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Le formazioni partigiane a causa dei numerosi rastrellamenti da parte delle forze nazifasciste, nel territorio del braidese erano ridotte a poche centinaia di unità che agivano con veloci ma poco significative azioni di disturbo e guerriglia<ref>{{Cita libro|titolo=Documento s.d. in AISRP, A LRT 1/3}}</ref>. Nella primavera del 1944, la numerosa renitenza alla leva della RSI e le diserzioni in seno ad essa<ref>{{Cita libro|titolo=Decreto del 18 aprile 1944 relativo alle pene previste per i collaboratori delle bande; si veda La
Stampa, 18 febbraio e 20 aprile 1944}}</ref>, portarono a un notevole rafforzamento degli effettivi della resistenza, giunti nel solo Piemonte a circa 15.000 unità, permettendo la pianificazione di attacchi su larga scala
Piffer, Gli Alleati e la Resistenza, cit., p. 93}}</ref>. Sulla spinta di queste previsioni, le varie forze partigiane fra cui le [[brigate Garibaldi]] e [[1º Gruppo Divisioni Alpine|le divisioni alpine]] della resistenza, sotto il comando di [[Enrico Martini (partigiano)|Enrico Martini Mauri]], composte anche da numerose brigate autonome, fra cui la " Brigata autonoma Bra" comandata da Icilio Ronchi Della Rocca, cercarono dunque di liberare da soli i territori occupati delle [[Langhe]] prima dell'arrivo delle forze alleate. Le prime azioni di disturbo riguardarono soprattutto il sabotare o occupare e rendere inaccessibili le vie di transito e i mezzi di comunicazione delle [[Potenze dell'Asse|forze dell'asse]]. Le formazioni delle Brigate Garibaldi, in seguito alle decisioni del CLNRP che rivendicava la sua autonomia dal [[Comitato di Liberazione Nazionale|CLN]] con sede a Milano, invita le proprie brigate a «elaborare e realizzare un piano sistematico di interruzioni stradali e ferroviarie […] ad allargare il raggio di azione di questa impresa attraverso speciali nuclei mobili di guastatori specializzati ».<ref>{{Cita libro|titolo=Compiti attuali e prospettive” dalla Delegazione delle Brigate Garibaldi presso il CLNRP al
Comando della VI Divisione “Langhe”; e “Ordine del giorno n° 1”, in AISRP, Archivio dell'Istituto Storico della Resistenza in Piemonte C 14 a}}</ref> Tra il 20 e il 24 agosto in tutta la regione vengono compiute azioni simultanee di sabotaggio e guerriglia.<ref>{{Cita libro|titolo=M. Giovana, La Resistenza in Piemonte, cit., p. 136}}</ref> Il 26 agosto un ordine del giorno del CLNRP invita i comandi partigiani a unire le forze e a iniziare l' insurrezione generale.<ref>{{Cita web|url=https://www.gazzettadalba.it/2018/02/diario-di-guerra-di-orlando-partigiano-della-romagna-a-cherasco/|titolo=Diario di guerra di Orlando, partigiano della Romagna a Cherasco|sito=Gazzetta d'Alba - Dal 1882 il settimanale di Alba, Langhe e Roero|data=2018-02-19|lingua=it-IT|accesso=2019-10-26}}</ref>
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