La classe operaia va in paradiso: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Etichette: Modifica da mobile Modifica da web per mobile
Riga 50:
{{citazione|Lavoratori, buongiorno. La direzione aziendale vi augura buon lavoro. Nel vostro interesse, trattate la macchina che vi è stata affidata con amore. Badate alla sua manutenzione. Le misure di sicurezza suggerite dall'azienda garantiscono la vostra incolumità. La vostra salute dipende dal vostro rapporto con la macchina. Rispettate le sue esigenze, e non dimenticate che macchina più attenzione uguale produzione. Buon lavoro.|L'annuncio diffuso ogni mattina nella fabbrica}}
 
Ludovico Massa, detto Lulù, è un operaio di 31 anni con due famiglie da mantenere (una composta dalla ex moglie e il loro figlio, l'altra dalla sua nuova compagna e il figlio di lei) e con alle spalle già 15 anni di lavoro presso la fabbrica B.A.N., due intossicazioni da vernice e un'ulcera. [[Associazione Calcio Milan|Milanista]]<ref>{{cita web|url=http://www.magliarossonera.it/Misc_alcinema1.html|titolo=Il Milan al cinema|editore=magliarossonera.it|accesso=1º luglio 2016}}</ref>, [[Stacanovismo|stakanovista]] e sostenitore del lavoro a [[cottimo]], grazie al quale, lavorando a ritmi infernali, riesce a guadagnare abbastanza da permettersipotersi permettere l'automobile e altri beni di consumo, Lulù è amato dai padroni, che lo utilizzano come modello per stabilire i ritmi ottimali di produzione, e odiato dai colleghi operai per la sua diligenza che viene scambiata per [[Arrivismo|servilismo]]. Nonostante ciò, non riesce ad essere contento della sua situazione, in quanto i ritmi di lavoro sono talmente sfiancanti che, tornato a casa, riesce a malapena a mangiare e ad annichilirsi davanti alla televisione, non ha nessuna vita sociale, nessun dialogo con i propri cari, non riesce neppure più ad avere rapporti con la compagna. La sua vita continua in questa totale alienazione, che lo porta a ignorare gli slogan di protesta urlati e scritti dagli studenti fuori dai cancelli, finché un giorno ha un incidente sul lavoro e perde un dito (dopo aver cercato di estrarre manualmente un pezzo rimasto incastrato nel macchinario).
 
Così, improvvisamente, Lulù cambia visione delle cose e inizia a sentirsi alienato e a considerare misera la sua vita;, quindi si schiera contro quello che ritiene sia il ricatto del lavoro a cottimo e aderisce alle istanze radicali degli studenti e di alcuni operai della fabbrica, in contrapposizione alle posizioni più moderate dei sindacati. In breve tempo il fermento nella fabbrica aumenta e, dopo uno sciopero generale, si arriva all'inevitabile scontro con la polizia. Il risultato di questo cambiamento è drammatico: Lulù viene abbandonato dalla compagna, licenziato in tronco dalla fabbrica e contemporaneamente abbandonato sia dagli studenti, che sostengono che il suo è un caso individuale e non di 'classe', sia dagli operai, che inizialmente non prendono nessun provvedimento per il suo licenziamento. Durante queste vicende il protagonista cerca, inutilmente, conforto facendo visita all'anziano Militina, un ex compagno di fabbrica costretto a finire i suoi giorni in manicomio; l'unico risultato che Lulù ottiene da queste visite è comprendere che anche per lui l'alienazione si sta trasformando in pazzia.
 
Quando ormai tutto sembra perduto, i suoi compagni, grazie al sindacato, riescono a farlo riassumere in fabbrica, alla catena di montaggio, dove Lulù, urlando per farsi sentire al di sopra del rumore assordante dei macchinari, di nuovo in balia dei ritmi frenetici della produzione, racconta ai colleghi di un suo sogno: Militina che tenta, a forza di testate, di fare breccia in un muro al di là del quale vi è una fitta nebbia in cui sono immersi Militina stesso, Massa e tutti gli altri operai.
 
== Ambientazione ==
Riga 61:
== Commento ==
{{vedi anche|Alienazione#La critica marxista del concetto di alienazione}}
Il film da una parte entra nella fabbrica italiana degli anni settanta per raccontare il rapporto [[alienazione#La critica marxista del concetto di alienazione|alienato]] degli operai con la macchina e i tempi di produzione e dall'altra al contempo esce al di fuori della fabbrica per accusare sia il movimento studentesco, spesso troppo distante e 'astratto' dai reali problemi degli operai, che i sindacati, spesso invece collusi con i padroni con cui concertano e decidono della vita degli operai stessi, per arrivare fin dentro le case, evidenziando come l'alienazione dell'uomo-macchina continui anche nella vita di tutti giorni, contaminando i rapporti personali.
 
== Uscita nelle sale e accoglienza della critica ==
Riga 68:
Il film suscitò alla sua uscita una forte ondata di polemiche. Presente in sala, il regista [[Jean-Marie Straub]] prese il microfono in pubblico e dichiarò che tutte le copie dovevano essere bruciate seduta stante.<ref>''La classe operaia va in paradiso'', DVD cinema italiano, La cineteca Repubblica-L'Espresso, libretto.</ref>
 
Il film fu inoltre accolto gelidamente dalla sinistra italiana, sia dalla classe dirigente che dalla critica cinematografica, perché da una parte descrive i sindacalisti come buoni a provocare la ribellione altrui ma in fondo pavidi e corruttibili e dall'altra rappresenta gli studenti di estrema sinistra come semplici parolai astratti e intellettuali. Agli occhi di certa critica dell'epoca "Valido (...) come espressione della tendenza all'imborghesimento effettivamente presente (o, meglio, coltivata) nella classe operaia, Lulù Massa non lo è affatto come rappresentante, tout court, della classe stessa, di cui fornisce una immagine tanto parziale da risultare falsa e mistificante".<ref>{{cita web|url=http://www.lombardia.cisl.it/pagina.asp?ID=5074#.VIRdOTGG98E|titolo=La classe operaia va in paradiso|editore=lombardia.cisl.it|accesso=24 dicembre 2014|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20141209111448/http://www.lombardia.cisl.it/pagina.asp?ID=5074#.VIRdOTGG98E|dataarchivio=9 dicembre 2014}}</ref><ref>{{cita web|url=http://mediacritica.it/2011/10/31/la-classe-operaia-va-in-paradiso/|titolo=La classe operaia va in paradiso|editore=mediacritica.it|data=31 ottobre 2011|accesso=24 dicembre 2014}}</ref>
 
Il [[24 Gennaio|24 gennaio]] [[2011]], esattamente quarant'anni dopo la sua uscita, il film è stato nuovamente proiettato a [[Porretta Terme]] in occasione della decima edizione del [[Festival del cinema di Porretta Terme|Festival del Cinema di Porretta Terme]], in versione restaurata.<ref name= uscita />
 
== Premi ==