Storia di Siracusa in età spagnola (1700 - 1734): differenze tra le versioni

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Pare però che fosse realmente inseguito da forze nemiche, poiché la sera del 16 luglio (ore finali della marcia piemontese) fu vista nei dintorni di Siracusa una squadra armata cavalleresca che, valutando essere sopraggiunta troppo tardi, vide le porte della fortezza aretusea sigillarsi e se ne tornò indietro attraversando il Regno, a [[Bagheria]].<ref>''La Sicilia nel 1718'', p. 34 (''Archivio di Stato di Torino'' a cura di [[Alberico Lo Faso di Serradifalco]]).</ref>
 
La prima a ribellarsi nel siracusano fu [[Melilli]], seguita da Augusta, la quale però non ebbe scelta, poiché priva vi protezione (il vicerè vi aveva fatto togliere tutte le armi al suo interno) fu facile presa per l'esercito di Spagna. Altra importante piazza andata in mano spagnola fu Avola, i cui signori feudali avevano tutto l'interesse di volere il restauro della corona iberica: Avola apparteneva infatti a quegli [[Aragona (famiglia)|Aragona]]-[[Hernán Cortés|Cortés]] i cui antenati erano diventati illustri sotto la bandiera ispanica. Poi ancora Lentini, il borgo di [[Belvedere (Siracusa)|Belvedere]] (preso perché situato fuori le mura di Ortigia) e quello di [[Floridia]] (molto importante poiché, giudicata in ottima posizione, diverrà sede del campo militare spagnolo).
 
 
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