Carmelina Naselli: differenze tra le versioni

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Con le pubblicazioni che aveva realizzato fino ad allora, riuscì a conseguire nel 1936 la libera docenza in [[letteratura]], dopodiché ebbe, nel 1940, il primo incarico di insegnamento di storia della letteratura italiana all'[[Università di Catania]], che mantenne fino al 1949 quando conseguì l'ordinariato, quindi resse la cattedra di [[storia delle tradizioni popolari]], una delle prime tre cattedre istituite in Italia per questa disciplina.<ref>Le altre due furono assegnate a [[Giuseppe Cocchiara]] dell'[[Università di Palermo]], l'altra a [[Paolo Toschi (folklorista)|Paolo Toschi]] dell'[[Università degli Studi di Roma La Sapienza|Università di Roma]]; cfr. [[Tullio Tentori]], "Per un'antropologia delle società complesse" (§ 1), in: T. Tentori (a cura di), ''Antropologia delle società complesse'', A. Armando Editore, Roma, 1990, pp. 7-40.</ref>
 
Nell'Ateneo catanese, la Naselli tenne pure diversi altri incarichi di insegnamento, nel periodo che va dal 1949 al 1965 (anno del pensionamento): Storia della Letteratura Italiana, Filologia romanza, Letteratura delle tradizioni popolari, Storia della lingua italiana, Lingua e Letteratura Italiana, oltreché Storia delle tradizioni popolari, sia nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell'[[Università di Catania]] che nell'Istituto Universitario di Magistero di Catania. Rimasta nubile, di profonda fede religiosa, nel 1944 prese anche i voti di [[Domenicane|terziaria domenicana]], divenendo poi [[Priore|priora]] provinciale del ''"Terz'ordine domenicano femminile''".
 
Condusse una vita culturale molto intensa (fu, tra l'altro, molto amica di [[Gina Fasoli]]), partecipando a convegni, tenendo conferenze, collaborando a giornali e riviste, organizzando mostre ed esposizioni. Fu presidente del comitato catanese della ''[[Società Dante Alighieri|Società Nazionale "Dante Alighieri"]]'' e della ''"Società di Storia Patria per la Sicilia Orientale''", di cui curò la biblioteca essendone stata per molti anni prima segretaria poi direttrice, quindi diresse pure, dal 1954, la rivista l'«Archivio storico per la Sicilia orientale».
 
In sua memoria, il comune di Catania le ha intitolato una via nella zona di San Giovanni Galermo.