Nazi-maoismo: differenze tra le versioni
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La scorretta quanto inadeguata interpretazione del fenomeno "nazi-maoista" e dei fatti è dimostrata da quanto realmente accadde, impossibile da inquadrare in modo logico se si parte dall'assunto aprioristico degli autori che, come molti della sinistra, nuova o vecchia, non studiarono mai né capirono le indubbie fumose e in certi casi ambigue basi teoriche del movimento, senza riuscire in alcun modo a inquadrandolo adeguatamente in quella nebbiosa ''terra di nessuno'' che non apparteneva alla "istituzionale" tripartizione del mondo politico dell'epoca: una sinistra (parlamentare ed extra-parlamentare), una destra (parlamentare ed extra-parlamentare) e un magmatico centro, contiguo però per interessi alla destra, al di fuori dei quali schematici confini ideologici non esisteva altro che il deserto culturale e politico.
Ma, paradossalmente, la miglior testimonianza in merito è forse quella del neonazista [[Franco Freda|Franco "Giorgio" Freda]] in una sua intervista del 1977 che riprendeva argomentazioni già esposte in una sua pubblicazione stampata a Losanna (Svizzera)<ref>Giuseppe Bessarione, ''Lambro/Hobbit. La cultura giovanile di destra. In Italia e in Europa'', Roma, [[Arcana Editore|Arcana Editrice]], 1979, pp. 99-100</ref>:
{{quote|La formula paradossale del "nazimaoismo" - non del tutto falsa, ma anche non del tutto giustificata - permette di scindere i suoi elementi costitutivi, perché i comunisti mirano a rilevare l'aspetto "nazi" per terrorizzare i compagni e i neofascisti del MSI mirano ad evidenziare gli aspetti "maoisti" per impaurire i camerati}}.
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