Tragedia della Meloria: differenze tra le versioni
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[[File:Livorno monumento Caduti della Maloria 01.JPG|thumb|Il monumento ai caduti della Meloria in via Dino Provenzal, a Livorno, eretto per iniziativa del [[maresciallo]] incursore paracadutista Paolo Frediani.]]
Il [[Dipartimento marittimo|Dipartimento militare marittimo "Alto Tirreno"]] della [[Marina Militare (Italia)|Marina Militare]] iniziò le ricerche mettendo in campo imbarcazioni e mezzi aerei. Il mare mosso e le poco precise indicazioni del punto d'impatto fatte dal personale di ricerca, però, ostacolarono le operazioni che portarono a un nulla di fatto.<ref name=V/> Occorrevano dati più precisi, che comunque erano a disposizione. Incrociando i punti di osservazione da terra di due testimoni oculari con uno dei fari della Meloria, i maggiori Orrù e Milani individuarono un più plausibile punto d'impatto. Il 14 novembre l'allora [[capo di stato maggiore della Marina]], [[ammiraglio di squadra]] [[Giuseppe Roselli Lorenzini]], convocò Orrù per informarlo che stava partecipando direttamente alle ricerche, volendo inoltre sapere in quale punto di una carta nautica messa a sua disposizione si sarebbe schiantato "Gesso 4". Il punto indicato da Orrù fu molto vicino a quelli indicati dal pilota e dal navigatore di "Gesso 5", anch'essi presenti alla riunione. In questa nuova zona si recarono i [[dragamine]] ''[[Classe Legni|Faggio]]'' e ''Ontano'', e proprio l<nowiki>'</nowiki>''Ontano'', il 15 novembre, individuò a circa 50 metri di profondità il relitto di "Gesso 4".<ref name=VI>{{Cita|Falciglia 2011|p. VI}}.</ref>
Le operazioni di recupero iniziarono il 17 novembre Coordinate dalla Marina Militare con la [[Pietro Cavezzale (A 5301)|nave appoggio incursori Pietro Cavezzale]] e con l'aiuto di Carabinieri, [[Polizia di Stato]] e membri del Battaglione Sabotatori Paracadutisti. Diversi giorni dopo Nave Cavezzale fu affiancata dall'omologa britannica ''Layburn''. I corpi recuperati dal fondale marino vennero issati su un rimorchiatore e portati a terra. I ragazzi vennero tutti identificati grazie alle matricole dei paracadute e al numero di matricola delle armi in dotazione a ogni singolo parà. Il giorno successivo, 18 novembre, il [[sergente maggiore]] dei Sabotatori Giannino Caria, si tolse la cima che lo teneva collegato ad un collega (andavano in coppia per sicurezza), forse per poter esplorare più liberamente i resti di "Gesso 4", e rimase sul fondo. Un [[capitano]] dell'[[Aeronautica Militare (Italia)|Aeronautica Militare]] avvertito dal compagno di immersione, si tuffò subito in mare e riportò alla superficie il corpo senza vita di Caria, decorato per il suo gesto con la [[Valor civile|medaglia d'oro al valore civile]].<ref name=VI/><ref>http://www.gianninocaria.it/una-cerimonia-per-ricordare-caria/.</ref>
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