Wanda Wasilewska: differenze tra le versioni
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Nel settembre 1939, di fronte alla [[Campagna di Polonia]], fuggì nell'Unione Sovietica. Dopo il 17 settembre ella ottenne la cittadinanza sovietica e si stabilì da sola a Lemberg, mentre sua madre rimase nella [[Varsavia]] occupata dai tedeschi. Ella difese inoltre il [[Patto Molotov-Ribbentrop]].<ref name="wanda">[http://wyborcza.pl/1,75475,192981.html Wanda Wasilewska: Bywszaja Polka] [[Gazeta Wyborcza|gazeta]].pl, 23. März 2001.</ref> A Lemberg lavorò per la rivista ''Czerwony Sztandar'' (Bandiera Rossa) e si guadagnò rapidamente la simpatia di [[Iosif Stalin|Stalin]].
Nel 1940 Wasilewska divenne direttrice del Teatro Drammatico di Lemberg e nel contempo rappresentante dell'URSS per la [[Galizia (Europa centrale)|Galizia orientale]] <ref>{{de}} Claudia Weber, ''Krieg der Täter. Die Massenerschießungen von Katyń.'', Hamburg, 2015, S. 241.</ref> Ella stessa parlò allora di sè come "ex polacca", per cui si procurò particolare odio da parte dei polacchi che vivevano sotto l'occupazione sovietica.
Insieme a [[Jerzy Putrament]] fondò la rivista ''Nowe Widnokręgi'', nella quale si esprimeva contro l'esilio a Londra e a favore dell'instaurazione del comunismo in Polonia. Divenne incondizionatamente [[Stalinismo|stalinista]] e le viene attribuita la frase: "Perfino la morte casuale di un innocente è preferibile al tramonto dell'URSS".<ref>{{pl}} [http://wyborcza.pl/1,75475,192981.html Wanda Wasilewska: Bywszaja Polka] [[Gazeta Wyborcza|gazeta]].pl, 23. März 2001. (''Nawet jeśli przypadkiem zginie ktoś niewinny, lepiej, by zginął niewinny, niż miałby zginąć ZSRR.'')</ref>
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Dopo lo scoppio della [[Fronte orientale (1941-1945)|guerra sovietico-tedesca]] ella operò nell'[[Armata Rossa]] come [[corrispondente di guerra]] e divenne [[commissario politico]] con il grado di colonnello dell'Armata. I suoi opuscoli di propaganda furono diffusi in milioni di copie tra i militari dell'Armata Rossa.<ref name="wanda" /> Fu anche implicata nella formazione delle Forze combattenti polacche dell'Unione Sovietica (Divisione Kościuszko) dipendenti da Mosca.
Nel 1943 divenne Presidente dell'Unione dei Patrioti Polacchi (ZPP) nell'URSS, che raccoglieva non solo comunisti polacchi, ma anche politici di Centro liberati dai ''lager'' [[siberia]]ni, che si erano sottomessi a Stalin. In questa funzione incolpò in vari articoli e letture la [[Wehrmacht]] di aver perpetrato il [[Massacro di Katyn]].<ref>{{pl}} Witold Wasilewski: ''Ludobójstwo. Kłamstwo i walka o prawdę Sprawy Katynia 1940-2014.'' Łomianki 2014. S. 170. </ref> Da [[Radio Mosca]] attaccò anche duramente il [[Governo in esilio della Polonia|governo polacco in esilio]], rimproverandolo, con la richiesta di una Commissione indipendente d'inchiesta sotto l'egida della [[Croce Rossa e Mezzaluna Rossa Internazionale|Croce Rossa]], di fare "diffamazione antisovietica" (''antyradziecka heca'') come propaganda per il regime nazista.<ref>Testo di lettura in: ''Berlingoscy. Żołnierze tragiczne.'' Red. Dominika Czapigo. Warschau 2015, S. 32–33.</ref> Quando le autorità sovietiche nel gennaio del 1944 costituirono una propria Commissione d'inchiesta sotto la direzione del professore medico [[Nikolai Nilowitsch Burdenko|Nikolai Burdenko]] nel bosco di [[Katyn']], Wanda Wasilewska fu inizialmente prevista come membro. Ma Stalin in persona ne depennò dalla lista il nome, insieme a quelli di altri polacchi, impartendo istruzioni affinché nessuno straniero fosse inserito nella Commissione Burdenko.<ref>{{pl}} Wojciech Materski, ''Mord Katyński. Siedemdziesiąt lat drogi do prawdy.'' Warschau 2010. S. 35.</ref>
Nel 1944 fu nominata Vicepresidente del [[Comitato Polacco di Liberazione Nazionale]], dal quale proveniva il nuovo governo polacco controllato da Mosca. Però non tornò in Polonia. Dopo la guerra ella rimase in Unione Sovietica, proseguì il suo lavoro di deputato in Mosca e scrisse anche alcuni libri in tema di [[socialismo]]. Ella viveva all'inizio in un complesso edilizio costruito appositamente per l<nowiki>'</nowiki>''èlite'' dei funzionari, la "Casa sul lungofiume" (Дом на набережной}} / ''Dom na nabereschnoi''), quindi in una dacia a forma di villino, sempre in Mosca. Lei aveva accesso ai privilegi dell<nowiki>'</nowiki>''èlite'' del partito e si mostrava spesso in pelliccia. Anche nel suo soggiorno a Kiev viveva in lussuose condizioni. Secondo le testimonianze dei contemporanei, era un'accanita fumatrice e anche alcol-dipendente.<ref name="wanda" />
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