Josyp Slipyj: differenze tra le versioni

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=== Occupazione sovietica e nazista ===
Il 22 dicembre [[1939]] il [[Chiesa greco-cattolica ucraina#Sinodo arcivescovile|sinodo della Chiesa greco-cattolica ucraina]] con la benedizione di [[papa Pio XII]] lo nominò [[arcivescovo coadiutore]] di [[Arcieparchia di Leopoli degli Ucraini|Leopoli degli Ucraini]] e [[Vescovo titolare|titolare]] di [[Arcidiocesi di Serre|Serre]]. Ricevette l'[[ordinazione episcopale]] il 22 dicembre successivo in segretezza a causa della presenza sovietica e della situazione politica instabile dall'arcieparca metropolita di [[Arcieparchia di Leopoli degli Ucraini|Leopoli degli Ucraini]] [[Andrej Szeptycki]], coconsacranti il vescovo ausiliare di [[Arcieparchia di Leopoli degli Ucraini|Leopoli degli Ucraini]] [[Nykyta Budka]] e il vescovo titolare di [[Diocesi di Lebedo|Lebedo]] [[Mykola ČarneckyjČarnec'kyj]]. Il 30 giugno [[1941]] sostenne l'atto di dichiarazione dello Stato ucraino promosso dall'[[Organizzazione dei nazionalisti ucraini]].
 
Il 1º novembre [[1944]], con la morte di monsignor [[Andrej Szeptycki]], Slipyj gli succedette come [[Arcieparchia|arcieparca metropolita]] di [[Arcieparchia di Leopoli degli Ucraini|Leopoli degli Ucraini]] e capo della [[Chiesa greco-cattolica ucraina]].
 
Dopo che le truppe sovietiche riconquistarono [[Leopoli]], Slipyj venne arrestato la notte dell'11 aprile [[1945]] insieme ad altri vescovi dal [[Commissariato del popolo per gli affari interni]] con l'accusa di [[collaborazionismo]] con il [[regime nazista]]. Questo fu il primo passo nella progettata liquidazione della [[Chiesa greco-cattolica ucraina]] da parte delle autorità sovietiche.<ref>Bociurkiw, B.R., ''The Ukrainian Greek Catholic Church and the Soviet State (1939–1950).'' CIUS Press, 1996.</ref><ref>Pelikan, Jaroslav, ''Confessor Between East and West.'' W.B. Eerdmans Publishing. 1990.</ref><ref>[http://webarchive.loc.gov/all/20050420013302/http://www.risu.org.ua/eng/major.religions/greek.catholic/josyf.slipiy/ Religious Information Service of Ukraine: Patriarch Josyf Slipiy]</ref> Dopo essere stato incarcerato a [[Leopoli]], [[Kiev]] e [[Mosca (Russia)|Mosca]], un tribunale sovietico lo condannò a otto anni di lavori forzati in un [[gulag]] siberiano. Insieme a lui furono condannati per [[Tradimento (reato)|tradimento]] a lunghi periodi di carcere e lavori forzati anche i vescovi [[Hryhoryj Chomyšyn]], [[Mykola ČarneckyjČarnec'kyj]], [[Nykyta Budka]] e [[Ivan Liatyshevsky]].
 
A questo punto le autorità sovietiche convocarono forzatamente un gruppo di 216 sacerdoti e il 9 marzo [[1946]] nella cattedrale di San Giorgio venne aperto quello che passerà alla storia come [[sinodo di Leopoli]]. L'[[Unione di Brest]], la dichiarazione in cui la [[Chiesa greco-cattolica ucraina]] entrò formalmente in comunione ecclesiastica con la [[Santa Sede]] venne revocata da questo sinodo. La Chiesa greco-cattolica ucraina rientrò così forzatamente nella [[Chiesa ortodossa russa]]. Monsignor Slipyj rifiutò ogni offerta di conversione all'ortodossia e subì nuove condanne. Nel [[1953]] venne condannato a cinque anni di lavori forzati in [[Siberia]], nel [[1958]] a quattro anni e nel [[1962]] alla [[deportazione]] a vita in [[Mordovia]]. Rimase quindi imprigionato per 18 anni nei campi in [[Siberia]] e [[Mordovia]].