L'11 maggio [[1994]] perquisizioni e sequestri della [[Guardia di Finanza]] interessarono numerosi [[sysop]] Fidonet. Il 16 maggio il magistrato Gaetano Savoldelli Pedrocchi della Procura di [[Pesaro]] firmò un altro centinaio di mandati di perquisizione. Le accuse furono di associazione a delinquere, [[contrabbando]], duplicazione di [[software]], violazione di sistemi informatici terzi.
Dopo questo episodio la rete [[Fidonet]] fu decimata poiché diverse BBS non aprirono più. {{sf|Dopo 25 anni, nel 2019 una delle BBS di Pesaro decise di riaprire}}.
=== Le indagini ===
Le indagini portarono subito alla certezza che la rete Fidonet non era utilizzata per lo scambio di software pirata.
Tuttavia, una BBS Fidonet era effettivamente ospitata all'interno di un circolo frequentato da pirati informatici (che sponsorizzavano l'attività di questa BBS); il magistrato controllava da tempo con metodi tradizionali l'attività di questo circolo (da un furgone in sosta), ed accortosi che parte delle attività illecite era effettuatoeffettuata tramiteutilizzando una linea telefonica (con cui i pirati si scambiavano software da rivendere, in particolare Autocad) e che si trattava della stessa linea utilizzata dalla BBS, prese a tracciare il traffico di tale linea mappando di fatto la rete Fidonet. I gestori del circolo patteggiarono poi la pena, mentre il gestore della BBS Fidonet al suo interno si difese nel processo risultando infine innocente. Le BBS pirata (al tempo in Italia se ne contavano una ventina sparse su tutto il territorio nazionale, con prevalenza al Nord) non erano collegate tra loro anche se i rispettivi [[Sysop]] si conoscevano molto bene, quantomeno telematicamente. Un fattore che permise alle BBS pirata di non essere perseguite, tranne alcune eccezioni, fu certamente la loro minore visibilità rispetto alla rete [[Fidonet]] e alle modalità di accesso più complicate: essere utente di una BBS pirata, infatti, prevedeva l'essere invitati da un altro utente.