Scrittore [[Calabria|calabrese]], laureato in [[giurisprudenza]], la fama di Parpagliolo è soprattutto legata all'attività lungamente svolta presso la Direzione per le Antichità e Belle Arti del [[Ministero della Pubblica Istruzione]] (vi entrò dal 1900 per restarvi fin ben oltre gli [[anni 1940|anni quaranta]]), della quale fu anche [[direttore]], e alla redazione del [[Codice delle antichità e belle arti]] (1913 e 1932). Fu membro tra i più attivi e competenti della commissione per la revisione della Legge 11 giugno [[1922]], n. 778 (“Per la tutela delle bellezze naturali e degli immobili di particolare interesse storico”), le cui proposte non a caso confluirono nella Legge 29 giugno [[1939]], n. 1497 (sostituita poi soltanto dalla cosiddetta ''[[Legge Galasso]]''). Fu parimenti membro della prima Commissione amministratrice dell'Ente del [[Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise|Parco nazionale d'Abruzzo]], istituita nel [[1923]], dove sedette per un decennio con la carica di vicepresidente<ref>[[Lorenzo Arnone Sipari|L. Arnone Sipari]] (a cura di), ''Scritti scelti di Erminio Sipari sul Parco Nazionale d'Abruzzo (1922-1933)'', Temi, Trento 2011, pp. 22-23.</ref>.
Sposò Bianca Manara (1872-1952), da cui ebbeo [[Maria Teresa Parpagliolo]], architetta del paesaggio.