Carmelina Naselli: differenze tra le versioni

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== Biografia e carriera==
Laureatasi in [[Letteratura|lettere]] nel [[1919]] presso l'[[Università di Catania]] con [[Achille Pellizzari]], proseguì gli studi di perfezionamento alla "Scuola di Studi Superiori in Letteratura Italiana" di [[Firenze]], sotto la guida di [[Guido Mazzoni (letterato)|Guido Mazzoni]], con cui conseguì l'abilitazione all'insegnamento nel 1920. Negli anni successivi, frutto degli studi di [[storia della letteratura italiana]] compiuti a Firenze furono le due opere ''Il Petrarca nell'Ottocento'' (1923) e ''Domenico Cavalca'' (1925).<ref>Per le notizie biografiche qui esposte, si fa riferimento a: M. Leonardi, "Naselli, Carmelina", ''Dizionario Biografico degli Italiani'', Volume 77, Anno 2012.</ref>
 
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Con le pubblicazioni che aveva realizzato fino ad allora, riuscì a conseguire nel 1936 la libera docenza in letteratura, dopodiché ebbe, nel 1940, il primo incarico di insegnamento di storia della letteratura italiana all'[[Università di Catania]], che mantenne fino al 1949 quando conseguì l'ordinariato, quindi resse la cattedra di [[storia delle tradizioni popolari]], una delle prime tre cattedre istituite in Italia per questa disciplina.<ref>Le altre due furono assegnate a [[Giuseppe Cocchiara]] dell'[[Università di Palermo]], l'altra a [[Paolo Toschi (folklorista)|Paolo Toschi]] dell'[[Università degli Studi di Roma La Sapienza|Università di Roma]]; cfr. [[Tullio Tentori]], "Per un'antropologia delle società complesse" (§ 1), in: T. Tentori (a cura di), ''Antropologia delle società complesse'', A. Armando Editore, Roma, 1990, pp. 7-40.</ref>
 
Nell'Ateneo catanese, la Naselli tenne pure diversi altri incarichi di insegnamento, nel periodo che va dal 1949 al 1965 (anno del pensionamento): Storia della Letteratura Italiana, Filologia romanza, Letteratura delle tradizioni popolari, Storia della lingua italiana, Lingua e Letteratura Italiana, oltreché Storia delle tradizioni popolari, sia nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell'[[Università di Catania]] che nell'Istituto Universitario di Magistero di Catania. Rimasta nubile, di profonda fede religiosa, nel 1944 prese anche i voti di [[Domenicane|terziaria domenicana]], divenendo poi [[Priore|priora]] provinciale del ''Terz'ordine domenicano femminile''.
 
Condusse una vita culturale molto intensa (fu, tra l'altro, molto amica di [[Gina Fasoli]]), partecipando a convegni, tenendo conferenze, collaborando a giornali e riviste. Fu presidente del comitato catanese della ''[[Società Dante Alighieri|Società Nazionale "Dante Alighieri"]]'' e della ''Società di Storia Patria per la Sicilia Orientale'', di cui curò la biblioteca, nonché fu per molti anni segretario, quindi direttore (dal 1954), della rivista l'«Archivio Storico per la Sicilia Orientale».
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Un suo profilo è stato tracciato dall'allora suo assistente universitario [[Carmelo Ciccia]], nel libro ''Profili di letterati siciliani dei secoli XVIII-XX''.
 
==Studi e ricerche==
La Naselli, assieme a [[Giuseppe Cocchiara|Cocchiara]] e [[Giuseppe Pitrè|Pitrè]], fu caposcuola nell'università etnea della tradizione di studi folklorici e delle tradizioni popolari siciliane che riuscirono a far fronte, continuando a professare rigorosamente il metodo storico-filologico nella loro indagine, all'imperante [[storicismo]] ideologico [[Benedetto Croce|crociano]] che metteva in secondo piano queste discipline perché tacciate di simpatizzare con i metodi del [[positivismo]].
 
 
Fra le sue moltissime pubblicazioni, degno di nota è il saggio sul linguista veneto [[Alessandro Citolini]], autore della prima Grammatica Italiana, poco conosciuto perché vissuto e morto a Londra intorno al 1582.
 
==Opere==