Campagna italiana di Grecia: differenze tra le versioni

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La Grecia non era pronta a sostenere un attacco tedesco dalla Bulgaria. Da tempo malato, Metaxas morì il 29 gennaio 1941 per le complicazioni seguite a un intervento chirurgico<ref>{{cita|Cervi 2005|p. 194}}.</ref>; nuovo primo ministro divenne quindi [[Alexandros Korizis]], anche se il governo risultò strettamente controllato dal re Giorgio II. I greci andavano molto orgogliosi delle loro vittorie in Albania, e pretesero di conservare il terreno guadagnato anche quando la minaccia tedesca ormai incombeva su di loro; l'aver concentrato le unità migliori sul fronte albanese, tuttavia, aveva comportato il notevole alleggerimento delle difese al confine bulgaro-greco, con appena tre deboli e incomplete divisioni lasciate a presidio dei fortini della "linea Metaxas": i greci chiesero che la difesa del paese dall'attacco tedesco fosse assunta dal Regno Unito (Papagos pretese l'invio in aiuto della Grecia di nove divisioni con adeguato supporto aereo), ma il comandante del [[Middle East Command]] generale [[Archibald Wavell, I conte Wavell|Archibald Wavell]], responsabile di un teatro che andava dai Balcani a nord all'[[Etiopia]] a sud e dalla Libia a ovest alla [[Persia]] a est, non aveva sufficienti forze per andare incontro alle richieste di Atene<ref>{{cita|Cervi 2005|p. 193}}.</ref>. Il dilemma se lasciare la Grecia al suo destino o tentare di correre in suo aiuto fu infine risolto dalla decisione di [[Winston Churchill]] di inviare un corpo di spedizione nel paese ai primi di marzo, dopo l'ingresso delle truppe tedesche in Bulgaria: al comando del generale [[Henry Maitland Wilson]], il contingente comprendeva due divisioni di fanteria, una brigata corazzata e reparti di supporto per un totale di {{formatnum:53000}} uomini<ref>{{cita|Lombardi|p. 20}}.</ref>.
 
Il 6 aprile 1941 la Germania diede inizio al suo duplice attacco simultaneo a Jugoslavia e Grecia; oltre a mobilitare un'armata al confine italo-jugoslavo, Cavallero ricevette ordine nei giorni precedenti l'attacco di sospendere ogni ulteriore offensiva in Albania e di spostare invece delle divisioni sul confine albanese-jugoslavo per parare eventuali attacchi da quel lato: piani per una collaborazione greco-jugoslava per cacciare gli italiani dall'Albania erano stati effettivamente tracciati nei giorni precedenti, e ancora il 4 aprile Papagos aveva tentato un attacco in direzione di Tepeleni e l'8 aprile azioni sul fianco sinistro della IX Armata<ref>{{cita|Cervi 2005|p. 233-235}}.</ref>. L'attacco tedesco travolse la Jugoslavia, costretta a capitolare dopo appena dodici giorni di combattimenti, rendendo insostenibile la posizione degli Alleati nel nord della Grecia: la [[12. Armee (Wehrmacht)|12. Armee]] del [[feldmaresciallo]] [[Wilhelm List]], in schiacciante superiorità in fatto di corazzati, artiglieria e aerei, attaccò la Grecia con due divisioni corazzate, sei divisioni di fanteria o da montagna e il reggimento motorizzato [[1. SS-Panzer-Division "Leibstandarte SS Adolf Hitler"|"Leibstandarte SS Adolf Hitler"]], aggirando la linea Metaxas tramite un movimento attraverso la [[Vardarska Banovina|Vardarska]] jugoslava e infrangendo al linea di resistenza allestita dal corpo di spedizione britannico sul fiume [[Aliacmone]]<ref>{{cita|Lombardi|pp. 95-100}}.</ref>.
 
[[File:Bundesarchiv Bild 101I-163-0337-09A, Griechenland, Josef (Sepp) Dietrich.jpg|thumb|[[Josef Dietrich]] (a destra) con i delegati greci inviati a trattare la resa dell'Armata dell'Epiro]]