Paolo Scheggi: differenze tra le versioni
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Negli ultimi anni della sua breve vita, oltre a proseguire le ricerche verso una sempre maggiore programmaticità dell'opera (è il periodo delle lamiere modulari), Scheggi si accostò all'ambito teatrale e performativo, partecipando a manifestazioni pubbliche e facendo proprie le sperimentazioni concettuali. Nel 1969 gli venne assegnata la cattedra di Psicologia della forma all'[[Accademia di Belle Arti dell'Aquila]]. Nel 1970 partecipò alla collettiva ''Amore mio'' organizzata da [[Achille Bonito Oliva]] in Palazzo Ricci a [[Montepulciano]] e volta a documentare proposizioni di tipo installativo e ambientale. Nello stesso anno partecipò in ''Vitalità del negativo nell'arte italiana 1960/1970'', a Roma, a rappresentare insieme a Castellani, Colombo e De Vecchi la linea dell'arte programmata con esiti ambientali.
==Omaggi e mostre dopo la scomparsa
Dopo la sua morte, avvenuta a Roma nel 1971, le ultime opere di Scheggi vengono presentate alle Biennali di Venezia del 1972 e del 1976 (G. Celant, ''Ambiente/Arte dal Futurismo alla Body Art''). Nello stesso anno una retrospettiva sull'artista viene organizzata dalla [[Galleria d'arte moderna (Bologna)|Galleria d'Arte Moderna di Bologna]].<ref>{{Cita|Pirovano 1993|p. 863.}}</ref>
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