Alberto Quadrelli: differenze tra le versioni
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Nato a Rivolta in Ghiaia d'Adda (parrocchia della [[Diocesi di Cremona]]) nel 1103 (Lettera di G.B. Rossoni del 4 aprile 1786, Prevosto di [[Rivolta d'Adda]]), divenne parroco nello stesso paese, e poi Prevosto della Chiesa di Ripalta Sicca (antico nome di Rivolta d'Adda) nel 1143 (C. VIGNATI, p.10 ed in particolare capitolo 1, nota 2, che riporta il testo della conferma dei privilegi di Prevosto in possesso della basilica di San Sigismondo, da parte di Papa Lucio II), ciò per 25 anni.
[[Papa Lucio II]] con
Su mandato di [[Papa Alessandro III]], Alberto Quadrelli - dopo aver mantenuto Rivolta fedele a Papa Alessandro III - fu scelto dal clero e dal popolo di [[Lodi]] come proprio [[Vescovo]], nonostante le sue reticenze ed a mezzo della proposta di Galdino, [[Arcivescovo]] di Milano e [[Legato pontificio]] per la Gallia Cisalpina, divenne Vescovo il 29.3.1168 (giovedì santo: nella cronaca di Ottone e Acerbo Morena si rinviene il seguente brano: ''Quindi nel giorno del Giovedì Santo, che coincideva in quell'anno col 28 marzo, indizione prima, dell'anno 1168 [...] elesse alla pubblica presenza sia dei chierici che dei laici nella chiesa stessa, signore e vescovo e pastore di Lodi [...] il venerabile prete Alberto, in quel tempo prevosto della Chiesa di Ripalta Sacca, uomo onesto, sapiente e religioso, largamente corredato di buoni costumi, in tutto timorato e molto devoto di Dio'' (C. VIGNATI, capitolo 2 nota 1, con preciso riferimento alle ''Lezioni del Santo'', approvate dalla Santa Sede il 7 aprile 1853. Il Vignati descrive la vicenda della contrapposizione tra il papato nominato dal Barbarossa e Papa Alessandro III, nelle pagine da 17 a 21), e consacrato aprile 1168, nella nuova Lodi, ricostruita dopo la distruzione della vecchia ad opera del [[Barbarossa]]. Tale nomina era volta a contrapporlo ad Alberico Merlin, nominato vescovo dall’antipapa Pasquale III, a sua volta insediato da Federico Barbarossa, ancora vivente all’epoca della nomina di Alberto a Vescovo di Lodi (Cfr. Murena, in ''Hist. rer. Laudens., ap. Muratori, Rer. Ital. scriptores'', VI, Milano 1725, p. 1161, che lo dice ''virum honestum et sapientem atque religiosum, et bonis moribus valde imbutum ac Deum valde diligentem et in omnibus timentem'').
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