Villino Florio (Roma): differenze tra le versioni

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Fu costruito nel 1902 dall'ingegner Carlo Pincherle, su progetto dell'architetto [[Ernesto Basile]] su commissione di [[Ignazio Florio jr|Ignazio Florio junior]], esponente della nota [[Florio|famiglia]] di imprenditori [[Sicilia|siciliani]].
 
Il villino, di forma parallepipedale, offre due facciate alla strada (la maggiore su via Abruzzi) e due al giardino, che si apre sul retro. La struttura consta di due piani fuori terra, più seminterrato e [[attico (architettura)|attico]], ed è sovrastata da una [[torretta (architettura)|torretta]] con [[altana]] che si innalza in posizione perimediana, lungo via Abruzzi, a piombo con la facciata. La facciata esposta ad est è spezzata da una [[veranda]] che si apre sul giardino, sopra la quale si apre un'ampia terrazza in comunicazione con le stanze del primo piano.
 
Il Basile crea una struttura il cui modello originale è il palazzetto fortificato tre-quattrocentesco di area fiorentina, su cui si innesta un'esuberante decorazione floreale in linea con gli stilemi del [[Liberty]]. L'influenza dell'[[Art nouveau]] è particolarmente accentuata nel [[fregio]] che corona in alto le facciate, nelle cornici, davanzali, lunette e inferriate delle finestre, così come nel complesso apparato decorativo della porta d'ingresso su via Abruzzi. Il [[bugnato]] incornicia l'edificio ai quattro angoli ed è ripetuto sulla facciata principale, a delimitare il prosieguo verticale della torretta fino alla linea di strada.