termine è superato nella comunicazione di decine di imprese dal termine "Responsible Sourcing"
"Ethical Trade" (https://en.wikipedia.org/wiki/Ethical_trade): bibliografia molto scarna e nessun riferimento esplicito a documenti internazionali.
Addirittura vi sono voci che promuovono esplicitamente schemi di certificazione proprietari
"Fair Trade" (https://en.wikipedia.org/wiki/Fair_trade) che non hanno alcuna base normativa di riferimento riconosciuta a livello internazionale
 
Queste voci dimostrano la totale arbitrarietà della vostra affermazione sul fatto che una voce possa essere inserita su Wikipedia senza una definizione precisa e senza riferimenti bibliografici rilevanti.
Nel caso di Etichettatura Sociale vi è una esplicita menzione nel Libro Verde della Commissione delle Comunità Europee nel lontano 2001.
 
Nel vostro testo si legge "... cosa si intende per fonte attendibile....":
Siete forse in grado di esprimere dubbi sul fatto che un documento ufficiale della Commissione dell'Unione Europea sia una fonte attendibile?
Sarebbe quanto meno bizzarro non considerare un Libro Verde della Commissione, una Risoluzione del Parlamento Europeo o delle Conclusioni del Consiglio Europeo come documenti non provenienti da Fonte Attendibile.
 
E' opportuno a questo punto fare una notazione di tipo tecnico sull'opportunità di usare il termine "Etichettatura".
Correttamente tutti i documenti citati da fonti internazionali non utilizzano il termine di "certificazione" perchè questo è definito dall'ISO come "l’atto mediante il quale una terza parte indipendente dichiara che, conragionevole attendibilità, un determinato prodotto, processo o servizio è conforme a requisiti specificati."
Nell'ambito della Responsabilità Sociale esistono dei principi da seguire ma non esistono dei requisiti in base ai quali rilasciare un'attestazione di conformità.
La stessa norma ISO 26000 dichiara esplicitamente di non poter essere certificabile e le linee guida OCSE danno indicazioni su COME valutare un'azienda.
Per queste ragioni il termine "Certificazione" non si può usare quando l'oggetto di analisi di una valutazione di terza parte indipendente riguarda dei principi e delle linee guida.
L'OCSE utilizza il termine "Due Diligence" per definire l'attività di valutazione (in ambito ISO si usa il termine Audit, in altri ambiti si usa il termine "Assessment").
"The process through which enterprises can identify, prevent, mitigate and account for how they address their actual and potential adverse impacts.
Due diligence can be included within broader enterprise risk management systems, provided that it goes beyond simply identifying and managing material risks to the enterprise itself to include the risks of harm related to matters covered by the Guidelines. (OECD Guidelines, II, Commentary 14)"
In modo del tutto corretto e appropriato l'OCSE non richiama mai a una "verifica di conformità" ma a una "valutazione dei rischi" (ndr: in accordo a una metrica e a criteri definiti).
 
L'output di questo processo non può tuttavia essere un "certificato" per le ragioni di cui sopra.
 
Ecco che emerge con evidenza la correttezza del termine "Etichettatura" indicato nel 2001 nel Libro Verde dell'Unione Europea " in quanto mezzo appropriato che è stata eseguito un processo di Due Diligence basato su una "valutazione dei rischi" come ben esplicitato nelle Linee Guida OCSE.
Questo approccio riflette esattamente quanto l'ISO ha già applicato in una altro ambito (questo è l'unico punto su cui concordo con la Vostra osservazione di un ragionamento in parte svolto per "analogia")ossia quello della verifica delle caratteristiche ambientali di un prodotto: vi sono tre tipi possibili di dichiarazioni ambientali di prodotto esplicitati nelle norme della serie ISO 14020 e uno di questi è la cosiddetta "etichettatura ambientale" (definita dalla norma ISO 17024)comunemente chiamata "eco-labelling".
 
La nozione di Etichettatura Responsabile contiene informazioni relative alla valutazione dei rischi su tutti gli aspetti di responsabilità sociale di un organizzazione che ha realizzato un determinato prodotto (laddove la valutazione avvenga in accordo alla Raccomandazioni dell'OCSE e a standard internazionali come la ISO 26000).
 
Negare che la voce non sia corredata da riferimenti bibliografici autorevoli e riconosciuti in ambito internazionale è da considerarsi arbitraria e non rispondente ai fatti e ai documenti citati.
 
Quale altro termine si può utilizzare per:
a) supportare le pratiche di responsible sourcing
b) consentire al consumatore finale di esercitare il dirito, riconosciuto dall'Unione Europea di acquisto in modo informato e consapevole .
 
Risulta evidente, dalla lettura di documenti ufficiali di organizzazioni internazionali che vi sia un esplicita menzione al termine "ETICHETTATURA SOCIALE".
Tale termine era appropriato nel 2001 tuttavia l'evoluzione del suo significato avvenuta tra il 2001 e il 2018 rende oggi restrittivo il suo significato proprio perchè gli standard e le linee guida evocate nel 2001 hanno allargato il significato originario. Le Linee Guida OCSE e la norma ISO 26000 non coprono soltanto gli aspetti "sociali" (diritti umani e condizioni di lavoro) ma si estendono anche gli aspetti ambientali (non del prodotto ma della fabbrica in cui il prodotto è realizzato).
Poichè il termine Responsabilità Sociale di un'organizazione identifica alcune caratteristiche di un'organizzazione ma viene utilizzato, in ambito approvvigionamento, per identificare l'approccio al Responsible Sourcing e nelle linee guida OCSE si parla di Due Diligence per Responsible Supply Chains il mezzo per comunicare queste informazioni verificate da una terza parte indipendente è l'ETICHETTATURA e il giusto termine a cui associarla è RESPONSABILE.
 
Per tutte queste ragioni confermo la mia richiesta di:
1) MANTENERE LA VOCE "ETICHETTATURA RESPONSABILE" (oppure in Inglese Responsible Labelling) o in alternativa
 
2) MODIFICARE LA VOCE IN "ETICHETTATURA SOCIALE" (in linea con il termine indicato nel Libro Verde dell'unione europea pubblicato nel 2001.
 
La seconda opzione è un evidente second best perchè, alla luce dell'evoluzione avvenuta nel corso degli ultimi 18 anni,espressa da standard (ISO 26000) e linee guida OCSE e utilizzata nell'ambito delle strategie di acquisto tra cliente fornitore (Responsible Sourcing), il concetto che meglio esprime una valutazione di terza parte indipendente sui rischi legati agli aspetti di responsabilità sociale di un'organizzazione è quello di ETICHETTATURA RESPONSABILE.
(non potendosi utilizzare il termine di "certificazione".
 
Sono aperto e disponibile a modificare l'incipit della voce o altri aspetti o a completare la bibliografia in accordo alle vostre indicazioni.
Ma se cancellazione deve esserci desidero che questa decisione sia argomentata in modo puntuale (e non generico) nel merito. Arbitrarietà, soggettività e assenza di argomenti a confutazione sono nemici della cultura.
 
Grazie