Quartiere San Leonardo (Teramo): differenze tra le versioni

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[[File:Chiesa di Sant'Anna dei Pompetti (Teramo) - interno.jpg|thumb|Interno di Sant'Anna dei Pompetti]]
*[[Chiesa di Sant'Anna dei Pompetti]]: la chiesa, conosciuta un tempo come San Getulio, è ciò che rimane della vecchia Cattedrale di Santa Maria Aprutiensis, distrutta nell'incendio del 1156 di Roberto di Loritello. Oggi è nota come Sant'Anna dei Pompetti, dal nome della famiglia che ne aveva la proprietà.<ref>{{Cita web|url=http://www.teramoculturale.it/index.php?id=20&itemid=335/|titolo=Chiesa di Sant'Anna de' Pompetti}}</ref>Dopo l'incendio della cattedrale rimase in piedi solo la cappella, che venne sistemata il più possibile per essere riconsacrata, mentre il nuovo Duomo veniva ricostruito a poca distanza. In questa chiesa vennero conservate le spoglie incorrotte di San Berardo, che erano state protette nella Torre Bruciata. Sant'Anna dei Pompetti fu costruita sopra una domus romana del I secolo a.C., come dimostrano i resti del piazzale, e costitutiva il nartece d'ingresso dell'antica cattedrale, e ciò è testimoniato da un affresco del XII secolo ritraente due angeli che sorreggono un clipeo che reca la mano benedicente di Dio. Il tempio originario doveva essere a tre navate con abside centrale. Le navi erano divise da archi ogivali poggiani su pilastri o su colonne isolate. Tre grandi arcate immettevano nel presbiterio articolato in tre campate, di cui solo quella centrale coperta a volta esiste oggi. L'impianto attuale è il risultato di ricostruzioni dopo il XII secolo, e corrisponde alla sola zona presbiteriale della cattedrale romanica, che era molto più lunga, poiché si estendeva con le sue tre navate per tutta l'area della piazza.<ref>{{Cita web|url=http://www.regione.abruzzo.it/xCultura/index.asp?modello=chiesaRomTE&servizio=xList&stileDiv=monoLeft&template=intIndex&b=chiesero5324&tom=324/|titolo=Chiesa di Sant'Anna dei Pompetti|accesso=28 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180818150817/http://www.regione.abruzzo.it/xCultura/index.asp?modello=chiesaRomTE&servizio=xList&stileDiv=monoLeft&template=intIndex&b=chiesero5324&tom=324%2F|dataarchivio=18 agosto 2018|urlmorto=sì}}</ref>Oggi la chiesa consta di tre ambienti, tre campate quadrate divise da arcate poggianti su semicolonne in cotto, addossate a pilastri. Le campante presentano tre diverse coperture, quella di destra ha copertura a tetto, quella di sinistra a volta a crociera in laterizio, quella centrale a volta a crociera con costoloni poggianti su semicolonne angolari. La campata mediana è più interessante perché nell'abside è conservata una galleria sopraelevata aperta sul triforio (navata centrale), appartenente all'originaria cattedrale. In essa sono presenti elementi di spoliazione romana, dall'edificio della domus, come le due colonne e i capitelli corinzi marmorei. Sono conservati all'interno della chiesa affreschi del XIV secolo, della Madonna del Latte di [[Giacomo di Campli]], affiancata da [[Sant'Apollonia]] e [[Santa Lucia]].
 
*Chiesa dell'Annunziata: confina con il quartiere San Giorgio, in via Nicola Palma. La chiesa è menzionata sin dal 1351, anche se oggi si presenta in stile neoclassico. Confina con il quartiere San Giorgio ad Ovest, ha la facciata coronata da dentelli e mensole, articolata da un riquadro, sormontato da lunetta, in cui si apre il portale ornato da un cornicione aggettante, sorretto da mensole. L'interno che si presenta in stile settecentesco, ha navata unica con transetto a conclusione rettilinea. Di notevole interesse è l'altare barocco dipinto e dorato nel 1691 da Giovanni Battista Minelli, nelle nicchie laterali ci sono le statue di San Giovanni e una santa ignota, al centro di una tela ritraente la Madonna del Purgatorio. L'altare fu commissionato dalla Compagnia del Suffragio dei Morti, pregevole anche un crocifisso ligneo del XVI secolo
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[[File:PalazzoCastelli.jpg|thumb|Palazzo Castelli]]
 
*Palazzo Castelli - Muzii: si trova lungo il Corso Cerulli, così nominata per il proprietario Muzio Muzii, storico teramano, che commissionò all'architetto Vincenzo Pilotti la realizzazione del palazzo, nonché della residenza urbana Villa Camilla, in contrada Nepezzano. Il palazzo fu completato nel 1908, e poi passò ai Castelli, da cui il nome attuale. Maddalena Castelli nel 1986 avviò dei lavori di restauro, cosicché il palazzo oggi è uno dei meglio conservati della città, con impianto rettangolare a quattro livelli, affiancato da un corpo più basso, che occupa due piani. Il piano nobile del palazzo e il secondo sono inquadrati, agli angoli, da lesene con capitelli decorati da volute e festoni; le finestre rettangolari presentano ricche decorazioni a stucco, ispirate a repertori floreali liberty, che compaiono anche sul parapetto del terrazzo.<ref>{{Cita web|url=http://www.regione.abruzzo.it/xCultura/index.asp?modello=schedaLibertyTE&servizio=xList&stileDiv=monoLeft&template=intIndex&b=menuLibe51384&tom=1384/|titolo=Palazzo Muzii Castelli|accesso=28 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180818150804/http://www.regione.abruzzo.it/xCultura/index.asp?modello=schedaLibertyTE&servizio=xList&stileDiv=monoLeft&template=intIndex&b=menuLibe51384&tom=1384%2F|dataarchivio=18 agosto 2018|urlmorto=sì}}</ref>Fra le finestre del quarto ed ultimo livello si ammira un ciclo pittorico con scene raffiguranti Floria (dea dei cereali) e Pomona (dea dei frutti), opera di Ernesto Aurini, realizzate con la collaborazione di Giuseppe Zina. Il palazzo è di grande importanza perché costruito sopra il complesso delle terme romane di ''Intaramnia'', e già nel 1565 Muzio Muzii parlava della scoperta di ambienti riscaldati con il sistema delle ''suspensurae'' sotto il pavimento della sua casa, ossia delle fornaci di riscaldamento. Dell'impianto termale si conservano il pavimento con pilastrini in mattoni, due vasche di riscaldamento, impianti per raccolta delle acque, e iscrizioni varie conservate nel museo archeologico
 
*Palazzo Savini: si trova davanti il Palazzo Castelli. Si tratta di uno dei palazzi più importanti della città, e venne costruito all'inizio dell'800 sopra le vecchie carceri, edificato sopra una domus romana, come testimonia il mosaico del Leone, nel seminterrato. Questo palazzo rappresenta la tipica edilizia civile ottocentesca teramana, con suddivisioni dei settori in cornici marcapiano e paraste, e ordine regolare di finestre architravate, con trattamenti ad intonaco colorato.