Apamea: differenze tra le versioni
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Il centro può probabilmente essere identificato con ''Nija'', località menzionata in testi egizi ed ittiti del [[XVI secolo a.C.]] e del [[XV secolo a.C.]] Nel corso degli scavi è stata scoperta una stele ittita che affermava che la città era "''stata fondata dal re Orhilina di Hamath''" (l'odierna [[Hama (città)|Hama]]).
Successivamente, assieme a tutta la Siria, fu occupata dai [[Persiani]], che la rinominarono ''Pharnake''.<br />Dopo l'accordo di Triparadeiso [[(Spartizione di Triparadiso)]], nel [[320 a.C.]] fu occupata dai [[macedoni]] e ribattezzata per un breve periodo ''Pella'' [[(320-300 a.C.)]].<ref>1. Marek Titien Olszewski, Houmam Saad, "Pella-Apamée sur l'Oronte et ses héros fondateurs à la lumière d’une source historique inconnue: une mosaïque d’Apamée", in: M. P. Castiglioni, R. Carboni, M. Giuman, H. Bernier-Farella (eds.), Héros fondateurs et identités communautaires dans l’Antiquité, entre mythe, rite et politique, Morlacchi University Press, Padova, 2018, pp. 365-416 (ISBN
Nel [[300 a.C.]], dopo la [[Battaglia di Ipso]] ([[301 a.C.]]) sulla cima della collina, dominante la valle del fiume [[Oronte]], [[Seleuco I]] Nicatore fece costruire verso il [[300 a.C.]] l'[[acropoli]] e fondò una nuova città, a cui diede il nome della [[Apama|moglie persiana, Apama]].<br />Sotto i [[Seleucidi]] la città è utilizzata come appoggio dell'esercito, per la presenza dell'acropoli fortificata e per l'abbondanza di risorse per l'approvvigionamento<ref>Vi sono alcune fonti che sostengono che, nella piana sottostante fossero allevati 40.000 cavalli e vi erano custoditi circa 500 elefanti.</ref> delle truppe.<br />La struttura originaria era ortogonale, come tutte le nuove città ellenistiche; struttura che venne mantenuta in seguito sia dai [[Civiltà romana|Romani]] che dai [[Bizantini]]. Apamea divenne in brevissimo tempo uno dei maggiori centri del regno [[seleucide]], sede anche della cavalleria reale.
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== Monumenti e luoghi d'interesse ==
=== Porta di Antiochia ===
[[File:Afamia Porta di Antiochia.jpg|
È l'unica rimasta delle sette porte della città, da cui partiva la strada diretta ad [[Antiochia]], verso nord, per cui era detta anche ''porta nord''. Nei pressi si possono ancora ammirare alcuni tratti delle mura cittadine, lunghe oltre 6 km, dal perimetro irregolare che un tempo includevano anche la cittadella.<br />All'interno delle mura, ma soprattutto in quest'area si vedono anche numerosi esempi di conduttore idriche in cotto. Oggi la porta risulta ostruita da cumuli di macerie causate dai terremoti.
=== Via Colonnata ===
[[File:Afamia - Via Colonnata.jpg|
Asse centrale della città ricostruita da Traiano era il ''[[cardo maximus]]'', una splendida via colonnata che tagliava Apamea da nord a sud, dalla porta di Antiochia a quella di Hama, per una lunghezza di circa 2 km ed una larghezza di 37,5 m, maggiore delle vie di [[Palmira]] e di [[Antiochia]].
La sola carreggiata, i cui lastroni conservano ancora i segni del passaggio dei carri, misura oltre 22m; i portici laterali hanno una profondità di 7–8 m.
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=== Terme e Colonna Monumentale ===
[[File:ApameaColonna01.jpg|
Lungo il [[cardine (storia romana)|cardo]], sulla destra si trovano le rovine delle [[terme]], un tempo accessibili dalla strada tramite un ingresso monumentale. Furono donate alla città da ''Giulio Agrippa'' nel [[116|116 d.C.]], assieme ad un ricco corredo di statue. Durante gli scavi sono state trovate tracce di una strada ricoperta di mosaici che conduceva al complesso.
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=== Teatro ===
[[File:ApameaTeatro01.jpg|
Trasformato in fortezza durante il Medioevo, fu poi usato come cava di pietra; ora ben poco delle originarie gradinate, anche se la struttura è ancora visibile. Di dimensioni notevoli, circa 139 m di diametro, era il più grande teatro della Siria romana ed uno dei maggiori del mondo antico, più grande perfino di quello di [[Bosra]].
=== Caravanserraglio ===
[[File:Caravanserai of Qalat el-Mudiq 01.jpg|upright=2.3|
[[File:ApameaCaravan01.jpg|
Il caravanserraglio fu costruito da un certo Muhammad Qizlar, sotto il regno di [[Solimano il Magnifico]].
Attualmente, dopo un accurato restauro terminato nel [[1982]], l'edificio occupa il ''museo del mosaico'' di Apamea.
Presenta una struttura costituita da grandi ambienti con copertura a botte, distribuiti attorno ad un cortile centrale.
Il museo contiene una interessante raccolta di mosaici romani e bizantini, tra i quali i più significativi sono '''Socrate che siede tra i sapienti''' e la '''Vittoria di [[Cassiopea (mitologia)|Cassiopea]] sulle [[Nereidi]]''', entrambi rinvenuti al di sotto del pavimento della Cattedrale, appartenenti ad un precedente edificio non cristiano.
[[File:ApameaCaravan02.jpg|
La simbologia dei due mosaici va interpretata nell'ottica della [[neoplatonismo|filosofia neoplatonica]], che aveva in Apamea una celebre scuola.
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La cinta medievale fu ricostruita dai [[Mamelucchi]] nel [[XIII secolo]].
== Galleria d'immagini ==
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File:HPIM3089.JPG|La porta di Antiochia o porta nord, il 2 aprile 2010, ancora ostruita dalle macerie
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== Bibliografia ==
* Olszewski, M.T., Saad, H., "Pella-Apamée sur l'Oronte et ses héros fondateurs à la lumière d’une source historique inconnue: une mosaïque d’Apamée", in: M. P. Castiglioni, R. Carboni, M. Giuman, H. Bernier-Farella (eds.), Héros fondateurs et identités communautaires dans l’Antiquité, entre mythe, rite et politique, Morlacchi University Press, Padova, 2018, pp. 365-416 (ISBN
* Alfonso Anania - Antonella Carri - Lilia Palmieri - Gioia Zenoni, SIRIA viaggio nel cuore del medio oriente, Polaris 2009, p. 259-269
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