Hilde Benjamin: differenze tra le versioni

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[[File:Bundesarchiv Bild 183-14812-007, Berlin, Prozeß gegen "Hildebrandt - Gruppe".jpg|300px|left|thumb|Hilde Benjamin, sulla destra, raccoglie prove per il processo inscenato contro l'oppositore Johann Burianek e finito con la condanna a morte (Bundesarchiv 183-14812-007)]]
 
Dopo la [[seconda guerra mondiale]], la vedova si stabilisce nella [[Zona di occupazione sovietica]] e ricopre i primi incarichi prima della fondazione della [[Repubblica Democratica tedesca]].<ref name="fem"/> In seguito all'istituzione di questo Statostato avvenuta nel 1949, comincia per lei il periodo di fama internazionale.
<ref name="fem">{{cita web|url=
http://www.fembio.org/biographie.php/frau/biographie/hilde-benjamin/|titolo=Hilde Benjamin|accesso=25 ottobre 2019}}</ref> Inizia l'attività come giudice, sale alla carica di vicepresidente della Corte Suprema della DDR<ref name="hdg"/> e nel 1953 diventa Ministro di Giustizia.<ref name="rew">{{cita web|url=http://akj.rewi.hu-berlin.de/zeitung/04-1/pdf/biogr.pdf|titolo=Prof. Dr. Hilde Benjamin|accesso=25 ottobre 2019}}</ref>
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Servendosi delle cariche assegnatele, si adopera per l’istituzione di giurie popolari, ma si applica anche con rigore per la lotta contro gli oppositori del comunismo. Di persona, pronuncia due sentenze di morte. Per il suo procedere in genere considerato inflessibile, la stampa occidentale la critica duramente comparandola alle peggiori figure storiche<ref name="fem"/> (il presidente tedesco [[Roman Herzog]] nel discorso inaugurale del 1994 avrebbe dissociato la Benjamin (con i processi farsa) dal concetto [[stato di diritto]]).
 
Si orienta al giurista russo [[Andrej Januar'evič Vyšinskij]] e si ispira a lui anche per il modo di presentarsi in pubblico. Compare in tribunale in cravatta e con la [[treccia russa]] arrotolata sulla testa, per cui viene soprannominata, tra l'altro, con il nomignolo ''la russa'' (oltre a quello di ''Rote Guilliottine'', ghigliottina rossa).<ref name="ber"/><ref name="rew"/><ref name="mdr">{{cita web|url=https://www.mdr.de/zeitreise/ddr/hilde-benjamin148.html|titolo=Scharfrichterin der DDR|accesso=25 ottobre 2019}}</ref>
 
La stampa occidentale le riconosce anche dei meriti: Sisi adopera per una riforma del [[diritto di famiglia]], facendo abolire la discriminazione dei bambini nati al di fuori del matrimonio. Ingaggia una battaglia in favore dell'emancipazione femminile, ottendo delle riforme anche in altri punti (ad esempio nell'[[Nome (diritto)|uso del cognome]]). Si batte per il divorzio e per le prospettive professionali della donna.<ref name="fem"/>
 
Con il passare del tempo, si oppone energicamente al processo di [[destalinizzazione]] in corso nei paesi satellite dell'[[Unione Sovietica]], perseguendo l'obiettivo di salvaguardare la stabilità della DDR. Per questa ragione nel 1967 il Segretario Generale [[Walter Ulbricht]] fa pressione su di lei, sicché viene in pratica obbligata a ritirarsi dalla carica di Ministro di Giustizia con un pretesto.<ref name="ber"/><ref name="rew"/> Resta comunque fino alla morte nel comitato centrale del partito e le viene assegnato un incarico di quadro alla scuola ''Deutsche Akademie für Staats- und Rechtswissenschaft''. Il regime continua ininterrottamente a conferirle le onoreficente del caso, tra cui quella dell'[[Ordine di Karl Marx]].
 
Muore pochi mesi prima della caduta del [[Muro di Berlino]].<ref name="hdg"/> Nel 2013 si ispira alla sua vita il film ''Hilde Benjamin - Die Scharfrichterin der DDR''.<ref name="mdr"/>