Emilio Becuzzi: differenze tra le versioni
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Gli alti gradi dell'esercito presenti in Dalmazia, primo fra tutti egli stesso, erano a conoscenza della "[[Memoria OP 44]]", emessa dal generale [[Mario Roatta]], ma non adottarono immediatamente alcun provvedimento significativo in chiave [[Germania|anti-tedesca]], capace di rallentare il processo di dissolvimento dei reparti italiani.<ref name=T4p1138-1140>{{Cita|Talpo 1994|p. 1138-1140}}.</ref> Recatosi personalmente a bordo di un [[idrovolante]] da Spalato a Zara per parlare personalmente col suo superiore, il generale [[Umberto Spigo]], appena l'apparecchio ammarò, riprese subito quota perché a Spalato era stata segnalata la presenza in città dei reparti tedeschi.<ref name="as">{{Cita|Arena di Pola||as}}.</ref> Messosi difficoltosamente in contatto a [[Zara]] con il comando del corpo d'armata, quest'ultimo gli confermò l'ordine già ricevuto dal comandante della 2ª Armata, generale [[Mario Robotti]], di assumere accordi con le formazioni partigiane per la difesa della città in vista di un eventuale attacco tedesco.<ref name="as"/>
Il 10 settembre ricevette presso il suo [[Quartier generale]] i rappresentanti del comando supremo partigiano, venuti appositamente da Jajce, tra cui l'[[avvocato]] [[Ivo Lola Ribar]], rappresentante personale di [[Tito]], il generale Costantino Popovic e tre ufficiali alleati facenti parte della missione, tra cui il futuro [[storico]] inglese
Raggiunto un accordo di massima egli volle avere l'autorizzazione del generale Spigo, suo superiore diretto, e quando poté avere il contatto radio con Zara scoprì che gli ordini erano completamente cambiati.<ref name="as"/> Il generale Spigo gli ordinava la consegna del materiale militare italiano ai tedeschi non appena fossero giunti in città.<ref name="as"/> Malgrado le insistenze degli esponenti partigiani, e degli ufficiali alleati ed anche di alcuni di quelli italiani, affinché si continuassero le trattative per raggiungere a una diretta e fattiva collaborazione italo-slava, tutto fu inutile.<ref name="as"/> Egli rispose che avrebbe obbedito all'ordine diretto del suo superiore, anche se quest'ultimo era stato impartito sotto palese costrizione.<ref name="as"/> Allora a Spalato successe il caos, e l'intera [[Divisione (unità militare)|Divisione]] "[[Bergamo]]", priva di ordini chiari anche a causa delle sue incertezze,<ref>{{cita web|url=http://www.anpi.it/storia/125/la-divisione-bergamo-spalato-croazia|titolo=La divisione Bergamo: Spalato, Croazia|accesso=24 febbraio 2019}}</ref><ref name=d4p7>{{Cita|de Bernart 1974|p. 7}}.</ref> fu facilmente disarmata dai [[Partigiani jugoslavi|partigiani]].<ref name=A1p15>{{Cita|Aga--Rossi, Giusti 2011|p. 15}}.</ref>
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