Guerra del Peloponneso: differenze tra le versioni

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La peste di Atene: Corretto errore di battitura
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La campagna di Tracia: Corretto errore di battitura
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{{vedi anche|Battaglia di Delio|Battaglia di Anfipoli}}
[[File:Peloponnesian War - North - Culture.png|thumb|Le ''[[Polis]]'' greche nell'Egeo settentrionale.]]
A seguito della battaglia di Sfacteria, gli ateniesi assunsero l'iniziativa militare: proseguirono con i peripli del Peloponneso, consolidarono le loro posizioni a Corcira e nell'[[Acarnania]] e, sotto la guida di Nicia, occuparono l'isola di [[Citera]], a sud della [[Laconia]] fatto che costrinse gli spartani a tenere in riserva nel Peloponneso una parte considerevole delle loro forze ed ea [[Tirea]], dove nel frattempo si erano rifugiati gli abitanti di [[Egina (isola)|Egina]], la cui guarnigione spartana venne giustiziata ed infine [[Nisea]]; nel frattempo, le città sicilieotesiciliote, esauste dai conflitti, stipularono una tregua a Gela<ref>{{Cita|Tucidide|IV, 41-69|Tucidide}}.</ref>.
 
Nel [[424 a.C.]], le sorti di Sparta furono risollevate dal generale [[Brasida]] il quale, ottenuto l'appoggio dei beoti, marciò con 6.000 opliti contro gli ateniesi di Nisea costringendoli a ritirarsi all'interno delle fortificazioni e ad abbandonare ogni loro tentativo di impadronirsi di [[Megara (Attica)|Megara]]; ottenuto questo successo si ritirò a Corinto per preparare le sue truppe alla spedizione che intendeva intraprendere in Tracia mentre gli ateniesi erano impegnati nella Ionia e a Naupatto<ref>{{Cita|Tucidide|IV, 69-77|Tucidide}}.</ref>.