Perseo (torpediniera): differenze tra le versioni

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Il 23 gennaio la torpediniera diede infruttuosamente la caccia al sommergibile HMS ''Unbending'', che alle 8.40 aveva silurato ed affondato il [[rimorchiatore]] ''Luni'' in posizione 37°53' N e 15°43' E<ref>[http://www.historisches-marinearchiv.de/projekte/asa/ausgabe.php?where_value=2631 Historisches Marinearchiv - ASA<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
 
Il 29 aprile 1943 la torpediniera, al comando del [[capitano di corvetta]] Saverio Marotta, lasciò [[Napoli]] per scortare a [[Tunisi]] il piroscafo ''Campobasso'', che trasportava 58 militari ed un carico di [[munizioni]], [[autoveicolo|autoveicoli]], pezzi d'[[artiglieria]], [[bomba (ordigno)|bombe]] d'[[aereo]] ed altro materiale infiammabile<ref name="trentoincina-Perseo"/><ref name="NMP"/><ref name="Rocca">Gianni Rocca, ''Fucilate gli ammiragli. La tragedia della Marina italiana nella seconda guerra mondiale'', pp. 278-279</ref>. Causa un'[[avaria]] alle [[macchina|macchine]] della torpediniera, il convoglio dovette forzatamente sostare a [[Pantelleria]]<ref name="trentoincina-Perseo"/><ref name="NMP"/>. Alle due del [[pomeriggio]] del 3 maggio giunse a bordo l'[[Comando (ordine)|ordine]] di riprendere la [[navigazione]] e si fecero quindi i preparativi per la partenza: alle quattro, terminato l'approvvigionamento d'[[acqua]], iniziarono le [[manovra (nautica)|manovre]], e tre ore dopo la ''Perseo'' mollò gli [[ormeggio|ormeggi]] e fece rotta per Tunisi alla velocità di 8 nodi<ref name="trentoincina-Perseo"/><ref name="cronache-Balzano">[{{Cita web |url=http://www.cronacheisolane.it/personaggi.amm.balzano.htm |titolo=Cronache<!-- Titolo generato automaticamente -->] |accesso=14 giugno 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150923211223/http://www.cronacheisolane.it/personaggi.amm.balzano.htm |dataarchivio=23 settembre 2015 |urlmorto=sì }}</ref>. Alle 19.30, in seguito al rilevamento con l'[[ecogoniometro]] di echi che avrebbero potuto indicare la presenza di unità subacquee in zona, venne ordinato il posto di combattimento; alle 21.40, terminato l'allarme, la navigazione riprese regolarmente<ref name="cronache-Balzano"/>. Alle 23.20 vennero avvistate [[luce|luci]] ad ore due, a [[prua]] [[dritta]], e fu ordinato il posto di combattimento<ref name="cronache-Balzano"/>: si trattava infatti dei cacciatorpediniere britannici ''Nubian'', ''Paladin'' e ''Petard''<ref name="NMP"/>. Alle 23.25, ad ogni modo, cessò l'allarme, ma poco dopo fu ricevuta a bordo la [[comunicazione]] da parte di una stazione tedesca che le due navi (che si trovavano in navigazione a circa 22 miglia per 120° da Capo Bon<ref name="NMP"/>) erano state avvistate da un [[ricognitore]] nemico, [[messaggio]] ritrasmesso a [[Supermarina]]<ref name="cronache-Balzano"/>. Alle 23.33 il comandante Marotta, avendo realizzato di essere stato individuato e probabilmente anche seguito, ordinò al ''Campobasso'' di aumentare la velocità al massimo (10 nodi), ma due minuti dopo i tre cacciatorpediniere inglesi spararono dei [[bengala]] e subito dopo aprirono il fuoco: subito il ''Campobasso'' venne colpito e sbandò in fiamme<ref name="cronache-Balzano"/>. La ''Perseo'', dopo aver cercato inutilmente di coprire il ''Campobasso'' con [[cortina fumogena|cortine fumogene]], passò al [[contrattacco]] e lanciò due siluri da meno di 700 metri con beta 20° contro le navi inglesi, senza successo per le manovre evasive dei cacciatorpediniere<ref name="cronache-Balzano"/>. La ''Perseo'' aprì anche il fuoco con i cannoni, tentando di ritirarsi verso [[Capo Bon]], ma alle 23.48 una grossa [[esplosione]] che devastò il ''Campobasso'' illuminò la torpediniera, rendendola visibile alle navi inglesi: mentre manovrava per evitare la pioggia di [[proiettile|proiettili]] che si stava abbattendo su di essa, la ''Perseo'' ebbe un'avaria ad un [[timone]] e subito fu colpita due volte in rapida successione: un proiettile fece esplodere la [[generatore di vapore|caldaia]] nº 1, provocando la morte tra le fiamme ed i getti di [[vapore]] di una cinquantina di giovani marinai diretti al Comando Marina di Tunisi e di gran parte del personale di macchina, ed un secondo colpo andò a segno tra la [[ponte di comando|plancia]] e la [[stazione radio]] (distruggendo le [[antenna|antenne]] per le comunicazioni)<ref name="Rocca"/><ref name="cronache-Balzano"/>. Immobilizzata e devastata, la ''Perseo'' fu costretta ad un impari scontro d'artiglieria con le tre navi avversarie, dalle quali fu rapidamente sopraffatta: con le macchine fuori uso, la nave iniziò a sbandare sul lato di dritta ed il comandante Marotta ordinò di prepararsi ad abbandonare la nave, ma alle 23.57 lo [[scoppio]] di un proiettile d'artiglieria che colpì la plancia asportò il braccio sinistro del comandante, mentre il comandante in seconda, Levino Ferrara, rimase ucciso nei pressi dei cannoni di poppa; ad assumere il comando fu l'[[ufficiale (forze armate)|ufficiale]] di rotta, il [[sottotenente di vascello]] Romualdo Balzano, che governò la nave e si sostituì ad un mitragliere morto per sparare contro i proiettori delle navi inglesi, distanti ormai appena 300 metri (le mitragliere erano rimaste le uniche armi funzionanti)<ref name="Rocca"/><ref name="cronache-Balzano"/>. Ormai soverchiata dalle navi britanniche, la ''Perseo'' venne ridotta ad un [[relitto]] in fiamme ed alla deriva e Balzano dovette dare l'ordine di abbandonare la nave, restando poi a bordo per verificare sulla nave non fosse rimasto nessuno ancora vivo<ref name="Rocca"/><ref name="cronache-Balzano"/>. Il comandante Marotta, svenuto e portato su una [[scialuppa]], quando riprese i sensi e si rese conto che la nave ancora galleggiava, si fece condurre sottobordo, ma finì in mare a causa del capovolgimento dell'[[imbarcazione]]; chiamò Balzano chiedendogli di gettargli qualcosa per tenersi a galla<ref name="Rocca"/><ref name="cronache-Balzano"/>. Balzano, dopo aver preso un salvagente ed essersi guardato intorno in cerca di eventuali altri superstiti, si gettò in acqua, ma Marotta era ormai scomparso; quando infine riuscì a trovarlo, il comandante era ormai morto<ref name="Rocca"/><ref name="cronache-Balzano"/>. Alla memoria del comandante Marotta fu conferita la [[Medaglia d'oro al valor militare]]<ref>[http://www.marina.difesa.it/storiacultura/storia/medaglie/Pagine/MarottaSaverio.aspx Marina Militare<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>. Poco più tardi la ''Perseo'' esplose ed affondò circa 8 miglia ad est di [[Kélibia]], seguita dopo un'ora e mezza dall'inizio dello scontro dal ''Campobasso'', a sua volta saltato in aria<ref name="NMP"/><ref name="Rocca"/>.
 
67 sopravvissuti della ''Perseo'', tra cui Balzano, e 4 del ''Campobasso'' (altri 16 superstiti del piroscafo riuscirono a raggiungere su di una scialuppa la [[costa]] [[Tunisia|tunisina]]) vennero recuperati alcune ore dopo dalla [[nave ospedale]] ''[[Principessa Giovanna (nave ospedale)|Principessa Giovanna]]'', proveniente da Tunisi dopo aver caricato circa 830 tra feriti e malati, ma alle 14.40 ed alle 18 del 6 maggio la nave ospedale, nonostante fosse perfettamente riconoscibile, venne bombardata e mitragliata da [[cacciabombardiere|cacciabombardieri]] angloamericani: 54 tra feriti e membri dell'equipaggio della nave rimasero uccisi, altri 52 feriti<ref name="Rocca"/><ref name="cronache-Balzano"/><ref>[http://digilander.libero.it/storiadimenticata/navibianche.htm Gli eroi delle navi bianche<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>. Balzano ed i superstiti della ''Perseo'' furono in prima fila nei lavori di spegnimenti degli incendi e di contenimento dei gravi danni riportati dalla nave, che riuscì infine a raggiungere la costa italiana sotto il comando dello stesso Balzano (che aveva sostituito il comandante della ''Principessa Giovanna'', morto nell'attacco aereo)<ref name="Rocca"/><ref name="cronache-Balzano"/>.