Enrico Galassi: differenze tra le versioni
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Recatosi in questo periodo a Parigi, vi rincontra [[De Pisis]] che gli risveglia la passione per la pittura. A questo proposito scrive Rosanna Ruscio: «Quando alla metà degli anni Trenta riprese a dipingere, dimostrò di aver raggiunto una maggiore libertà espressiva: la spazialità metafisica dei suoi quadri apparve allora più dilatata, i colori accesi, il tocco liquido, e alcuni dei suoi temi preferiti - quali le camere da musica e i giardini incantati - vennero trasposti in una dimensione sognata»<ref name="ruscio-cit"/><ref>cfr. Enrico Galassi, ''Diario della nostalgia. C'era una volta De Pisis'', in «Il Giornale d'Italia», 15 e 16 ottobre 1970 e Enrico Galassi, ''Diario della nostalgia. Parigi'', in «Il Giornale d'Italia», 19 e 20 ottobre 1970.</ref>.
Questo risvegliato interesse per la pittura sfocia in alcune importanti mostre: la prima alla II Quadriennale di Roma (1935), la seconda a Londra, su allestimento di [[Marguerite Caetani]], e ben due personali a distanza di un mese l'una dall'altra, la prima, nel febbraio 1937 alla galleria della Cometa di [[Anna Laetitia Pecci Blunt]], con testo di presentazione di [[Libero De Libero]], la seconda di nuovo alla Galleria del Milione di Milano nel marzo successivo, recensita positivamente da [[Carlo Carrà]], che parla, per i dipinti esposti, di «un legame compatto di toni e di valori chiaroscurali» e di una «nervosa e quasi selvaggia sensibilità»<ref name="cassani-27"/><ref>Carlo Carrà, ''Mostre d'arte. Enrico Galassi'', in «L'Ambrosiano»,
== Gli anni romani e l'attività da architetto dilettante ==
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