Marino Marini (scultore): differenze tra le versioni

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=== Gli esordi ===
L'artista si avvicina alla [[scultura]] nel 1922, quando inizia a frequentare le lezioni di [[Domenico Trentacoste]] presso l'[[Accademia di belle arti di Firenze|Accademia delle Belle Arti di Firenze]]. Nel 1926 apre uno studio in [[via degli Artisti]] a [[Firenze]] dove unisce una sensibilità moderna con il gusto fedele alla tradizione. I suoi modelli sono la scultura fiorentina del Quattrocento, specialmente i [[Busto (scultura)|busti]] della scuola del [[Andrea del Verrocchio|Verrocchio]], e la plastica etrusca con particolare attenzione ai [[Vasi canopi|vasi canòpi,]], e si dimostra subito in grado di padroneggiare diversi materiali come la [[cera]], il [[Gesso (minerale)|gesso]], la [[Ceramica|terracotta]]<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Barbara Cinelli|anno=(ottobre 2017)|titolo=Marino Marini|rivista=Art e Dossier|volume=|numero=347|p=6}}</ref>. Nel 1927 partecipa alla III Mostra Internazionale di arti decorative a [[Monza]] dove conosce [[Arturo Martini]]. Nel 1928 partecipa alla biennale di [[Venezia]] e realizza ''Il cieco''; l'anno dopo espone ''Il prelato'' alla II Mostra del [[Novecento (movimento artistico)|Novecento italiano]], opera che viene acquistata per la [[Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea]] di [[Roma]], e ''Il ritratto di [[Paola Ojetti]],'' che viene acquistato per la [[Galleria d'Arte Moderna (Milano)|Galleria d'Arte Moderna]] di [[Milano]]. Sempre nel 1929 espone ''Il popolo'' alla Mostra sindacale toscana.
 
=== La maturità: plasticità ed emotività delle forme ===